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Un Museo di Diari

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  Esistono musei di ogni genere : archeologici, scientifici, marittimi, tattili, di sculture, di dipinti, di fossili, di strumenti musicali… Ma scoprire l’esistenza di un museo di diari, ricco di ricordi e di testimonianze di vita, che appartengono a singoli comuni cittadini ma che contengono pezzi di storia dal valore universale, è stata per me una vera impensabile e piacevole sorpresa . Mi sono imbattuta in questa storia incredibile e suggestiva g razie alla trasmissione televisiva Generazione Bellezza , uno dei rari programmi intelligenti, positivi e istruttivi, giunto alla sua quarta stagione, condotto da Emilio Casalini , fortemente espressivo ed empatico nella sua narrazione,  in onda dal lunedì al venerdì alle 20,15 su Rai3  e fruibile su Raiplay. Sono profondamente grata a chi si è adoperato con grande intuito e intelligenza per dare vita e consistenza a questa originale intuizione , realizzando un vero e proprio Archivio diaristico , dove, da circa 40 anni, confluiscono da og

Gaza: un'ecatombe!

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  “Avanti fino alla distruzione totale!” . Con queste terribili parole Netanyahu ha svelato nei giorni scorsi le sue bieche intenzione sulla striscia di Gaza , vanificando ogni sforzo e ogni speranza di risoluzione del conflitto che da più di quattro mesi sta massacrando il popolo palestinese inerme e innocente . Preso da un incontrollato zelo vendicativo e distruttivo , cieco e sordo di fronte a tanto dolore e disperazione, il Presidente israeliano sta facendo piazza pulita di tutto , spazzando via abitazioni e infrastrutture, compresi ospedali, scuole, luoghi di culto, terreni agricoli. Eliminare Hamas a tutti i costi, scovando i suoi nascondigli e intercettando i percorsi sotterranei che attraversano l’intero territorio palestinese giungendo a pochi metri dal confine israeliano, e che costituiscono la più insidiosa minaccia per Israele: ecco il suo obiettivo . E se il prezzo fosse pure l’eliminazione di un popolo , la sua decimazione, la sua cancellazione, egli considererebbe tutto

Piano Mattei?

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Inizio la mia riflessione a partire da una breve storia drammatica e profondamente vera , metafora della vita e delle relazioni tra i comuni mortali e i potenti. Non so se vi è mai capitato di leggerla. Ce la consegna un uomo che ne è il testimone oculare e che così la racconta. Tornando dalle sue consuete battute di caccia, dà sempre ai suoi due cani affamati un catino pieno di zuppa , così abbondante da poterne sfamare anche cinque. “Una volta - dice - vidi entrare un piccolo gattino, così magro, affamato, debole . Aveva una gran paura, e si avvicinò piano piano. Guardò ancora i cani, fece un miagolio e appoggiò una zampina al bordo del catino . Il bracco tedesco gli dette un colpo lanciando il gattino a tre o quattro metri , con la spina dorsale rotta. Questo episodio mi fece molta impressione. Ecco, noi siamo stati il gattino, per i primi anni…”. A raccontare questo tristissimo episodio, nel marzo del ‘61, è il grande imprenditore Enrico Mattei, fondatore dell’ENI , che negli anni

Benedizione

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Il 17 gennaio, giorno di Sant’Antonio Abate , come ogni anno Piazza San Pietro si è trasformata in una grande fattoria dove animali di ogni genere scorrazzavano tranquilli, tenuti al guinzaglio dai loro padroni, “partecipando” a una cerimonia sacra organizzata e preparata proprio per loro: la benedizione degli animali . Sant’Antonio Abate, egiziano, eremita e fondatore del monachesimo cristiano,  che visse a cavallo tra il terzo e il quarto secolo,  nonostante la sua vita austera,  per più di cento anni, è infatti riconosciuto dalla chiesa cattolica come il protettore degli animali e raffigurato spesso con un maialino accanto . Quello che si svolge ogni anno, non solo in Italia, è un rito antico che si celebra in molte località del Paese, e non solo nelle zone di campagna, fuori o dentro le chiese, per sottolineare l’importanza che gli animali hanno per il sostentamento dell’uomo e la necessità che essi siano “protetti” anche dall’Alto per continuare a svolgere il loro ruolo. Così u

Il bello che c'è

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  Voglio iniziare l’anno all’insegna della positività e dell’ottimismo, nonostante attorno a noi segnali di insensatezza e di delirio si facciano sempre più cupi e disastrosi. Tra le moltissime buone notizie che ci spronano a credere in possibilità più lungimiranti e costruttive, ce n’è una particolarmente straordinaria e “miracolosa” che ci contagia di gioia e di speranza e che ci conferma che l’impossibile a volte può diventare davvero reale, concreto, tangibile. La buona notizia è la rinascita, da 15 anni a questa parte, del rione Sanità di Napoli, un tempo luogo di spaccio e di criminalità , in cui il malaffare dilagava fiorente e indisturbato, e che oggi invece risplende in tutta la sua bellezza come fiore all’occhiello del capoluogo campano e dell’intero Paese . Un esempio virtuoso, questo, che grida a tutti in modo inequivocabile come si possa sconfiggere il degrado e la povertà quando c’è la volontà di cambiare e quando si imboccano le strade giuste. All’origine di questa rivo