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Visualizzazione dei post da luglio, 2023

Catene liberanti

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  Le catene evocano sempre nella nostra mente storie di schiavitù, di detenzione, di privazione della libertà, oppure, in senso figurato, scenari di gelosia morbosa, relazioni possessive e malate. Nel migliore dei casi ci fanno pensare a manifestazioni estreme di protesta, organizzate per rivendicare diritti negati o calpestati. Ma ci sono anche altre storie e altre situazioni in cui a essere incatenato non è chi non vale nulla , chi viene emarginato dalla società, chi è dimenticato, disprezzato, sfruttato, ridotto a oggetto mercificato. Al contrario, in alcuni casi, le catene diventano addirittura strumento di protezione e di cura per ciò che ha un valore speciale e inestimabile , al fine di preservarne l’integrità e impedirne la sottrazione e l’indebita appropriazione. È il caso degli oggetti preziosi, dei gioielli, delle rarità, e tra questi i libri e le opere d’arte. I libri in particolare sono stati in passato letteralmente incatenati per evitarne il furto e la sparizione. Scoprir

Finzione e realtà

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Ho visto recentemente, sulla piattaforma Prime video, un film che ha risvegliato in me considerazioni e riflessioni su cui molto spesso mi soffermavo in passato, stimolata dalla vita che allora conducevo.  Il film, del regista francese Marc Fitoussi, ha per titolo “Le apparenze” e racconta una vicenda intrigante che ruota attorno alla vita di una coppia che si è trasferita da Parigi a Vienna per lavoro . Il regista Marc Fitoussi Lui, brillante e famoso direttore d’orchestra, lei direttrice della biblioteca francese della città , sembrano condurre in piena armonia il loro ménage familiare , reso ancora più perfetto dalla presenza di un bimbo adottato a cui si dedicano alternativamente. In realtà la loro vita è tutta un’apparenza : i due devono mostrare agli altri che tutto è impeccabile, quando in realtà sono solo le convenienze sociali e le  formalità  borghesi a tenere insieme la coppia . L’amore tra i due sembra non esistere.  Lui, dall’atteggiamento spesso inespressivo, impassibile

Il respiro dell'universo

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  È di qualche settimana fa la notizia di una scoperta sensazionale: nell’universo, tra pianeti e galassie, risuona una musica straordinaria che si espande nello spazio. Essa accompagna il movimento di 67 stelle di neutroni che appartengono alla via Lattea, dette pulsar. Il suono è impossibile percepirlo con l’udito umano perché è a  bassissima frequenza ma è stato captato da tredici telescopi appositamente inviati nello spazio. Lo chiamano “il respiro dell’universo” perché non si tratta di una melodia armonica ma di una pulsazione simile a quella dei battiti del cuore . Giovanni Keplero, autore delle tre leggi sul moto dei pianeti, già all’inizio del 600 aveva “registrato” la presenza di un’armonia musicale nell’universo , generata e diffusa, a seconda della loro orbita, dal movimento dei pianeti, e della quale aveva persino trascritto lo spartito . La sua teoria, frutto di rigorosi e accurati calcoli matematici , era pervasa tuttavia anche da convinte interpretazioni teologiche . 

Creatività e bellezza

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  “Librino” non è un piccolo libro da portare comodamente in borsa o in tasca, come la parola potrebbe indurre a pensare , ma è il nome di un quartiere della periferia sud-ovest di Catania, nei pressi dell’aeroporto Fontanarossa, con circa 80.000 abitanti, il cui nome presumibilmente deriva dall’aggettivo latino leporinus (della lepre) che richiama il leporium, luogo in cui gli antichi romani andavano a caccia di lepri , collegamento confermato dalla presenza ancora oggi sul territorio di questi animali. C ostruito a metà degli anni settanta, su progetto di un architetto giapponese, avrebbe dovuto ricalcare il modello dei quartieri satelliti inglesi detti New Town , allo scopo di creare, per l’ampliamento della città, nella cintura urbana, nuovi spazi moderni accoglienti e attrezzati, ben collegati al centro, con ampie zone alberate e verdi per richiamare sul luogo anche visitatori per passeggiate e gite fuori porta. In realtà, quello che alla fine è stato partorito non è nulla di tu

Turista per caso

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  Tante volte sono passata da Rieti ma mai come turista. Affetti familiari mi hanno spinto frequentemente a raggiungere questa cittadina e i suoi dintorni. Recentemente poi queste occasioni si sono intensificate e, in un frangente tutt’altro che turistico, casualmente mi sono ritrovata a percorrere il suo centro storico e a scoprirne segreti nascosti , insospettabili e affascinanti. Riconosciuta come “l’ombelico d’Italia”, per la sua collocazione geografica proprio al centro del Paese , Rieti accoglie i suoi visitatori in un clima di silenzio e di pace lasciando trasparire ovunque i segni della presenza del santo di Assisi e i luoghi che hanno scandito il suo passaggio lungo tutta la valle reatina: i santuari di Greccio, della Foresta, di Poggio Bustone, di Fonte Colombo, avvolti dal verde dei boschi e che invitano alla preghiera e alla contemplazione della natura, rivestita di un silenzio assordante che sa di mistero. Santuario Santa Maria della Foresta Il cuore della città, capita