Creatività e bellezza

 


“Librino” non è un piccolo libro da portare comodamente in borsa o in tasca, come la parola potrebbe indurre a pensare, ma è il nome di un quartiere della periferia sud-ovest di Catania, nei pressi dell’aeroporto Fontanarossa, con circa 80.000 abitanti, il cui nome presumibilmente deriva dall’aggettivo latino leporinus (della lepre) che richiama il leporium, luogo in cui gli antichi romani andavano a caccia di lepri, collegamento confermato dalla presenza ancora oggi sul territorio di questi animali.


Costruito a metà degli anni settanta, su progetto di un architetto giapponese, avrebbe dovuto ricalcare il modello dei quartieri satelliti inglesi detti New Town, allo scopo di creare, per l’ampliamento della città, nella cintura urbana, nuovi spazi moderni accoglienti e attrezzati, ben collegati al centro, con ampie zone alberate e verdi per richiamare sul luogo anche visitatori per passeggiate e gite fuori porta.


In realtà, quello che alla fine è stato partorito non è nulla di tutto questo, ma solo un assembramento di palazzi, di case popolari, di costruzioni abusive, dove negli anni si è  concentrata l’attività della criminalità comune e organizzata, e dello spaccio di droga.



Inoltre, l’inquinamento acustico, dovuto all’adiacente aeroporto, il clima torrido della zona, la vicinanza di altri quartieri periferici problematici come Fossa Creta e San Giorgio, la cattiva gestione dell’amministrazione locale, hanno contribuito a rendere Librino un sito inospitale e insicuro, luogo di abbandono e di degrado.


Negli ultimi vent’anni però una vera e propria opera di riscatto è stata promossa nella zona allo scopo di cambiarne il volto deturpato e tratteggiarvi i lineamenti di una bellezza tradita e negata per decenni.



L’iniziativa è legata a un nome forse noto a pochi, quello di Antonio Presti, di origini messinesi, un vero e proprio mecenate che si dedica da anni alla realizzazione di un progetto ad ampio respiro per la riqualificazione del quartiere.


Ideatore, alla fine degli anni 80, della Fiumara d’arte, un museo d’arte contemporanea all’aperto, unico al mondo, nei pressi di Cefalù, dove scorre il torrente Tusa, e dell’attiguo Atelier sul mare, un Hotel dal quale è possibile entrare in contatto diretto con le grandiose opere esposte, Antonio Presti ha voluto spendersi senza riserve anche per il quartiere di Librino ideando e finanziando una gigantesca opera d’arte disseminata lungo i chilometri di cemento grigi e anonimi del suo territorio e delle sue strutture.


Fiumara d'Arte, Labirinto di Arianna


Si è avvalso a tale scopo della collaborazione di giovani architetti, artisti, paesaggisti, designer che si sono fatti conquistare dai suoi sogni e dalla sua tenacia.



Le linee guida del suo operato sono chiare e inequivocabili: promuovere la politica della bellezza; valorizzare il territorio; coinvolgere figure professionali e giovani studenti in laboratori di idee creative; proporre progetti di autofinanziamento.


Il coinvolgimento delle scuole è stato uno dei punti forti di questa rivoluzionaria iniziativa che ha non solo trasformato l’ambiente decorandolo con una miriade di opere d’arte, ma sta cambiando anche la cultura e la mentalità dei suoi abitanti, a partire dalla formazione dei più piccoli, che da quattro generazioni sono protagonisti del cambiamento, e che hanno imparato a scoprire il fascino e la magia della bellezza, della creatività, dei colori, delle forme artistiche, impastando le loro creazioni con i loro nomi e i loro volti.



Due le grandi opere finora realizzate che sono riuscite ad occultare la bruttezza del cavalcavia in cemento armato che attraversa il territorio deturpandolo: la Porta della Bellezza e la Porta delle Farfalle, la prima inaugurata il 15 maggio 2009, la seconda il 14 aprile 2023.


La Porta della Bellezza è un’opera gigantesca, lunga 500 metri e alta 8 metri ed è composta da 9 mila formelle di terracotta, realizzate da 2.000 bambini delle scuole di Librino, guidati da Ornella Fazzina, siciliana, storico e critico d'arte dell’Accademia delle belle arti di Catania.



Con la Porta delle Farfalle è stato decorato un altro chilometro e mezzo del cavalcavia, trasformato in “mostra permanente” con una grande quantità di sculture, 50 bassorilievi in ceramica con 100 mila formelle di terracotta, un altro regalo prezioso per il quartiere.


L’opera è frutto di tre anni di lavoro che ha visto coinvolti, insieme agli artisti, 15 mila abitanti di Librino, 10 mila bambini delle 9 scuole del quartiere con le loro mamme, cittadini comuni, associazioni e parrocchie del territorio, oltre a 5 mila studenti di 16 licei artistici siciliani.



Suggestiva e toccante è anche la riproposizione del “Cantico delle Creature” attraverso le gigantografie dei volti degli abitanti del quartiere affisse lungo i cavalcavia e sui tralicci della luce di ogni strada, che accompagnano e “commentano” le parole di San Francesco con i loro sguardi, i loro sorrisi, i tratti unici e irripetibili delle loro espressioni, dal bambino appena nato, al ragazzo, al giovane, all’adulto, all’anziano, per poi ripercorrere il cammino inverso fino a una nuova nascita.



Fotografi importanti e affermati sono stati coinvolti e conquistati dalla passione creativa e dalla generosità di Antonio Presti e hanno immortalato nei loro scatti le persone del luogo e l'anima del quartiere.



L’incontenibile creatività e lungimiranza di Antonio Presti è anche all’origine della spettacolare scultura dal titolo “il Cavallo alato” collocata nell’aiuola del parcheggio di viale Bummacaro e realizzata dall’artista messinese Antonello Bonanno Conti.


Alcune espressioni, che Antonio Presti ripete frequentemente, con lo sguardo proiettato lontano, danno il senso e la misura della sua ispirazione e della missione che da anni ha deciso di abbracciare e che è diventata lo scopo della sua esistenza.


Porta delle Farfalle, Particolare

“Io amo Librino”.

Utopia non è quello che non si può realizzare, ma quello che il sistema non vuole che si realizzi”.

“Il valore del fare è il fatto”.

“La bellezza brilla più nel cuore di chi la desidera”.

“La mia vita scorre come una pietra lungo un fiume che non ha paura di diventare mare”.


Le sue idee e le sue parole sono state finora contagiose. Il suo fiume in piena ha trascinato un popolo e non si fermerà mai, perché continuerà ad arricchirsi lungo il suo percorso di altre migliaia di persone accomunate dalla stessa sensibilità per la bellezza e dallo stesso amore per il loro territorio.



E insieme, perseverando su questa strada, diventeranno un mare che porterà sempre più refrigerio e vitalità in questa terra dimenticata e abbandonata, che sarà salvata guarda caso non dai politici e dagli amministratori, ma dall’arte, dalla cultura e dall’amore, capaci di trasformare la bruttezza del bruco nella bellezza e nella leggerezza della farfalla.


Non possiamo essere tutti artisti o mecenati, ma può essere alla portata di tutti amare il proprio territorio, prendersene cura, rispettarlo, renderlo più pulito, più accogliente, più bello.


Mi piange il cuore nel constatare quanta scarsa sensibilità ci sia in molte città per questi valori da cui tutti potremmo trarre grandi vantaggi e benefici.


Dovremmo imparare molto da questa nobile testimonianza di altruismo e di intraprendenza creativa, e prendere esempio da chi ha saputo costruire questa storia unica, meravigliosa e straordinaria.



Commenti

  1. Come sempre,Aurora ci racconti storie che fanno bene al cuore.Grazie!
    È bello vedere che esistono persone generose e lungimiranti che hanno la capacità di vedere oltre,e soprattutto di immaginare qualche cosa che possa dare dignità ad un luogo e a delle persone.Immagino che ora gli abitanti del quartiere Librino si sentiranno parte di un bel progetto.Non ci resta che augurarci che tante altre persone sappiano raccogliere la sfida di Antonio Presti.Sandra

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  2. Grazie Aurora, il tuo post mi tocca il cuore: Librino è stato motivo di studio e soggetto della mia tesi, allora, negli anni 80, tra le poche supportata da foto e diapositive. Ricordo ancora le strade piene di fango, le infrastrutture inesistenti, le interviste che erano spicchi di vita e di dolore, le problematiche non risolte ma semplicemente ignorate. Un progetto meraviglioso, una realizzazione che si è identificata più con un ghetto che con un quartiere satellite. Iniziative come queste aprono strade, anzi autostrade alla fantasia, alla creatività, alle relazioni. È vero la bellezza salverà il mondo e lo farà salvando vite e storie. Grazia Le Mura

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  3. Conosco Antonio Presti e fiumara arte.Ho portato le mie figlie ragazzine,a conoscere quei posti meravigliosi.Devo dire che il messaggio artistico è stato recepito,perché Ottavia la minore,e tornata di recente con il compagno a rivedere quei luoghi.Antonio Presti è un filantropo,lungimirante e di grande sensibilità.I posti sono bellissimi.Librino è una scommessa..con la vita, con il sistema e la criminalità organizzata.Comunque vada,l'opera di Presti è uno spiraglio di luce che vale la pena guardare. Francesca Morgia

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  4. Che bella storia l'incontro tra Antonio Presti e il quartiere Librino! Grazie Aurora! Un abbraccio. Maria Cristina Scorrano

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  5. bello, molto bello anche in mezzo alla strada può nascere un fiore un abbraccio mirio

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  6. Carissima Aurora, grazie assai per avermi fatto riemergere nella memoria le 2 opere di Antonio Presti che io alcuni anni fa,ho visitato e mi hanno meravigliato non poco.
    Ho visitato la Piramide di Motta d'Affermo della Fiumara d 'arte, espressione di un Ascensore verso il cielo,e,poi anche l'Atelier sul mare, museo albergo di Castel di Tusa,con camere d'arte.
    Bel personaggio Antonio Presti,che ho sempre ammirato per la sua creatività alla ricerca della Bellezza.
    Non ultimo l'impegno profuso nel riscatto del quartiere di Librino che seguo costantemente.
    Filippo Grillo

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