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Visualizzazione dei post con l'etichetta Stili di vita

Male più non fare

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  Sono il più delle volte banali e insignificanti, ma spesso anche squallidi e diseducativi, i testi che accompagnano quei moderni generi musicali “senza musica” che fanno solo rumore con i loro suoni sempre uguali e ripetitivi e che lasciano molto a desiderare in termini di melodia e di armonia, ma che sono tanto amati da adolescenti e giovani che li scelgono purtroppo come oggetti del loro hobby preferito e come nutrimento quotidiano della loro anima . Le loro parole spesso invitano a sfogare violentemente la rabbia, a fare uso di sostanze stupefacenti, a disprezzare le regole , a vivere il sesso senza amore, come diversivo occasionale, a prendere a calci il mondo intero che non soddisfa le aspettative e i desideri delle giovani generazioni. Il cantante rapper Sfera Ebbasta Dietro a tanta violenza gratuita e inspiegabile che si consuma ogni giorno sotto i nostri occhi increduli, e non solo per mano dei più giovani, c’è anche questo imbarazzante vuoto culturale, documentato anche da

Empatia e verità

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  Questa settimana non trovo le parole. La morte di Giulia mi ha completamente spiazzato e ammutolito. Anche se tanti ragionamenti si affollano nella mia mente e suscitano istintivamente dentro di me la voglia di parlare, di gridare, di esprimere a voce alta lo sdegno, la rabbia, l’indignazione che è difficile contenere, alla fine ogni esternazione mi appare superflua, inadeguata, inutile, ridondante, retorica. Meglio, mi dico, il silenzio. Meglio pensare, riflettere, interiorizzare, immedesimarsi nel dolore degli altri . Perché solo l’empatia e il riconoscimento della verità , senza negazionismi sterili, vili e vergognosi, possono fare oggi la differenza e mettere in moto iniziative efficaci di cambiamento. È anche vero che mai come in questi giorni la società intera si sta interrogando: dove abbiamo sbagliato? La morte di Giulia infatti ci ha chiamato in causa tutti, lasciandoci costernati e con molto amaro  in bocca . Tuttavia, di fronte a tanta violenza premeditata ed efferata, c

Dare gratuitamente

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  Quante cose che non ci servono e che non usiamo ingombrano le nostre case, le nostre cantine, i nostri garage e non riusciamo a distaccarcene, a disfarcene, a eliminarle, o non sappiamo, pur volendolo, come liberarcene! L’istinto più immediato che mette all’opera i più determinati è spesso quello di tentare di vendere ciò che è ancora in buone condizioni, ma i risultati sono ogni volta deludenti. Chi è intenzionato a comprare, infatti, di solito è alla ricerca di articoli originali e di valore , da acquistare a basso prezzo per collezionare affari. L’alternativa che si profila è allora quella della discarica che divora purtroppo a ciclo continuo non solo articoli inutilizzabili e logori, ma anche moltissimi oggetti ancora in buone condizioni, inquinando l’ambiente e ingigantendo sempre più quella enorme montagna di rifiuti che pesa già fin troppo sulle nostre spalle . Per avere solo un'idea, nel deserto del Cile sono accatastate  centinaia di migliaia di tonnellate  di abiti usa

Riciclo solidale

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  Rovistando periodicamente nel mio guardaroba , per fare un po’ di ordine o per il cambio di stagione, non posso fare a meno di tanto in tanto di eliminare capi d’abbigliamento usurati dal tempo, poco o per nulla usati per anni, o che non corrispondono più ai miei gusti o alla moda. In questi casi i cassonetti gialli distribuiti in ogni angolo delle città sono di grande aiuto per me e per tutti coloro che hanno il coraggio di buttare cose inutili o sono pressati dalla necessità di svuotare case e armadi . Ma anche i poveri diventano spesso i destinatari di enormi quantità di indumenti, generalmente in buone condizioni , tramite la Caritas o altre associazioni che si dedicano a chi, in numero sempre più crescente, vive in condizioni di indigenza e di precarietà . Mi sono sempre chiesta a tal proposito che fine facciano gli abiti “preziosi”, quelli firmati, quelli costosi, quelli eleganti e raffinati, del tutto inadatti ai cassonetti gialli o ai bisogni dei più poveri. Sono simbolo d

Questione di clima

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  Chi non conosce Cassandra, il personaggio mitologico famoso per le sue funeste profezie e per la diffidenza che ovunque suscitava attorno a sé? La sua vicenda rispecchia così bene la realtà, tanto che il suo nome è entrato nell’uso comune , come appellativo che definisce tutti coloro che, formulando previsioni catastrofiche, non vengono creduti e vengono tacciati di pessimismo ed emarginati come portatori di iella . Ascoltando nei giorni scorsi una relazione sulla crisi climatica del noto meteorologo e climatologo Luca Mercalli , per associazione di idee, mi è subito rimbalzato alla memoria proprio il suo nome. Perché, come capitava a Cassandra, così anche lui e migliaia di scienziati oggi sono presi di mira , vengono poco ascoltati e creduti, e a volte anche trattati come visionari . “Non c’è più tempo” è il titolo emblematico di una delle sue più interessanti pubblicazioni del 2018 nella quale lancia un allarme accorato sulle attuali condizioni climatiche affermando che si tratta