Turista per caso

 

Tante volte sono passata da Rieti ma mai come turista. Affetti familiari mi hanno spinto frequentemente a raggiungere questa cittadina e i suoi dintorni. Recentemente poi queste occasioni si sono intensificate e, in un frangente tutt’altro che turistico, casualmente mi sono ritrovata a percorrere il suo centro storico e a scoprirne segreti nascosti, insospettabili e affascinanti.


Riconosciuta come “l’ombelico d’Italia”, per la sua collocazione geografica proprio al centro del Paese, Rieti accoglie i suoi visitatori in un clima di silenzio e di pace lasciando trasparire ovunque i segni della presenza del santo di Assisi e i luoghi che hanno scandito il suo passaggio lungo tutta la valle reatina: i santuari di Greccio, della Foresta, di Poggio Bustone, di Fonte Colombo, avvolti dal verde dei boschi e che invitano alla preghiera e alla contemplazione della natura, rivestita di un silenzio assordante che sa di mistero.


Santuario Santa Maria della Foresta


Il cuore della città, capitale storica della Sabina, è circondato da mura medievali intatte che racchiudono come in uno scrigno i suoi tesori artistici e le sue tante testimonianze di epoche lontane che hanno scandito le diverse tappe della sua storia.



Tra le sue meraviglie naturalistiche, il Terminillo meta di escursioni e di vacanze invernali, e il fiume Velino, che attraversa la città con la sua trasparenza, la sua freschezza, i suoi colori e la rigogliosa vegetazione di cui è contornato. 



L’acqua è una delle risorse più abbondanti e preziose della città che risponde in gran parte anche al fabbisogno di Roma e dei suoi abitanti.


Una passeggiata lungo le strade del centro consente la scoperta degli antichi palazzi signorili e delle numerose chiese storiche di cui è impreziosita la città: la cattedrale romanica, il Palazzo dei Papi del XIII secolo, gli archi gotici, le piccole strade e le scalinate che appaiono a sorpresa tra i palazzi, le torri, Palazzo Vecchiarelli, Palazzo Vincentini con i suoi giardini e la Loggia del Vignola.


Cattedrale Santa Maria Assunta

Cattedrale, Basilica inferiore, XII sec.


Ma la scoperta più sorprendente e suggestiva è la visita alla Rieti sotterranea, uno spazio impensabile che può essere visitato solo in compagnia di una guida esperta. 


Scendendo nel “ventre” di Rieti, che si apre al di sotto della zona dall’antico ponte Romano e della via Roma, si sprofonda in un’altra epoca. 


I resti archeologici dell’antico borgo, rimaneggiati nei secoli successivi, raccontano la storia di questa straordinaria città conquistata dagli antichi romani nel III secolo a. C., epicentro di avvenimenti storici importanti che hanno avuto come protagonisti figure di spicco, papi, sovrani e condottieri, in un’epoca difficile e travagliata come quella del Basso Medioevo dominata da lotte cruente tra guelfi e ghibellini che costringono numerosi pontefici a cercare riparo in questa città.


Palazzo del Comune


Dal sotterraneo si intravede, attraverso  qualche grata o feritoia, il passaggio dei pedoni lungo le strade sovrastanti, mentre si immagina di carpire il calpestio degli antichi abitanti del luogo che si affaccendavano in imprese poderose, creative e geniali non solo per quell’epoca.


Qui, infatti, si possono osservare le tracce del grandioso viadotto costruito dai romani nel III secolo a. C. per evitare che la via Salaria, importantissima antica via del sale, che dirigendosi verso il Tirreno collegava Rieti a Roma, e lungo il versante opposto la congiungeva a San Benedetto del Tronto sull’Adriatico, venisse sommersa dalle paludi a causa delle frequenti piene del fiume Velino.


L’idea di sopraelevare la via Salaria, sostenendo il piano stradale su enormi e altissime arcate, dette fornici, ricavate da blocchi squadrati di travertino, si rivela geniale e vincente.




Ancora oggi gli antichi romani avrebbero molto da insegnarci in campo edilizio se pensiamo che nessun terremoto, nel corso dei secoli, è riuscito ad abbattete le loro costruzioni, mentre i nostri edifici hanno ceduto come sabbia a ogni minima scossa.


Bastano sicuramente questi pochi cenni per stimolare l'interesse e spingere alla scoperta di questa meta turistica che vale davvero la pena esplorare e conoscere da vicino.


Contattando il centro “Scopri la Sabina” addetto all’accompagnamento dei turisti (3477279591; 0746296949) sarà possibile pianificare al meglio questo appuntamento con la storia, che ha il potere di sorprendere e affascinare ogni visitatore attento e curioso.


Commenti

  1. Che meraviglia leggere queste righe. Avevo casa al Terminillo e non immaginavo le ricchezze che c'erano a valle...anche se conosco benissimo i Santuari della Valle Santa. Rimedierò per Rieti

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  2. L"ho letto tutto di un fiato, mi ha appassionato e sono andata fino in fondo.
    Cosa mi ha colpito? La tua capacità di trasformare un momento difficile in uno spazio di spiritualità. Grazie. Grazia Le Mura

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  3. Cronaca flash da un viaggio nel tempo! Complimenti!

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  4. Grazie Aurora, ci hai indicato un luogo così vicino e ricco di storia che si deve assolutamente visitare.A volte andiamo tanto lontano e invece abbiamo dei gioielli a così pochi chilometri.Brava!

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  5. Intanto auguriamo buon onomastico a tutte le Grazia e Maria Grazia .
    Ancora una volta ringraziamo Aurora che ci presenta una delle tante bellezze della nostra Italia.
    Uno scrigno pieno di tanti tesori.
    Non basterebbe non una vita ma più vite, per poter visitare e apprezzare le meraviglie sparse per il nostro stivale.
    Viviamo in un paradiso terrestre e spesso lo dimentichiamo.
    Il Padreterno è stato molto generoso con la nostra terra e dobbiamo cercare in ogni modo di trasmetterla alle future generazioni nella condizione migliore .
    Salvo Patane '

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  6. Complimenti è venuta la voglia di visitare Rieti, spero prossimamente

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  7. In parte conosco i dintorni di Rieti e le sorgenti del peschiera, non conosco Rieti sotterranea, zone bellissime Luana

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  8. A Oiano, un paese di poche decine di abitanti, nella valle del Salto, in provincia di Rieti, ho trascorso le mie vacanze scolastiche negli anni '50 e '60...
    Ricordo con gioia quando da Roma con la nostra vecchia wolkswagen passavamo da Rieti per raggiungere la via tortuosa del lago Salto e finalmente Borgo S Pietro da cui si saliva per Oiano. Li i miei nonni materni mi accoglievano nella loro modestissima casa per i tre mesi più belli della mia infanzia. Carlo Croce

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