Figli a tutti i costi?

Il freno che recentemente il Ministero dell’Interno ha imposto ai sindaci sul riconoscimento dei figli delle coppie omosessuali ha riacceso il dibattito sui nuovi metodi di procreazione e sulle coppie omogenitoriali, riaprendo una questione delicata che ha una lunga storia italiana fatta di ambiguità, di assurdità e di silenzi.

Se risale al 1983 la prima fecondazione in vitro omologa e la nascita della prima bambina di questa nuova era della natalità, ad opera del Professore Vincenzo Abate di Napoli, si deve a un altro ginecologo la sperimentazione di questa nuova tecnica in situazioni allora del tutto impensabili.

Era il 1994 infatti l’anno in cui una donna di 63 anni in Italia è diventata madre a seguito di una fecondazione in vitro realizzata dal famoso ginecologo Severino Antinori, specializzato in ostetricia e ginecologia nientemeno che all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.

Severino Antinori

Un intervento pionieristico e spregiudicato il suo, supportato da anni di sperimentazioni avviate sin dal 1986, che ha scatenato all’epoca forti critiche e perplessità.

Ma già nell’88 era stato artefice di un altro inquietante esperimento andato a buon fine, la nascita di un figlio-fratello nato dall’ovulo di una donna, fecondato e impiantato nell’utero della figlia che ha portato avanti la gravidanza fino al parto.

Per superare il vuoto legislativo che si è protratto in Italia fino al 2004, la sua discussa e sospetta pratica professionale veniva svolta per lo più all’estero, dove era consentito senza alcun controllo o ostacolo ogni tipo di sperimentazione e di intervento.

Il suo nome è anche legato ai primi esperimenti di clonazione umana, che nel 2002 avrebbero indotto alla gravidanza tre donne da cui sarebbero nati i primi tre bambini clonati. Data l’assoluta riservatezza del caso, non si ha nessuna certezza in proposito.


Convinto di poter esercitare in modo assoluto e senza alcun impedimento la sua libertà, viene smentito suo malgrado dalla realtà. Il suo successo professionale infatti arriva al capolinea e termina con un lungo procedimento giudiziario a suo carico con l'accusa di "furto di ovuli", che si conclude in Cassazione nel 2020 con la condanna a 6 anni e 6 mesi di reclusione, che sta ancora scontando agli arresti domiciliari nella sua casa di Roma per motivi di salute.

All’origine della condanna, la denuncia di un’infermiera spagnola a cui il luminare avrebbe sottratto nel 2016, contro la sua volontà, tre ovuli, dopo averla forzatamente anestetizzata, e che avrebbe poi fecondato artificialmente e impiantato nell’utero di una donna.

Dagli anni 80 a oggi, la fecondazione artificiale ha fatto passi da gigante e ha realizzato imprese impensabili, senza alcun limite se non quello delle possibilità tecnologiche.

Il vocabolario connesso a questa pratica documenta i passi fatti e le infinite nuove situazioni che si sono venute a creare.

Si è partiti dalla fecondazione omologa, la più “naturale” e accettabile anche sul piano etico, e legalizzata in Italia con la legge 40/2004
che consiste nell'assistere medicalmente una coppia in età fertile ad avere un figlio; per arrivare alla fecondazione eterologa, con donatori di ovulo o di sperma, esterni alla coppia.


Da qui, l’avvio di diverse pratiche che lasciano ancora oggi perplessi e increduli: la creazione di “banche” di sperma e di conseguenza il “reclutamento” dei suoi donatori; la ricerca di donatrici di ovuli; la possibilità offerta ai richiedenti un figlio di scegliere, come davanti a un listino di articoli commerciali, le connotazioni genetiche del bambino; la fecondazione in vitro e il congelamento degli embrioni sovrannumerari, in attesa, più o meno probabile, del loro utilizzo, in alcuni casi anche post mortem, in seguito cioè alla morte prematura del coniuge.

E, ancora, donne che diventano madri senza un partner, uomini che diventano padri senza legami con una donna, per ricorrere comunque necessariamente a essa con la “tecnica” dell’ “utero in affitto” e della “madre surrogata”. In questa tipologia, accanto ai richiedenti single, rientrano anche le coppie omosessuali.

Le sole parole usate per definire queste vie che conducono alla genitorialità fanno accapponare la pelle.


Donna americana che ha partorito una figlia dietro compenso per una coppia gay

Tuttavia, sembra oggi che sia tutto normale, questo e anche di più. E chi si sorprende, dissente o pone degli interrogativi viene considerato retrogrado, oscurantista, irrispettoso dei diritti umani.

A quanto pare, tutti possono rivendicare diritti tranne i bambini che, in ogni situazione decisa e gestita dagli adulti, devono solo soccombere e subire.

Dove sono lo sconcerto e il dissenso che suscitavano ieri questi interventi al limite della tollerabilità, realizzati sempre con assoluta disinvoltura e determinazione, non solo nel nostro Paese ma in ogni parte del mondo, spesso più “all’avanguardia” dell’Italia?

Oggi lo sconcerto e il dissenso sono lontani anni luce dal sentire comune, e questo dimostra ancora una volta come l’abitudine riesca a cancellare ogni capacità di riflessione critica e arrivi perfino ad anestetizzare ogni reazione emotiva.

Il peggio è che non ci si pone generalmente alcun interrogativo etico. L’unico criterio di valutazione è quello tecnologico. Ciò che è possibile realizzare tecnicamente diventa automaticamente lecito, giustificato, normale, e viene per giunta colorato con tinte accese di altruismo, di amore, di generosità, di donazione…



Gli interrogativi etici, pur nondimeno, rimangono e sono importanti per chi conserva ancora un briciolo di buon senso e di obiettività.

È giusto pretendere un figlio a “tutti” i costi?

Si può considerare questo un diritto inviolabile, da difendere con ogni mezzo?

Perché si sta perdendo di vista il valore principale che è il rispetto della vita come dono naturale?

Perché, in forza di un presunto fantomatico diritto alla genitorialità, si ignora il diritto reale di un bambino a nascere da un papà e da una mamma?

Ci si chiede quali siano i diritti dei bambini? Li consideriamo “oggetti” utili a soddisfare i nostri desideri e bisogni, o siamo convinti che siano degli esseri umani come noi a cui non va sottratto a priori alcun dono che la natura fa a ogni nuova vita che viene al mondo?



Perché si confonde la pretesa con l’amore?

Siamo in grado di analizzare, con sincerità e apertura mentale, le vere motivazioni che spingono a pretendere di avere un figlio, quali che siano le modalità?

Perché non si facilitano e non si moltiplicano i percorsi di affido e di adozione che darebbero affetto e calore familiare a bambini già nati ma tristemente abbandonati e soli? Questo, sì, sarebbe amore vero e incondizionato!

Rosanna Della Corte, la donna diventata madre alla veneranda età di 63 anni, ha voluto rimpiazzare con la sua richiesta di maternità il figlio morto, il diciassettenne Riccardo, vittima di un tragico incidente stradale, tanto da decidere di chiamare il nuovo bambino con lo stesso nome del fratello defunto. Una pesante eredità, viene da dire, per questo figlio segnato sin dalla nascita da questo abbinamento nefasto.

Rosanna Della Corte

Non so quanto una simile scelta possa chiamarsi amore…

Forse saranno gli adulti di domani, nati da queste ingegnose tecnologie, messe troppo spesso a servizio di tante assurde pretese, a potercelo dire, se saremo però così attenti e sensibili da riuscire a intercettare i loro sentimenti e il loro vissuto esistenziale.

Ma una cosa credo sia indiscutibile: non si possono far ricadere sui piccoli le responsabilità degli adulti. I bambini nati con le nuove tecniche di fecondazione, qualunque sia il loro contesto di vita, hanno il sacrosanto diritto di essere rispettati, senza diventare oggetto di contenzioso e senza essere discriminati e puniti. Tuteliamoli piuttosto e proteggiamoli il più possibile nella loro crescita.


Commenti

  1. Cara Aurora, l'aspetto che mi inquieta di più é quello dei futuri problemi di identità che potranno avere questi bambini. Per mia diretta esperienza so che i bambini adottati hanno spesso un momento di crisi quando crescendo scoprono di essere stati adottati: vogliono conoscere i loro genitori naturali, sapere perché sono stati abbandonati e molte altre cose per scoprire la verità sulla loro identità e le loro radici. Che ne sarà allora di questi bambini nati magari da un ovulo di una donna che non é quella che lo ha tenuto in grembo o dallo sperma di un donatore anonimo. La psicologia del Novecento ha studiato la costruzione dell'identità soggettiva nel confronto e nello scontro con i genitori di due sessi diversi, con i quali identificarsi e ai quali contrapporsi. Bisognerà riscrivere la psicologia dei nostri tempi per cercare di interpretare e lenire i futuri problemi esistenziali di figli voluti per possederli, non per amarli veramente. Clarabella

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  2. Carissima, nella società del consumo tutto è considerato merce, diritto, appagamento di un desiderio. Si sa che non tutto ciò che è tecnologicamente possibile è anche lecito moralmente. D'altronde con il relativismo morale presente nella nostra società e con la sottomissione al denaro, chi mercifica i bambini ha vita facile e mette sul mercato la risposta ai desideri di persone che non si vogliono fare domande. Conosco una giovane donna in Francia che senza nessun compagno di vita ha deciso unilateralmente di sottoporsi a inseminazione eterologa e ora ha una bellissima bimba senza nessun padre. Non ci si chiede se sia lecito scegliere per una bambina di vivere senza padre. Non una mancanza accidentale ma una scelta deliberata. D'altronde quando si vogliono limitare le leggi in questo ambito, gruppi organizzatissimi insorgono con forza e con appoggi lobbisti e partitici.. Purtroppo aiutare la gente a riflettere è opera con poche speranze di riuscita visto che certi poteri invadono le comunicazioni creando una mentalità di tutto lecito basta che paghi. Si può tentare di parlarne ma inutile credere in un successo. Sappiamo i tasti toccati, il progresso, la modernità, la soddisfazione di un desiderio, e perché no, la libertà ecc... Anna

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    1. Grazie delle tue considerazioni che aprono lo sguardo a tanti aspetti collaterali che investono il tema che ho trattato. Hai perfettamente ragione. Non credo che le nostre parole possano cambiare la situazione. Credo tuttavia che il dialogo abbia sempre un suo valore. Aprire un confronto su un tema così delicato ci aiuta a riflettere, a interrogarci, a superare l’indifferenza, ad aprire gli occhi sulla realtà. Se dovessimo porre un problema solo quando riteniamo di poterlo risolvere, dovremmo tacere per sempre, perché ogni situazione complessa ci rende impotenti. Grazie ancora! Aurora

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  3. Ciao Aurora. Questo tuo articolo mi ha fatto molto riflettere e credo che andrebbe trattato in modo più esteso. E' vero, si tratta di un tema scottante, tornato alla ribalta con questo nuovo governo e che evidenzia un elemento caratterizzante gran parte della nostra attuale società: uno spiccato egoismo ammantato spesso da pregiudizi e forme ripugnanti di perbenismo…
    Penso alla storia travagliata delle persone gay, che solo dal 1973 non vennero più considerati dei malati mentali, tanto che nel 1990 l’Organizzazione mondiale della sanità decise di eliminare dall’ICD-10, la classificazione internazionale delle malattie, lo stato di ‘omosessualità’.
    Ciò nonostante queste persone, ancora oggi e troppo spesso, sono accompagnate da uno stigma sociale che si traduce in stereotipi, pregiudizi e discriminazioni varie.
    Un caso eclatante fu quello di Alan Turing (1912 - 1954), genio matematico e padre dell’informatica, morto suicida dopo una “cura chimica” antiomosessualità.
    Oggi queste persone, troppo scomode e reiette da secoli, stanno acquistando maggiore consapevolezza di sé e aspirano ad avere gli stessi diritti di tutti gli altri, compreso quello di poter mettere su famiglia, in quanto coppia e in quanto genitori.
    E’ vero tutti i bambini hanno il sacrosanto diritto di nascere ed essere allevati in seno ad una famiglia accogliente che li sappia amare, rispettandone la personalità e che sia capace di valorizzarne i “talenti”; ma siamo sicuri che ciò non sia possibile in seno ad una famiglia “anomala” come quella omogenitoriale e viceversa lo sia sempre nelle cosiddette famiglie “normali”?
    Credo che in Italia il problema più grande, in seno al tema del concepimento, non sia il torto di volere un figlio a tutti i costi ma il suo contrario.
    Il drammatico crollo della natalità non è soltanto una questione economica o socio assistenziale; basti pensare a come viene vista oggi una famiglia con dei figli, quasi sempre rappresenta come un ostacolo alla libera espressione delle proprie attitudini.
    Non a caso, alla crescente denatalità si contrappone un crescente movimento “animalista”, considerando che gli animali da compagnia, al contrario dei figli, hanno il grande pregio di non opporsi mai, o quasi, alle nostre piccole o grandi intemperanze.
    Carlo Croce

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    1. Bella riflessione che integra le mie soprattutto nell’evidenziare che ogni persona ha diritto a essere rispettata e che ogni discriminazione va combattuta ed eliminata. Condivido anche la tua convinzione che una coppia omosessuale possa essere capace di amare un bambino più di molte coppie etero che non meriterebbero molte volte neppure di diventare genitori. Ma il problema che pongo io riguarda un altro aspetto: il concepimento del bambino non la sua accoglienza. Se un bambino nasce da un uomo e da una donna, ha diritto di conoscere coloro che gli hanno dato la vita e di crescere con loro, senza essere anche lui discriminato. Non si possono mettere al mondo figli a priori “orfani” del padre o della madre. Aurora

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  4. Credo che un bimbo abbia diritto ad avere un padre ed una madre che gli vogliano bene e lo allevino con amore e gioia. Per il resto è molto difficile capire dove cada la netta separazione tra giusto e sbagliano, bene e male etc… Comunque ottimo tema da trattare. Ale

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  5. Cara Aurora poni delle domande che sono vere questioni etiche e non morali... Interpellano cioè la ragione e la vita.... Andare oltre il limite genera altri limiti. Non tutto ciò che è sperimentabile è lecito eticamente sperimentare. Dobbiamo darci dei limiti altrimenti nasceranno nuovi problemi etici e sociali che porteranno all'imbarbarimento umano... Non possiamo scombinare tutti i codici di comportamento altrimenti non ci si capisce più e si ritorce tutto contro noi stessi. Giuseppe Raciti

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  6. Al di là dei problemi etici, c'è anche un problema di salute, in particolare di eugenetica. Un bambino nato da una coppia giovane e in salute con una gravidanza e un parto naturale è un bambino forte e più lunga e sana sarà la sua vita.
    Fra una scienza ipocrita schiava dei poteri forti, in primis degli interessi economici delle case farmaceutiche, e gravidanze surrogate, si stanno realizzando generazioni di malati cronici...
    Anche il concetto di eugenetica è un concetto abbastanza variabile e con significati diversi. Anche qui chi dice di far scienza manipola e strumentalizza i concetti... Occorre operare per la persona umana e non per il gusto del potere... del sentirsi o sostituirsi a Dio, conseguenza del peccato originale... Mimmo Scuderi

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  7. Grazie Aurora, proprio ieri parlavamo con amici. Abbiamo esempi vicini di conoscenti che hanno figli "comprati" da eterologhe ecc ecc. Al centro c'è il bambino e ciò che porterà dentro di sé e come potrà elaborarlo. Saranno necessari professionisti (psicologi, educatori..) competenti e rispettosi per fare fronte all'espressione del suo dolore e delle sue domande di senso. Grazie. Ody

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  8. Ciao, carissima Aurora.
    Che bell’argomento!
    Si, credo abbia un aspetto inquietante questo argomento estremamente interessante.
    Per mia esperienza, tanti bambini adottati, nell' età
    adolescenziale hanno presentato delle crisi che li hanno portati ad essere violenti contro i genitori adottivi, perché si sono creduti anormali, rispetto ai coetanei di famiglie normali.
    Tu pensa, quando i bambini nati da coppie omogenitoriali diventano adulti. Quale potrebbe essere la loro reazione?
    Un bambino, nato in questo modo, nato per amore egoistico e narcisistico, che tipo di reazione potrebbe avere, una volta raggiunta l'età della ragione?
    Si sentirà normale?
    Argomento da rimandare ad un futuro non molto lontano.
    Grazie sempre, carissima Aurora. Filippo Grillo

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  9. Da Salvo Patane '
    Siamo tutti d'accordo che bisogna incoraggiare la procreazione per contrastare la denatalita' soprattutto nella nostra bell'Italia.
    Ma questo si fa con politiche per la famiglia, tassazione che tenga conto del numero dei componenti , con aiuti alla maternità, asili nido e quant'altro utile e necessario.
    Certamente non si risolve il problema aumentando i figli da provette, da laboratorio, da esperimenti chimici o da inseminazione varie.
    Si torna al solito interrogativo: dove si deve fermare la scienza?
    Deve andare avanti sempre e comunque oppure lasciarsi guidare se non dalla fede crjstiana, dalla coscienza che abita in ciascuno di noi, a prescindere dalla fede processata o dall'essere ateo o agnostico?
    Meglio occuparsi dei tanti bimbi da adottare o da prendere in affidamento e dei bimbi provenienti dalle tante guerre e carestie del mondo. Non ci sono dubbi.
    Non accettiamo come progresso o come modernità le tante trasgressioni al codice culturale e alle leggi della natura.
    Salvo Patane '

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  10. È in effetti un argomento delicato e senz'altro trovare un compromesso tra i vari fattori in gioco è molto complicato. Poi ci sono degli aspetti della genitorialità che potrebbero risultare relativi, mi è capitato di conoscere persone omosessuali molto più umane ed empatiche di molti eterosessuali medi e a volte verrebbe da domandarsi cosa faccia di un individuo un buon genitore. Condivido ad ogni modo che per un figlio non conoscere i propri genitori biologici possa essere elemento di instabilità capace di comportare delle conseguenze sull'equilibrio personale individuale. Ma se si considera il caso delle adozioni, spesso è probabile che la sorte del bambino adottato non sarebbe stata probabilmente migliore insieme ai propri genitori originali. In questo senso può darsi che, come nei casi degli affidi, potrebbe essere opportuno si facessero delle verifiche sull'adeguatezza degli aspiranti genitori prima di fornire assistenza, ma poi chi sarebbe in condizioni di stabilirlo? Senza dubbio un tema molto delicato. Grazie della riflessione, Emanuele Croce

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  11. Grazie Aurora per aver focalizzato l'attenzione su temi di bioetica così importanti! Gli sviluppi delle scienze mediche e biologiche, i progressi della tecnologia hanno risvolti morali, antropologici, giuridici sempre più complessi. Sono questioni che ci coinvolgono perché interessano aspetti fondamentali della vita umana. Per questo ognuno di noi deve cercare di conoscere le delicate questioni bioetiche e deve essere in grado di sviluppare una coscienza critica. Parliamo, anche a scuola con i ragazzi, confrontiamoci, in scienza e coscienza. Grazie ancora Aurora! Ho apprezzato molto questo post. Un abbraccio. Maria Cristina Scorrano

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