Una coppia esemplare

 


Vorrei stemperare il dolore dell’ultimo fatto di cronaca che ci ha sconvolto la scorsa settimana, e che ancora oggi ci portiamo dentro con le sue tinte scure e tenebrose che parlano di sopraffazione, di violenza e di sangue, con una storia bella, serena, esemplare, intessuta di amore, di accoglienza, di speranza, di futuro.

La storia di cui scrivo non grida questa volta sete di possesso, di prepotenza, di prevaricazione, ma volontà determinata di donazione, di rispetto, di condivisione profonda. Perché l’umanità non è poi così mostruosa come alcuni suoi membri potrebbero farci credere. Per fortuna essa preserva e custodisce dentro di sé, nonostante tutto, tanti aspetti nobili propri della sua vera natura, che sono la bellezza, la gentilezza, l’altruismo, la solidarietà, imprevedibili molte volte, ma che le appartengono a pieno titolo e che esprimono al meglio la sua anima.


Questa storia che ha attirato recentemente la mia attenzione riguarda persone comuni, normali. Tutti ne conosciamo qualcuna e ne ammiriamo le scelte di generosità e di apertura agli altri. Alcune sono state anche protagoniste in passato di qualche mio post e hanno contagiato molti lettori del bene che emana dalle loro opere.

Di esse non si occupa sempre la stampa, come è accaduto invece alla coppia di cui sto per raccontare, persone geniali, grandiose nella loro eccezionale quotidianità, che hanno saputo mettere la loro intelligenza e il loro cuore a servizio degli altri, dilatando senza confini il loro amore e la loro sensibilità.

Ugo e Petra sono i loro nomi, due “ragazzi” degli anni 60 che oggi hanno già compiuto i 56 anni di età. 

Nati in un momento complicato della nostra contemporaneità, mentre il mondo era attraversato da venti difficili e rivoluzionari di contestazione, di scontri, di cambiamenti radicali, la loro vita invece è tutta punteggiata di testimonianze e di messaggi di dialogo, di pace, di tenerezza, di incontri.

La loro amicizia nasce a Roma, tra i banchi di scuola del centro città, dove Petra riesce a conquistare il cuore di Ugo, che per le sue particolari doti era conteso da tante ragazze. 


Il loro amore matura e si consolida mentre proseguono gli studi universitari che faranno di Petra un’abile architetta di interni e di Ugo un esperto professionista della comunicazione e un affermato manager informatico, pioniere di successo del web agli inizi degli anni ‘90, fondatore dei primi importanti siti e piattaforme come Virgilio, dalla carriera brillante e altamente remunerativa che lo condurrà dopo pochi anni alla vicepresidenza di Tiscali. 

Il passo successivo, tanto desiderato e atteso, sarà il matrimonio e la realizzazione del loro grande sogno, che condividono e immaginano nella loro mente sin dall’inizio: il sogno di formare una famiglia, grande, accogliente, di tanti colori, con le porte spalancate come il loro cuore.


Passo dopo passo lo concretizzano come un incredibile “miracolo”, uno di quelli che non accade per pura grazia divina ma che è dato compiere ai comuni esseri mortali, anche se poi, alla fine, solo pochi hanno il coraggio e l’audacia di attuare.

Il primo loro figlio sarà un bimbo non riconosciuto alla nascita e lasciato in ospedale, al quale si uniranno due fratellini nati dal loro amore. Eppure il loro desiderio di accoglienza non è ancora pienamente appagato.

Quando nel 2005 la legge 149 decreterà entro la fine dell'anno successivo la chiusura degli orfanotrofi e la creazione alternativa di case di accoglienza per bambini, stabilmente o transitoriamente privi di famiglia, Ugo vede chiaro finalmente davanti a sé il tratto di strada che gli rimane da percorrere: trovare i mezzi logistici per partecipare con la sua famiglia in prima linea a questa gara di accoglienza e di solidarietà per salvare quanti più bambini possibile dalla solitudine, dal degrado e dall’abbandono.


Stare a guardare non è nella sua natura. Una forte inquietudine lo pervade e non gli dà pace fino a quando non decide di muoversi verso questo ulteriore traguardo.

Mentre Petra avrà bisogno di più tempo per aprirsi a questa nuova avventura, Ugo non esita a convincersi che quella è la scelta giusta da compiere.

Decide pertanto di prendere un anno sabbatico dal lavoro per guardarsi attorno, conoscere esperienze che possano ispirarlo e guidarlo, e comincia a risparmiare anche i centesimi per mettere da parte le risorse necessarie alla nuova impresa che man mano vedeva delinearsi nella sua mente con sempre maggiore chiarezza.

Così, alla fine, quell’anno sabbatico non giungerà mai a termine. Ugo infatti lascerà definitivamente il suo lavoro, e, con il lavoro, il prestigio, il successo, la carriera, i guadagni sempre più allettanti, e si dedicherà a tempo pieno a centinaia di bambini per i quali diventerà il loro inseparabile e affettuoso papà. Anche Petra compirà con gioia questo passo decisivo e il suo cuore di mamma accoglierà l’impossibile, superando ogni resistenza e paura.


Cagliari, la città in cui Ugo con la famiglia si era trasferito per lavoro, sarà il luogo in cui il loro sogno diventerà realtà, grazie anche al sostegno di tanti amici che si fanno contagiare dalla loro passione e dalla loro lungimiranza. 

Fondamentale è stato per Ugo e Petra anche il supporto di professionisti vari, specie psicologi, per far fronte al peso delle gravi problematiche e dei dolori laceranti che i bambini accolti riversavano sulla loro sensibilità.

La Sardegna sarà per Ugo una terra amica, piena di luce e di sconfinati orizzonti, dove si perde lo sguardo di chi sa coltivare e realizzare progetti solo apparentemente impossibili.

Cagliari, Panorama

Ma lo accompagneranno sempre anche i ricordi familiari, in particolare quelli dei nonni, profughi da Fiume, che dopo aver perso tutto il benessere di cui godevano hanno saputo ricominciare da capo, imparando ad apprezzare ogni piccola sfumatura della vita. Grazie alla loro testimonianza, Ugo capisce l'importanza dell'essere solidali e matura la capacità di discernere e amare le cose che più contano nella vita.

“Domus de luna” sarà il nome che Ugo e Petra sceglieranno per avviare la loro prima meravigliosa famiglia allargata, a cui si uniranno altre “case di accoglienza” che richiameranno con i loro nomi la luminosità incantevole del cielo: Casa delle Stelle, Casa Cometa, Casa del Sole.

Domus de Luna

Ugo e Petra nel corso degli anni aprono le porte di casa a 300 bambini e oggi seguono 6000 persone, tra cui 2000 minori che vivono in contesti di disagio e di precarietà, allo scopo di prevenire nuovi allontanamenti dai loro nuclei familiari e garantire loro una speranza e un futuro.

Parallelamente alle case famiglia vengono avviate anche strutture lavorative. Gli spazi fatiscenti di un vecchio mercato della periferia della città, che era diventato luogo di spaccio e che versava in stato di assoluto degrado e di abbandono, sarà bonificato, valorizzato e trasformato in luogo di attività ludiche, culturali e di lavoro, e sarà ripristinata la sua precedente funzione di mercato.

Altre importanti strutture avviate sono l’ambulatorio per colloqui con lo psicologola Locanda dei Buoni e Cattivi dove è attivo un bed & breakfast con ristorante per il reinserimento e il riscatto di ragazzi e mamme, un ristorante con bar e pizzeria, un centro per attività ricreative ed espressive.

La Locanda Dei Buoni e Cattivi

A tanti giovani è stato così consentito di avere un’occupazione sicura e di usufruire di un sereno accompagnamento alla crescita, all’autonomia e alla responsabilità sociale verso l’età adulta.

Una delle tante caratteristiche di questa coppia generosa ed esemplare è l’umiltà. Davanti ai tanti elogi che ricevono si mostrano sempre schivi e riservati. Nessun atteggiamento di superiorità o di vanagloria, nessun tono di propaganda o di autoreferenzialità traspare dal racconto della loro esperienza, ma solo attenzione amorevole agli altri e sensibilità per chi vive ai margini della società.

Il 25 febbraio di quest’anno, il Presidente Mattarella ha voluto insignire Ugo Bressanello del titolo di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica, consegnandogli una medaglia al valore come riconoscimento della preziosità del suo lavoro, espresso con questa motivazione: Per aver modificato la sua vita professionale, creando realtà che accolgono bambini, ragazzi e mamme in situazioni di gravi difficoltà”.


Data memorabile e riconoscimento meritato e lusinghiero che lancia alla società tutta un segnale positivo che invita ogni persona all’emulazione di esempi così rari di grande umanità e dedizione.

Peccato che Mattarella abbia premiato al Quirinale solo Ugo e non abbia pensato di consegnare questa importante onorificenza alla coppia. Ancora una volta, con l’assenza di Petra Paolino, solo spettatrice dell’evento, l’amore e la creatività delle donne che compiono scelte straordinarie e coraggiose rimangono nell’ombra, dietro le quinte, come dato scontato che fa solo da sfondo alla realtà.


Sarà forse anche questo un residuo di una certa mentalità maschilista che stenta ancora a essere decisamente superata?

Commenti

  1. Grazie, Aurora una storia piena di amore e luce. Hai ragione, senza l’aiuto, il supporto e il sostegno della moglie il nostro protagonista non avrebbe potuto realizzare il suo sogno lungimirante. Peccato che il Presidente, sempre attento non abbia premiato la coppia, sarebbe stato un gesto rivoluzionario . Diciamo una occasione mancata.

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  2. Grazie Aurora per questo post che parla di un amore vero e fecondo! In questi giorni le terribili notizie di cronaca ci propongono relazioni violente, possessive, distruttive! Troppe donne uccise! Troppi femminicidi! ...Respirare l'aria fresca di un amore generativo di vita e di gioia come quello di Petra ed Ugo fa bene a tutti! Ci fa continuare a credere nell'amore, nella sua bellezza e nella sua verità. "Ditemi la verità, vi prego, sull'amore " recita il verso del poeta Auden...ecco la verità sull'amore è l'amore , anche quello di cui tu hai scritto. Un abbraccio. Maria Cristina Scorrano

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