Fratelli tutti



Introduzione (nn. 1-8)

La nuova enciclica di Papa Francesco, firmata ad Assisi il 3 ottobre 2020, tratta uno dei temi più scomodi del suo magistero, specchio del suo stile di vita e dei suoi gesti profetici, agli antipodi del modo di vivere e di sentire di questo mondo: la fraternità e l'amicizia sociale, valori non sempre vissuti nelle comunità ecclesiali e ancora di più estranei al sentire del mondo.
Eppure Papa Francesco non esita a rivolgere a tutti questa sua lunga lettera che, per la rilevanza delle tematiche affrontate, è indirizzata non solo ai cattolici di tutto il mondo, come ogni enciclica, ma anche a tutti gli uomini di buona volontà (n. 6).

“Fratelli tutti” è una vera e propria utopia, come lo è il cuore del Vangelo, come lo è stata la vita di San Francesco, "il santo dell'amore fraterno, della semplicità e della gioia" (n. 2), che il Papa chiama in causa nell’incipit dell’enciclica a sostegno della sua tesi, definendolo il suo ispiratore.



Il messaggio che annuncia è quello della “fraternità universale”, in un mondo che sceglie ogni giorno consapevolmente “di eliminare o ignorare gli altri” (n. 6).

L’alternativa che Papa Francesco propone è “di reagire con un nuovo sogno di fraternità e di amicizia sociale” e invita tutti a sognare insieme, per scongiurare il pericolo che il sogno di uno solo diventi un miraggio (n. 8).

Un secondo “ispiratore” che Papa Francesco chiama in causa è il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb con il quale ha condiviso la riflessione e l’impegno per la pace mondiale e la convivenza comune, firmando, il 4 febbraio 2019, il documento sulla fratellanza umana.



Costruire la fraternità con il mondo islamico a molti appare, più che un’utopia, un’assurdità. Molti auspicherebbero un ritorno alle crociate e sono fortemente scandalizzati dai gesti di dialogo e di amicizia di Papa Francesco con il mondo musulmano. Eppure è solo questa la strada che può garantire a tutti un futuro. L’alternativa sarebbe l’inasprimento delle tensioni, del terrorismo e della paura.

Durante la stesura di questa enciclica scoppia la pandemia che crea a livello mondiale un clima sociale di grande fragilità, precarietà e insicurezza. In tale contesto le parole “fratelli tutti” risuonano ancora più fortemente come un imperativo profetico e irrinunciabile: solo insieme ci salveremo!

Ma coloro che hanno in mano il potere di cambiare il corso della storia, sono disposti ad ascoltare queste parole e a lasciarsi guidare da esse? O preferiscono piuttosto lasciare questo Papa da solo, con le sue utopie?

Lui sa di non avere un grande seguito, eppure con tenacia e umiltà non smette di condividere con tutti i suoi sogni: "Sogniamo come un'unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!" (n. 8).

Continua ... 17 marzo, Le ombre di un mondo chiuso

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