Dare gratuitamente

 

Quante cose che non ci servono e che non usiamo ingombrano le nostre case, le nostre cantine, i nostri garage e non riusciamo a distaccarcene, a disfarcene, a eliminarle, o non sappiamo, pur volendolo, come liberarcene!

L’istinto più immediato che mette all’opera i più determinati è spesso quello di tentare di vendere ciò che è ancora in buone condizioni, ma i risultati sono ogni volta deludenti.


Chi è intenzionato a comprare, infatti, di solito è alla ricerca di articoli originali e di valore, da acquistare a basso prezzo per collezionare affari.

L’alternativa che si profila è allora quella della discarica che divora purtroppo a ciclo continuo non solo articoli inutilizzabili e logori, ma anche moltissimi oggetti ancora in buone condizioni, inquinando l’ambiente e ingigantendo sempre più quella enorme montagna di rifiuti che pesa già fin troppo sulle nostre spalle. Per avere solo un'idea, nel deserto del Cile sono accatastate centinaia di migliaia di tonnellate di abiti usati, col ritmo di  39 mila abiti l'anno, provenienti da ogni parte del mondo, Europa compresa. 

La discarica abusiva di Atacama (Cile)

Geniale e lungimirante, pertanto, si è rivelata l’idea di creare in internet un apposito canale per “regalare” questi articoli a chi può averne bisogno, donando loro una nuova vita, e valorizzandoli in un contesto diverso dal nostro in cui se ne avverte la necessità.

Il metodo si è rivelato efficientissimo e vincente, perché mette immediatamente in contatto chi dona e chi cerca, facendo scaturire da questo felice incontro una costruttiva occasione di condivisione e una intelligente via al riutilizzo di quanto merita ancora vita e futuro.

Tra i vari canali esistenti, due in particolare si rivelano molto validi e bene organizzati.

Il primo usa come denominazione uno slogan accattivante che cattura immediatamente l’attenzione: “Te lo regalo se te lo vieni a prendere”. 


È un messaggio chiaro e invitante lanciato da una pagina Facebook creata capillarmente in ogni località del Paese. 

Il progetto nasce nel 2011 in Ticino (Svizzera) per iniziativa di Salvatore Benvenuto, formatore di adulti, allo scopo di contrastare alcuni degli effetti più deleteri del consumismo.

Egli trae ispirazione  dal video “La storia delle cose” di Annie Leonard, nel quale si spiega quali sono le ricadute, sulla nostra vita e sul futuro dell’ambiente, dell’uso delle cose e del loro smaltimento.

Il progetto si è diffuso in tempi brevissimi in tutta Italia, al di là delle aspettative del suo fondatore, che non immaginava assolutamente di poter riscuotere un successo così strepitoso. Oggi sono infatti diverse centinaia di migliaia gli iscritti alla sua pagina Facebook.


Le finalità del progetto sono lodevoli: dare nuova vita a ciò che è ancora in buone condizioni e incentivare la costruzione di una società meno diffidente e più solidale. E in parte l’obiettivo è stato raggiunto.

Il meccanismo è semplice. Chi vuole regalare un qualsiasi articolo, compresi mobili e vestiario, pubblica un annuncio corredato di foto segnalando la “zona” del ritiro. Con le persone interessate, poi, si può avviare una breve conversazione privata su Messenger per concordare il luogo di incontro che non necessariamente deve coincidere con il proprio domicilio.

Il secondo canale opera attraverso il sito internet Subito.it alludendo con il suo titolo alla velocità della tempistica che intercorre tra il cercare e il trovare. Solo dopo pochi minuti infatti cominciano ad arrivare sull’App messaggi di prenotazione per il ritiro.



“Subito è conosciuto più come canale di vendita, e forse non tutti sanno che il sito mette a disposizione degli iscritti anche la sezione “regalo” che è frequentata da persone di ogni estrazione sociale, libere da pregiudizi e che non soffrono di complessi di superiorità.

Perché la richiesta di oggetti usati potrebbe essere considerata da qualcuno come un’umiliazione da evitare e di cui vergognarsi. In realtà, sono molti coloro che si accostano a questa possibilità con naturalezza, dignità e convinta determinazione nei confronti dell’obiettivo che si prefiggono di raggiungere.

Il sito dà anche la possibilità di messaggiare in forma privata per esprimere il proprio interesse per gli articoli offerti e concordare l’eventuale ritiro. 


Tanti sono i punti di forza di questa intelligente iniziativa.

Innanzitutto essa rappresenta una scelta anticonformista decisa contro lo spreco e lo stile di vita usa e getta, deleterio e gravemente diseducativo, che oltre a danneggiare l’ambiente e le tasche dei consumatori, non trasmette l’importanza della valorizzazione dei beni di cui si dispone, che verrebbero accolti come una vera benedizione da larga parte dell’umanità che non dispone neppure del necessario per vivere.

L’iniziativa inoltre è un gesto di amore, di gratitudine e di rispetto per gli oggetti stessi, che ci sono stati utili e che in molti casi meriterebbero ancora continuità di vita e di utilizzo. Promuoverne il riuso è come ringraziarli per quanto ci hanno donato e nello stesso tempo non far morire i nostri ricordi e quel nostro passato che essi in qualche modo custodiscono.


Particolarmente forte è inoltre la ricaduta di questa pratica sulla nostra educazione al distacco dalle cose che non usiamo e che non ci servono più. Nessuno è ferrato in questo esercizio. Il distacco, non solo quello dalle persone che è comprensibilmente difficile, ma anche quello dalle cose, che potrebbe sembrare più semplice, è sempre uno scoglio duro contro cui inesorabilmente sbattiamo e di cui spesso rimaniamo tristemente prigionieri.

Forse, però, dare una finalità significativa a questa decisione volontaria può essere di aiuto. La renderà certamente più invitante oltre che più utile a noi stessi, perché allenerà il nostro cuore e i nostri sentimenti a distacchi più importanti e più dolorosi, fino al distacco dalla nostra stessa vita.


Un altro aspetto virtuoso e significativo di questa scelta è imparare a condividere con gli altri, gratuitamente e gioiosamente. La condivisione infatti ci educa alla generosità e alla solidarietà, ripagandoci intensamente col sorriso e la gratitudine di chi riceve il nostro dono e si sente sostenuto da un gesto disinteressato di attenzione, in un momento di bisogno e di ricerca.

Ho sentito la responsabilità di scrivere su questo argomento, al quale da poco mi sono accostata anche fattivamente, grazie alla mia amica Christiane che me ne ha parlato e con la quale ci siamo scambiate opinioni di apprezzamento sui diversi suoi risvolti positivi, sul piano della cittadinanza e della giustizia sociale ed economica, sul piano etico ed ecologico, ma in un certo senso anche sul piano politico, se intendiamo la politica come un servizio alla città in cui viviamo e in cui tessiamo le nostre relazioni.


Non ho perso tempo a farne concretamente l’esperienza non appena se n’è presentata l’occasione. È stata un’esperienza sorprendente, interessante e devo riconoscere anche gioiosa. 

Oltre a qualche persona sprovveduta che avrebbe voluto caricare un armadio sul tetto dell’auto o che pensava di poter portare via degli altri mobili senza alcun mezzo di trasporto, ho incontrato comunque sempre tante brave persone che non avrei mai immaginato. 

Si sono dimostrate tutte non solo grate e soddisfatte, ma anche gentili, socievoli, sorridenti. Qualcuno si è addirittura presentato con un regalino da scambiare in senso di gratitudine. In qualche caso di particolare indigenza, inoltre, ho potuto cogliere nelle loro espressioni segni di difficoltà superate o di percorsi quotidiani faticosi, vissuti con dignità e coraggio.


Ho ancora molte altre cose da cui liberarmi e continuerò senza dubbio questo percorso intrapreso che pur “spogliandomi” mi arricchisce tuttavia di tanta leggerezza e umanità.

Consiglio vivamente a tutti di mettersi in gioco provando a fare una sorta di inventario dei propri beni, operando un discernimento di ciò che è davvero utile e necessario e condividendo con gli altri il resto.

Fa bene al corpo e all’anima. Serve a noi e agli altri. Produce frutti copiosi e piacevoli a chi dà e a chi riceve. Insomma, è una modalità semplice ma potente per mettere in moto meccanismi di solidarietà e di socialità alternativi a quelli che respiriamo giornalmente, costruiti sulla diffidenza, il sospetto, l’isolamento e l’incomunicabilità.

Provare per credere!



Commenti

  1. È una bella idea che anche io ho sperimentato quando ho ristrutturato casa.Mi ricordo con particolare simpatia un signore a cui avevo donato uno specchio con consolle abbinata. Il giorno successivo mi aveva telefonato felicissimo per come era riuscito a collocare i due oggetti nell’appartamento.Hai ragione Aurora pensare ,che un oggetto che ti è appartenuto ,possa trovare una nuova vita a casa di uno sconosciuta ti lascia nel cuore una grande gioia. Sandra

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  2. ottimo grazie è bene creare reti vicine se non esistono mirio

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  3. Ciao Aurora! Grazie per il tuo nuovo post. Interessante iniziativa, dona valore alla gratuità e al riuso, contrastando la " cultura dello scarto e dello spreco". Maria Cristina Scorrano

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  4. Ho sempre donato gli oggetti che non utilizzavo più ( porte, mobili di cucina, specchiera, mattonelle, indumenti,...) servendomi degli amici della caritas parrocchiale, del portinaio del condominio, degli addetti alle pulizie .
    Non ero a conoscenza di questi 2 canali telematici ( Te lo regalo se te lo vieni a prendere e Subito.it).
    Per il futuro potrei servirmene.
    Sicuramente donare senza cercare ricambio, è una bella azione che colma la necessità di un fratello e ci arricchisce il cuore.
    E a noi non costa nulla. Anzi evitiamo di ingolfare le discariche con beneficio dell'ambiente e diamo una nuova vita ai nostri oggetti che ci hanno fatto compagnia per un pezzo di strada.
    Salvo Patane '

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