Idee geniali

 


Nonostante le alte temperature che ci stanno mettendo duramente alla prova da settimane, mi ostino a prendere ogni giorno, dopo pranzo, il caffè caldo. 

Mi sembra di assaporarne meglio l’aroma e di sfruttarne più adeguatamente le proprietà digestive ed energetiche.

Inoltre, ogni volta che compio questo “rito” quotidiano, mi risuonano dentro le parole di un noto appropriato detto insegnatomi dalla mia cara sorella Iose’ che da 26 anni vive nella comunione dei santi: il caffè va sempre bevuto con tre c, caldo comodo e centellinato (o come dicono molti “carico”). E sorseggiandolo lentamente onoro così, senza interruzioni, anche la memoria di lei che sento costantemente accanto.

Giorni fa, prendendo tra le mani una delle mie belle tazzine artistiche, decorate con gli inconfondibili dipinti di Aldo Lanciano, regalo graditissimo della Lavazza, appena riempita di caffè fumante, l’ho sollevata stringendo il suo piccolo manico, sentendola scottare solo sfiorandola appena con le dita.


Mentre mi dirigevo verso il mio confortevole divano, mi ritrovavo a commentare così tra me e me questo semplice consueto gesto: deve essere stato davvero un genio chi ha inventato la tazzina con il manico!

Come sempre, il mio pensiero ha alimentato la mia curiosità e nei giorni successivi ho iniziato una ricerca e un approfondimento per scoprire l’origine di questa preziosa comodità, che viviamo forse senza alcuna considerazione, come ovvietà scontata e abitudinaria. 


È inevitabile per me andare alle origini delle cose, degli eventi, delle persone. È nella mia natura. Non so se è un pregio. Per qualcuno sarà forse un difetto, un complicarsi la vita. Ma per me è una necessità. Non è solo curiosità. È un meccanismo naturale della ragione che si interroga, che si chiede perché, come, quando accadono le cose, contro ogni fatalismo e inerzia di chi pensa che le cose succedono e basta ed è assolutamente inutile e ozioso chiedersi perché.

È stata una piacevole sorpresa scoprire così che solo dall'inizio del '900, mentre inizia a diffondersi il consumo del caffè espresso, comincia a comparire la tazzina da caffè nel suo design attuale e a essere chiamata con questo termine, che non è, come si potrebbe pensare, un diminutivo di “tazza” ma è un derivato dal nome del suo stesso inventore, Luigi Tazzini, pittore e ceramista italiano.

Formatosi a Milano, all’Accademia delle Belle Arti di Brera, viene assunto dalla Richard-Ginori come direttore artistico. 


Sede della Richard Ginori a Doccia, alle porte di Firenze (Foto d'epoca)

Affascinato dal nuovo stile dell’Art Nouveau, scoperta all’Esposizione Universale di Parigi del 1900, troverà in essa l’ispirazione per tutta la produzione in ceramica e porcellana della prestigiosa Società manifatturiera, compresa l’inconfondibile tazzina da caffè che sarà apprezzata e diffusa in tutto il mondo, giungendo intatta fino ai nostri giorni.

L'Art Nouveau della Richard Ginori. Collezione privata fiorentina

“L’incontro” con Luigi Tazzini ha suscitato in me una intensa riflessione che sintetizzo in poche parole: dietro ogni oggetto che usiamo e che rende comoda e più facile la nostra vita quotidiana c’è sicuramente qualcuno che l’ha pensato, l’ha creato, l’ha inventato, escogitando sempre nuove soluzioni per migliorare l’organizzazione della nostra vita in ogni contesto domestico, sociale e lavorativo, oltre che per esprimere e manifestare la bellezza artistica perfino nei più piccoli oggetti che accompagnato le nostre giornate.

Dovremmo andare sempre alla ricerca delle loro tracce per comprendere il valore delle cose di cui ci serviamo e trattarle con rispetto e gratitudine, vedendole come un prolungamento della loro persona.

Ogni inventore merita infatti non solo di essere ammirato e apprezzato per il suo genio creativo, ma anche di essere conosciuto e ricordato per tutti quegli oggetti che lo rappresentano e che esprimono la sua intelligenza e operosità


Commenti

  1. Cara Aurora interessante curiosità.Bello il tuo domandare e domandarsi.Non sapevo di questa invenzione,anche se forse qualcosa di simile doveva esserci nell'ottocento o no? A questo punto faccio una ricerca anch'io.Un abbraccio
    Francesca.

    RispondiElimina
  2. Ho preso spunto dal tuo articolo e mi sono leggermente documentato sulla storia della tazzina da caffè.
    Pare che risalga alla civiltà araba : " Tassah " un antico bicchiere usato durante le crociate.
    Nel 1700 in Inghilterra un certo Wedgwood ne creo' un modello ancora senza manico.
    In Italia Luigi Tazzini aggiunse il manico da tenere esclusivamente con due dita.
    Il materiale migliore è la porcellana, il colore dell' interno deve essere bianco per il giusto contrasto cromatico con la bevanda. Anche l'occhio, oltre al gusto , vuole la sua parte !
    Quello del caffè, in casa o al bar con gli amici , è effettivamente un " rito" a cui e' difficile sottrarsi e a cui non si rinuncia facilmente.
    Sul fatto che anche gli oggetti più semplici , abbiano " un' anima " , una storia, un lavoro di ricerca che ha portato alla loro introduzione nella nostra quotidianità penso siamo tutti d' accordo.
    Sembra tutto scontato, ovvio ma avrà richiesto sicuramente applicazione, sacrifici e fantasia.
    Buon caffè!
    Salvo Patane '

    RispondiElimina
  3. Grazie Aurora per questa insolita ricerca,ho imparato qualcosa in più e omaggio il sig. Tazzini che ci permette di sorseggiare il caffè nelle splendide tazzine che tutti abbiamo
    Un abbraccio. Tina Gentile

    RispondiElimina
  4. Bellissimo! Buon caffè in Tazzina grande 😂👍

    RispondiElimina
  5. Cara Aurora sicuramente un pregio chiedersi il perché delle cose e delle sue origini. Grazie per avermi fatto conoscere una notizie nuova. Il caffè è un momento della giornata che anche io vivo con una certa liturgia che mi fa star bene e dà l'inizio e la carica per affrontare la mia giornata. Tutto vero le 3 C ...che condivido pienamente. Grazie Aurora ...aspetto un’altra scoperta-ricerca. Lucia Zoda

    RispondiElimina
  6. Anche io ignoravo totalmente le origini del manico nelle tazzine del caffè. È vero, non mi sono mai chiesto le spiegazioni di questo prezioso accessorio. Ci voleva la cara Aurora a farmi pensare che anche dietro a dei piccoli particolari possono esserci grandi storie... grazie! Carlo Croce

    RispondiElimina
  7. Non mi sono mai soffermata a pensare il manico della tazzina e mi hai strappato un sorriso quando ho capito il senso del tuo post. Usiamo la tazzina e le nostre dita usufruiscono del prezioso lavoro del manico senza pensarci, senza riflettere, senza porci nessuna domanda. E la stessa cosa avviene per tantissime altre cose. Grazie per avermi fatto "vedere" il manico. Grazia Le Mura

    RispondiElimina
  8. Grazie Aurora! Non conoscevo la storia della tazzina di caffè. Interessante! Saremo in tanti ora a pensare a Tazzini sorseggiando un profumato caffè! Complimenti! Maria Cristina Scorrano

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Tre anni fa

Empatia e verità