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Fu trasfigurato davanti a loro

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Non è questa una rubrica di esegesi sulla Parola di Dio,  ma semplicemente il frutto di un gesto di condivisione  che scaturisce dall'assunzione personale di un impegno:  quello di non lasciar correre nell'indifferenza e nella distrazione  l'annuncio del Vangelo ascoltato di domenica in domenica,  ma di fermarmi, anche solo alcuni istanti, per accoglierlo  e farlo risuonare nella mia vita.  Marco 9,2-10 "Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro  e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche.  E apparve loro Elia con Mosé e conversavano con Gesù.  Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosé e una per Elia».  Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati.  Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce

La pandemia e le sue verità

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  Siamo tutti prigionieri di un nemico invisibile da cui non siamo mai sicuri di proteggerci abbastanza.  Improvvisamente la nostra vita è cambiata e ci siamo accorti che nulla di quanto ritenevamo sicuro è veramente tale. Quando un anno fa questa brutta storia è iniziata pensavamo che ce ne saremmo liberati in breve tempo. L’ipotesi, ventilata subito da molti esperti, di un processo lungo, complesso e altamente pericoloso, destava in molti insofferenza e incredulità.   Dopo la prima fase, in cui gli italiani hanno vissuto con trepidazione le lunghe settimane di lockdown, perché terrorizzati dalla pericolosità del mostro che li teneva in ostaggio e impressionati dalle numerose vittime e dal sovraccarico di lavoro del personale ospedaliero, è subentrata una nuova fase di scetticismo sulla gravità della situazione sanitaria e di intolleranza nei confronti delle restrizioni delle libertà.  E’ proprio vero che ci si abitua a tutto, e neppure i morti, che ogni giorno continuano a essere div

Lettorato e accolitato al femminile

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  La Chiesa cattolica, nella sua struttura gerarchica, è tutta al maschile, anche se, nella sua vita quotidiana, non può fare a meno delle donne, al punto che, se per puro caso esse dovessero di colpo sparire, rimarrebbe nella Chiesa un vuoto e una desolazione agghiacciante.  Ogni ambito della comunità ecclesiale, infatti, è tenuto in vita grazie alla cura delle donne, che svolgono tuttavia il loro servizio quasi sempre con scarsa autonomia e sotto il continuo controllo di chi presiede e a cui è riconosciuto il ruolo di pensare e di decidere.  Forse qualcosa cambierà quando si riuscirà a concepire e a vivere il ministero ordinato con spirito di servizio umile e disinteressato, e non come potere da difendere e accrescere. E’ questo, in sintesi, che da quasi otto anni papa Francesco ogni giorno proclama con il suo esempio, i suoi gesti, le sue scelte, la sua parola. Non a caso l’attenzione alle donne rappresenta uno dei temi dominanti del suo magistero. Sin dal primo giorno del suo

Dimmi quanto leggi e ti dirò chi sei!

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Quanta attenzione, cura, tempo, denaro, riserviamo al nostro corpo: dal punto di vista estetico, alimentare, ginnico, medico… Giustamente ci sta molto a cuore stare bene con noi stessi e mostrare un’immagine quanto più possibile gradevole agli altri, che attiri l’interesse e riscuota successo e consensi. La società, nelle sue diverse espressioni, coltiva questa concezione della persona, la motiva, la nutre, la fortifica sempre più. Non si contano i siti internet, le trasmissioni televisive, le pubblicazioni che si occupano di diete alimentari, di arti culinarie, di chirurgia estetica, di prodotti di bellezza, di culturismo, di segreti di medicina miracolistica, di elisir di lunga vita… Se usassimo la stessa cura e attenzione per la dimensione spirituale, culturale, intellettiva della persona, avremmo certamente una società migliore e personalità più ricche di umanità, di ideali e di progetti per un mondo in cui vivere tutti meglio. Una fonte a cui attingere, che arricchirebbe sicu

Non abbandonarci alla tentazione!

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Chi partecipa con una certa regolarità alla celebrazione eucaristica avrà notato ultimamente delle novità in alcune espressioni pronunciate dal celebrante e dai fedeli. Qualcuno avrà pensato alla stravaganza di qualche prete che a tutti i costi vuole essere originale e vuole stupire i suoi ascoltatori. Niente di tutto questo. Si tratta piuttosto delle novità contenute nel nuovo Messale che già in molte parrocchie è stato adottato sin dall’inizio dell’Avvento (29 novembre) sebbene il suo uso sarà obbligatorio a partire dalla prossima Pasqua (4 aprile). Per la maggior parte, le innovazioni riguardano le formule pronunciare dal celebrante, che non sfuggono tuttavia a un ascoltatore attento. Quelle che coinvolgono l’assemblea sono poche, proprio per non creare eccessivo disorientamento nel popolo di Dio. Queste le variazioni più significative. Nell’atto penitenziale, all’inizio della Messa, è stato incluso due volte il termine “sorelle”: “Confesso a Dio Onnipotente e a voi fratell

Del senno di poi ...

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  T ra i miei ricordi quotidiani c’è spesso quello di mia madre.  Pur essendo passati quasi 9 anni dalla sua morte, ancora oggi provo a volte l’istinto di telefonarle, di pensare di chiederle un consiglio, un’informazione, un aiuto...  “Come stai? Sono fiorite le tue piante sul balcone? Quali vaccini ho fatto da piccola? Ho avuto la varicella? Mi ricordi la ricetta dell’involucro dei cannoli?...” Com’è vero che i legami più forti non si cancellano mai, neppure con la morte.  Dopo pochi secondi, prendendo pienamente coscienza di non averla più fisicamente disponibile, continuo però a pensarla e a rivolgermi a lei con pensieri, parole ed emozioni diverse. E spesso rivolgo a lei una preghiera, chiedendole di starmi vicino e di aiutarmi. Lei non si è sentita sempre capita e ascoltata da me, specie quando, fatta una scelta importante e allora pensavo definitiva per me, mi metteva in guardia da un possibile errore.  Lei non si fidava, sentiva qualcosa di poco autentico, di interessato nell’

L'ascolto liberante

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  Sapere ascoltare è proprio dei saggi Non poter comunicare a nessuno il proprio dramma e non essere presi sul serio genera solo sgomento e altro indicibile dolore.  È la forza della parola e dell'ascolto che salva!  Sicuramente tutti abbiamo vissuto nel nostro piccolo situazioni di incomunicabilità.  Esprimere il proprio disagio e disorientamento e non trovare nell’altro fiducia e comprensione è un’esperienza schiacciante.  Ci si sente sbagliati!  Ti fanno credere che stai vaneggiando, che è tutto frutto solo della tua immaginazione, che dovresti andare da uno psichiatra perché deformi con la tua interpretazione la realtà... Alla fine si può rischiare di impazzire davvero.  A meno che lungo la tua strada trovi finalmente qualcuno capace di ascoltarti veramente e di caricarsi del tuo dolore.  E l’incontro con l'altro e il suo ascolto ti libera, alleggerendo le tue spalle dal peso che portavano!  Quel dolore infatti comincia a pesare di meno perché c’è un altro che lo porta con