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Visualizzazione dei post con l'etichetta Diritti umani

Gaza: un'ecatombe!

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  “Avanti fino alla distruzione totale!” . Con queste terribili parole Netanyahu ha svelato nei giorni scorsi le sue bieche intenzione sulla striscia di Gaza , vanificando ogni sforzo e ogni speranza di risoluzione del conflitto che da più di quattro mesi sta massacrando il popolo palestinese inerme e innocente . Preso da un incontrollato zelo vendicativo e distruttivo , cieco e sordo di fronte a tanto dolore e disperazione, il Presidente israeliano sta facendo piazza pulita di tutto , spazzando via abitazioni e infrastrutture, compresi ospedali, scuole, luoghi di culto, terreni agricoli. Eliminare Hamas a tutti i costi, scovando i suoi nascondigli e intercettando i percorsi sotterranei che attraversano l’intero territorio palestinese giungendo a pochi metri dal confine israeliano, e che costituiscono la più insidiosa minaccia per Israele: ecco il suo obiettivo . E se il prezzo fosse pure l’eliminazione di un popolo , la sua decimazione, la sua cancellazione, egli considererebbe tutto

Catene e libertà

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  Tutti per diretta esperienza conosciamo il valore assoluto e il prezzo salato della libertà, il bene più prezioso di cui possa godere un essere umano. E penso che tutti, in situazioni e contesti diversi, abbiamo vissuto concretamente il peso dell’esserne privati e del vivere in catene . Siamo messi infatti ogni giorno nelle condizioni di dover difendere questo nostro diritto con le unghie e con i dent i, e di dover lottare per non permettere a nessuno di privarcene o di restringerne i confini. Perché tra i diritti umani fondamentali e non negoziabili penso che sia proprio questo a essere più minacciato e subdolamente insidiato . Crediamo molte volte di essere pienamente liberi ma non lo siamo. Chi esprime il suo pensiero viene censurato, contestato, additato come un eretico, un appestato, un nemico da isolare, azzittire e annientare .  Anche una sola parola spesso diventa un vero e proprio affare di Stato, che genera discussioni e polemiche infinite, com’è accaduto recentemente per

Piano Mattei?

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Inizio la mia riflessione a partire da una breve storia drammatica e profondamente vera , metafora della vita e delle relazioni tra i comuni mortali e i potenti. Non so se vi è mai capitato di leggerla. Ce la consegna un uomo che ne è il testimone oculare e che così la racconta. Tornando dalle sue consuete battute di caccia, dà sempre ai suoi due cani affamati un catino pieno di zuppa , così abbondante da poterne sfamare anche cinque. “Una volta - dice - vidi entrare un piccolo gattino, così magro, affamato, debole . Aveva una gran paura, e si avvicinò piano piano. Guardò ancora i cani, fece un miagolio e appoggiò una zampina al bordo del catino . Il bracco tedesco gli dette un colpo lanciando il gattino a tre o quattro metri , con la spina dorsale rotta. Questo episodio mi fece molta impressione. Ecco, noi siamo stati il gattino, per i primi anni…”. A raccontare questo tristissimo episodio, nel marzo del ‘61, è il grande imprenditore Enrico Mattei, fondatore dell’ENI , che negli anni

Salviamo i bambini!

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  Al binario 1 della Stazione Centrale di Praga, si intravede a distanza un piccolo gruppo di persone , un uomo con due bambini. Ma non si tratta di passeggeri in attesa di un treno in arrivo o in partenza dalla banchina, ma di un’opera scultorea in bronzo , insolita e particolarmente espressiva.  Un giovane tiene in braccio un bambino, fiduciosamente abbandonato sulla sua spalla, e una bambina, al suo fianco, esprime una profonda malinconia e tristezza con il suo sguardo perso nel vuoto. Si potrebbe pensare a una statua allegorica, in tema col luogo in cui si trova collocata. In realtà, però, è un vero e proprio “documento storico” , la testimonianza di un evento effettivamente accaduto, un tributo commemorativo a un uomo valoroso che molti anni fa si è distinto per la sua straordinaria sensibilità e per il suo grande cuore. Nicholas Winton è il suo nome, operatore di Borsa a Londra, battezzato, di lontane origini ebraiche e di nazionalità britannica, che tra il Natale del 1938 e il