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Visualizzazione dei post da maggio, 2023

Figli a tutti i costi?

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Il freno che recentemente il Ministero dell’Interno ha imposto ai sindaci sul riconoscimento dei figli delle coppie omosessuali ha riacceso il dibattito sui nuovi metodi di procreazione e sulle coppie omogenitoriali, riaprendo una questione delicata che ha una lunga storia italiana fatta di ambiguità, di assurdità e di silenzi. Se risale al 1983 la prima fecondazione in vitro omologa e la nascita della prima bambina di questa nuova era della natalità , ad opera del Professore Vincenzo Abate di Napoli, si deve a un altro ginecologo la sperimentazione di questa nuova tecnica in situazioni allora del tutto impensabili. Era il 1994 infatti l’anno in cui una donna di 63 anni in Italia è diventata madre a seguito di una fecondazione in vitro realizzata dal famoso ginecologo Severino Antinori , specializzato in ostetricia e ginecologia nientemeno che all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Severino Antinori Un intervento pionieristico e spregiudicato il suo , supportato da anni d

Cosa rimane

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  Poche cose hanno davvero valore e importanza nella vita , e sono le cose che rimangono salde e durature, quando tutto ti viene a mancare , o quando guardandoti attorno il mondo ti sembra stravolto, estraneo e rischi di non riconoscerlo più. L’amicizia è senza dubbio una di queste.  Tuttavia, siamo soliti dedicare la maggior parte del nostro tempo, a volte anche in modo quasi esclusivo, a tante altre incombenze che non lo meriterebbero , sacrificando così proprio ciò che di più bello e di più prezioso esiste, e che spesso abbiamo sotto gli occhi senza che neppure ce ne accorgiamo. Sono in molti, infatti, coloro che non riescono a coltivare relazioni autentiche e non superficiali con le persone , anche quelle che si incontrano quotidianamente, nel vicinato o nel luogo di lavoro. L’estraneità, l’indifferenza, la distrazione, l’individualismo, prevalgono spesso sull’attenzione all’altro e sulla ricerca di occasioni di incontro. Il lavoro è a volte assolutizzato dalle ambizioni che si nu

Indimenticabile

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  Sono già passati tre anni da quando una notizia dolorosa ci ha colto tutti di sorpresa, lasciandoci increduli e sgomenti: la morte di Ezio Bosso. Le complicanze della sua malattia neurodegenerativa lo hanno tradito e quella volta non ce l'ha fatta. Era  il 14 maggio del 2020 , l’anno del lockdown, in piena emergenza Covid. I quotidiani ne hanno diffuso la notizia usando parole non banali, che leggono dentro la sua anima :  “ È morto il pianista che sapeva commuovere ” (il Corriere), “È morto il maestro che non ha mai smesso di sorridere ” (la Repubblica),  “ Addio a Ezio Bosso, il musicista che ha toccato il cuore della gente ”  (Targatocn.it), “È morto il pianista che ha commosso l’Italia ” (AGI), “È morto il pianista che sapeva volare ” (la Stampa), “Addio al musicista coraggioso ” (il Messaggero), “È morto il pianista che ci ha fatto scoprire che la musica ci salva la vita ” (Vanity fair), “È morto il musicista che sapeva emozionare ” (Donna moderna). Ho fatto appena in tempo

Donna amata e strumentalizzata

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Vladimir di Rublev,  Madonna della tenerezza,  Icona russa in stile bizantino   Sono tante le feste dedicate alla Madonna che si susseguono nel corso dell’anno liturgico e che scandiscono il tempo con i loro messaggi di fede che ripercorrono la vita, non solo terrena, di questa donna umile e semplice. Il Vangelo parla pochissimo di lei, ma la sua figura ha sempre occupato uno spazio rilevante nella storia della cristianità , perché la sua è una vicenda unica e irripetibile, quella di una giovane adolescente scelta per diventare la madre di Dio . L’espressione stessa, che tocca il cuore della fede cristiana, e cioè il dogma dell’incarnazione di Dio nella storia, lascia interdetti e fa trasalire di stupore.  Sin dalle origini del cristianesimo, questo sarà il tema più largamente raffigurato nell’iconografia cristiana, insieme a quello della crocifissione di Gesù. La "Madonna col bambino", che con una mano indica il suo figlio Gesù , accoccolato tra le sue braccia, per indicare