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Il ritorno

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  In un tempo in cui la vita umana sembra non avere più valor e, perché le guerre, le violenze, le torture, la privazione della libertà, sono usate ogni giorno come armi impietose e crudeli per violarla e cancellarla, la testimonianza sofferta di chi lotta con tutte le sue forze per rimanere aggrappato a essa , sia pure solo a un suo piccolo lembo, ci ricorda tutta la preziosità di questo dono che ci viene concesso sempre gratuitamente e, non dimentichiamolo, solo temporaneamente. Nessuno infatti può mai sapere fino a quando gli sarà concesso viver e. E per questo dovremmo essere grati alla vita tutti i giorn i in cui ci è dato di aprire gli occhi e di rimetterci in piedi. È quanto ha toccato pesantemente con mano Giovanni Allevi che, dopo due anni di sosta forzata in ospedale per curarsi da un mieloma , un terribile male piombatogli addosso come un fulmine, è ritornato a esibirsi davanti al suo pubblico, in occasione del Festival di Sanremo , suonando Tomorrow (Domani), un brano che

Una coppia esemplare

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  Vorrei stemperare il dolore dell’ultimo fatto di cronaca che ci ha sconvolto la scorsa settimana, e che ancora oggi ci portiamo dentro con le sue tinte scure e tenebrose che parlano di sopraffazione, di violenza e di sangue, con una storia bella, serena, esemplare, intessuta di amore, di accoglienza, di speranza, di futuro . La storia di cui scrivo non grida questa volta  sete di possesso, di prepotenza, di prevaricazione, ma volontà determinata di donazione, di rispetto, di condivisione profonda . Perché l’umanità non è poi così mostruosa come alcuni suoi membri potrebbero farci credere. Per fortuna essa preserva e custodisce dentro di sé, nonostante tutto, tanti aspetti nobili propri della sua vera natura, che sono la bellezza, la gentilezza, l’altruismo, la solidarietà , imprevedibili molte volte, ma che le appartengono a pieno titolo e che esprimono al meglio la sua anima. Questa storia che ha attirato recentemente la mia attenzione riguarda persone comuni, normali . Tutti ne

La vita davanti a sé

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Silvio Orlando: un napoletano a Milano, domenica 22 ottobre, in una sala gremita di spettatori al Teatro Parenti, tra i quali, per un dono d’amicizia generoso e gratuito,  c’ero anch’io. Con il suo fare apparentemente ingenuo e con la sua comicità gentile e leggera riesce a strappare sorrisi anche a chi è abituato, per cultura ed educazione, ad atteggiamenti compassati e ingessati. La storia che racconta è appesantita da vicende di emarginazione e di pregiudizi, ma è interpretata con naturalezza e semplicità , scorrendo dolcemente di scena in scena fino al suo epilogo, macabro ma carico di tenerezza e di umanità, come un fiume in piena che, giunto in pianura, con calma e lentamente sfocia nel suo mare. Dopo il suo intenso monologo in programma per la serata, c on lo stesso fare ingenuo della recitazione, Silvio Orlando si avventura  in un’esibizione musicale nella quale dà prova delle sue abilità di musicista esperto in flauto traverso , unendosi ai quattro bravissimi strumentisti (an