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Visualizzazione dei post da marzo, 2021

Il mio volto nel suo

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  Van Gogh è uno dei pittori che più mi affascina, sicuramente perché dalle sue opere traspare sempre con evidenza la sua persona e il suo animo particolarmente sensibile e tormentato. Per la prima volta nei giorni scorsi mi sono imbattuta in una sua opera straordinaria, mai vista prima, che affronta un tema religioso, cosa insolita nel suo percorso artistico: la Pietà.  L'opera ha poco in comune con tutte le raffigurazioni che l’arte ci consegna sullo stesso tema. Pur essendo, nelle sue intenzioni, una “riproduzione” speculare della pietà di Eugène Delacroix a lui molto cara, è unica nel suo genere, sia per le caratteristiche cromatiche tipiche dello stile pittorico di Van Gogh,  sia per i tratti del volto di Cristo, scavato e dalla barba rossa, nel quale i critici d’arte hanno riconosciuto l’autoritratto dell’autore. Il dipinto è stato realizzato da Van Gogh per il fratello Theo nel 1889, durante il suo soggiorno nella casa di cura di Saint Remy in Provenza, nei pressi di Arles,

Silenzio e meditazione

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  Domenica delle Palme Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Marco Mc 14,1-15,47 Siamo giunti ormai al cuore del percorso che ci condurrà fino alla Pasqua del Signore: la Settimana santa, che si apre con la domenica delle Palme, giorno di accoglienza gioiosa di Gesù a Gerusalemme, ma anche di profondo dolore per la sua passione.  Il  vangelo di questa domenica, così come quello del Venerdì santo, offrono alla nostra meditazione la narrazione della Passione di Gesù, la prima tratta dal vangelo di Marco, la seconda dal vangelo di Giovanni. La descrizione che fanno gli evangelisti dell’angoscia, delle umiliazioni, delle torture, dei patimenti di Gesù, è così dettagliata e chiara che non lascia spazio a commenti ma invita soltanto alla contemplazione e all’adorazione del mistero, che non riusciremo mai a comprendere nella sua profondità e imperscrutabilità. Solo il silenzio e la partecipazione al dolore di Gesù si addicono a questo momento liturgico. Le sole parole che possono sca

Come il chicco di grano

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  "Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c'erano anche alcuni Greci.  Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono:  «Signore, vogliamo vedere Gesù».  Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù.  Gesù rispose loro:  «È venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato.  In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.  Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.  Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà.  Adesso  l'anima mia è turbata ; che cosa dirò? Padre,  salvami  da quest'ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora!  Padre, glorifica il tuo nome».  Venne allora una voce dal cielo: «L'ho glorificato e lo glorificherò

Le ombre di un mondo chiuso

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  Nel primo capitolo dell'enciclica Fratelli tutti , intitolato Le ombre di un mondo chiuso , Papa Francesco delinea “alcune tendenze del mondo attuale che ostacolano lo sviluppo della fraternità universale” (9). E’ un mondo che fa paura! Tanti sono i segni di egoismo e di degrado che suscitano disorientamento e sconforto.  Manca un’apertura agli altri e prevalgono le divisioni, gli egoismi e gli interessi dei poteri economici. Si avvertono i “segni di un ritorno all’indietro” (11), della “perdita del senso della storia ” (13), della dissoluzione del “pensiero critico”. Espressioni come democrazia, libertà, giustizia, unità vengono manipolate e svuotate del loro contenuto (14). La politica non sente più come propria la vocazione a perseguire progetti  a lungo termine, con grandi obiettivi, per il bene comune, ma sembra avere come unico obiettivo la distruzione dell’avversario (16). Le persone non sono considerate più un valore di per sé, ma trattate come oggetti da scartare : no

Sfavillate di gioia!

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La quarta domenica di quaresima è chiamata domenica "laetare" che in latino si legge "letare" e che significa "siate felici", "rallegratevi". I sacerdoti celebranti indossano paramenti rosa e aprono la liturgia con le parole del profeta Isaia: “Rallegrati, Gerusalemme, e voi tutti che l’amate radunatevi. Sfavillate di gioia con essa voi che eravate nel lutto. Così gioirete e vi sazierete al seno delle sue consolazioni.” (Isaia 66,10-11). Qual è il motivo di tanta gioia? Viene svelato nel vangelo che sarà a breve proclamato: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito … perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.” (Giovanni 3,16-17). Che notizia impensabile, lontana mille miglia dalla nostra logica!  Dio, vedendoci sempre più allontanarci da lui, non ci abbandona al nostro destino ma ci regala addirittura suo Figlio, inviandocelo come messaggero di pace e strumento di salvezza! Solo Dio poteva prendere una simile iniziativa! Ci abbi

Volersi bene

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  “Ama il prossimo tuo come te stesso” insegna la Bibbia nel libro del Levitico (19,18). E Gesù conferma la bontà di questo insegnamento al dottore della Legge che lo interroga (Lc 10,27-28).  Vorrei soffermarmi sulla seconda parte del comandamento, “come te stesso”, che è stata spesso sottovalutata se non addirittura ignorata, dando per scontata la capacità di amare se stessi, che scontata non è, perché non è vero che sempre cerchiamo il nostro bene. L'amore per se stessi infatti non va inteso come egoismo o narcisismo, ma come rispetto della propria dignità, come autostima, come consapevolezza del valore prezioso della nostra esistenza che non va calpestata ma custodita. Paradossalmente nel corso della storia si è fatta strada una visione quasi masochistica del cristianesimo, che nulla a che fare con  l’umiltà che ci insegna il Vangelo e l’invito a rinnegare se stessi per seguire Cristo. Essa  ha identificato il discepolo di Gesù con l’uomo perdente, che si umilia, che si sacrifi

In tre giorni lo ricostruirò

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Giovanni 2,13-25 "Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.  Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe  e, là seduti, i cambiamonete.  Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi,  e ai venditori di colombe disse:  «Portate via di qui queste cose  e non fate della casa del Padre mio un mercato!».  I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto:  Lo zelo per la tua casa mi divorerà .  Allora i Giudei presero la parola e gli dissero:  «Quale segno ci mostri per fare queste cose?».  Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere».  Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?».  Ma egli parlava del tempio del suo corpo.  Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e cred

Fratelli tutti

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Introduzione (nn. 1-8) La nuova enciclica di Papa Francesco, firmata ad Assisi il 3 ottobre 2020, tratta uno dei temi più scomodi del suo magistero, specchio del suo stile di vita e dei suoi gesti profetici, agli antipodi del modo di vivere e di sentire di questo mondo: la fraternità e l'amicizia sociale, valori non sempre vissuti nelle comunità ecclesiali e ancora di più estranei al sentire del mondo. Eppure Papa Francesco non esita a rivolgere a tutti questa sua lunga lettera che, per la rilevanza delle tematiche affrontate, è indirizzata non solo ai cattolici di tutto il mondo, come ogni enciclica, ma anche a tutti gli uomini di buona volontà (n. 6). “Fratelli tutti” è una vera e propria utopia, come lo è il cuore del Vangelo, come lo è stata la vita di San Francesco, "il santo dell'amore fraterno, della semplicità e della gioia" (n. 2), che il Papa chiama in causa nell’incipit dell’enciclica a sostegno della sua tesi, definendolo il suo ispiratore. Il messaggio ch