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Visualizzazione dei post con l'etichetta Musica profondissima

Il ritorno

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  In un tempo in cui la vita umana sembra non avere più valor e, perché le guerre, le violenze, le torture, la privazione della libertà, sono usate ogni giorno come armi impietose e crudeli per violarla e cancellarla, la testimonianza sofferta di chi lotta con tutte le sue forze per rimanere aggrappato a essa , sia pure solo a un suo piccolo lembo, ci ricorda tutta la preziosità di questo dono che ci viene concesso sempre gratuitamente e, non dimentichiamolo, solo temporaneamente. Nessuno infatti può mai sapere fino a quando gli sarà concesso viver e. E per questo dovremmo essere grati alla vita tutti i giorn i in cui ci è dato di aprire gli occhi e di rimetterci in piedi. È quanto ha toccato pesantemente con mano Giovanni Allevi che, dopo due anni di sosta forzata in ospedale per curarsi da un mieloma , un terribile male piombatogli addosso come un fulmine, è ritornato a esibirsi davanti al suo pubblico, in occasione del Festival di Sanremo , suonando Tomorrow (Domani), un brano che

Male più non fare

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  Sono il più delle volte banali e insignificanti, ma spesso anche squallidi e diseducativi, i testi che accompagnano quei moderni generi musicali “senza musica” che fanno solo rumore con i loro suoni sempre uguali e ripetitivi e che lasciano molto a desiderare in termini di melodia e di armonia, ma che sono tanto amati da adolescenti e giovani che li scelgono purtroppo come oggetti del loro hobby preferito e come nutrimento quotidiano della loro anima . Le loro parole spesso invitano a sfogare violentemente la rabbia, a fare uso di sostanze stupefacenti, a disprezzare le regole , a vivere il sesso senza amore, come diversivo occasionale, a prendere a calci il mondo intero che non soddisfa le aspettative e i desideri delle giovani generazioni. Il cantante rapper Sfera Ebbasta Dietro a tanta violenza gratuita e inspiegabile che si consuma ogni giorno sotto i nostri occhi increduli, e non solo per mano dei più giovani, c’è anche questo imbarazzante vuoto culturale, documentato anche da

Solo canzonette?

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  16 maggio 2020, Diodato canta all'Arena di Verona, deserta per il Covid “Ci vorrebbe un miracolo, ma non so proprio a chi chiederlo…” Così esordisce Diodato in uno dei suoi recenti pezzi inserito nell’album “Così speciale”, catalizzando la nostra attenzione e invitandoci a fermarci e a riflettere su un tema, quello dell'immigrazione, che rimbalza ininterrottamente sulle prime pagine dei quotidiani . Diodato è uno dei cantautori contemporanei più affermati e amati dal pubblico di ogni età, che non è mai banale nelle sue creazioni artistiche ma ha sempre un messaggio profondo e rilevante da comunicare ai suoi ascoltatori. Laureato al DAMS (Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo) presso l’Università degli Studi Roma Tre , si ispira musicalmente a Modugno, De Andre’, Tenco, creando melodie armoniose e avvolgenti che rimangono subito scolpite nella memoria. Se volessimo attribuirgli una qualifica per descriverne le peculiarità che lo caratterizzano , potremmo d

Indimenticabile

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  Sono già passati tre anni da quando una notizia dolorosa ci ha colto tutti di sorpresa, lasciandoci increduli e sgomenti: la morte di Ezio Bosso. Le complicanze della sua malattia neurodegenerativa lo hanno tradito e quella volta non ce l'ha fatta. Era  il 14 maggio del 2020 , l’anno del lockdown, in piena emergenza Covid. I quotidiani ne hanno diffuso la notizia usando parole non banali, che leggono dentro la sua anima :  “ È morto il pianista che sapeva commuovere ” (il Corriere), “È morto il maestro che non ha mai smesso di sorridere ” (la Repubblica),  “ Addio a Ezio Bosso, il musicista che ha toccato il cuore della gente ”  (Targatocn.it), “È morto il pianista che ha commosso l’Italia ” (AGI), “È morto il pianista che sapeva volare ” (la Stampa), “Addio al musicista coraggioso ” (il Messaggero), “È morto il pianista che ci ha fatto scoprire che la musica ci salva la vita ” (Vanity fair), “È morto il musicista che sapeva emozionare ” (Donna moderna). Ho fatto appena in tempo