Il respiro dell'universo

 


È di qualche settimana fa la notizia di una scoperta sensazionale: nell’universo, tra pianeti e galassie, risuona una musica straordinaria che si espande nello spazio.

Essa accompagna il movimento di 67 stelle di neutroni che appartengono alla via Lattea, dette pulsar.

Il suono è impossibile percepirlo con l’udito umano perché è a bassissima frequenza ma è stato captato da tredici telescopi appositamente inviati nello spazio.

Lo chiamano “il respiro dell’universo” perché non si tratta di una melodia armonica ma di una pulsazione simile a quella dei battiti del cuore.

Giovanni Keplero, autore delle tre leggi sul moto dei pianeti, già all’inizio del 600 aveva “registrato” la presenza di un’armonia musicale nell’universo, generata e diffusa, a seconda della loro orbita, dal movimento dei pianeti, e della quale aveva persino trascritto lo spartito.


La sua teoria, frutto di rigorosi e accurati calcoli matematici, era pervasa tuttavia anche da convinte interpretazioni teologiche

Mosso infatti da sentimenti di stupore e di contemplazione, era convinto che tali suoni fossero il segno della mano divina all’origine del creato, “firma” della sua presenza creatrice e perfezionatrice del cosmo.

A distanza di quattro secoli, sono ancora molti gli scienziati che, muovendosi nello spazio e tra le galassie, pur servendosi di metodi di osservazione assolutamente scientifici, rimangono come Keplero incantati e contemplativi davanti al mistero e alla perfezione dell’universo. Perché fede e scienza non sono contrapposte e inconciliabili come qualcuno crede.

Stella di neutroni

Gli studi contemporanei hanno fatto passi da gigante rispetto alle percezioni dello scienziato tedesco, e rappresentano il traguardo importante di un lungo cammino. 

La scienza, infatti, guidata spesso da ipotesi e da intuizioni folgoranti, ha bisogno poi di tempi lunghi e di studi approfonditi per poter giungere a dimostrazioni che siano plausibili e accettabili.

Da decenni la scoperta delle onde gravitazionali affascina gli esperti ma anche tanta gente comune che con il naso all’insù da sempre interroga le stelle per indagarne i misteri e cogliervi in essi anche criteri di lettura e di interpretazione della realtà e della storia.

L'astrofisica è una scienza che appassiona e incanta l’uomo, continuamente proiettato verso il superamento dei suoi limitati e angusti confini, e desideroso di ampliare le sue conoscenze e svelare segreti un tempo imperscrutabili.

Stella di neutroni

La straordinaria rivelazione di questi giorni, punto di arrivo per una nuova ripartenza, è il frutto di un lavoro internazionale a cui hanno aderito scienziati di tutto il mondo: europei, americani, giapponesi, indiani, ed è una conferma dell’esistenza delle onde gravitazionali generate dai buchi neri che si formano durante la fusione tra le galassie.

Quello che viene da chiedersi di fronte a tanta meraviglia è quale sia la ricaduta di tali conoscenze sulla nostra quotidianità.

La tentazione da cui possiamo essere colti è considerare del tutto ininfluenti, superflue, se non addirittura inutili le dispendiose ricerche di astrofisica e le sue scoperte.

In realtà non è così perché, da quando sono iniziati gli studi scientifici sull’universo con Keplero e Galilei, sono stati compiuti dei passi importanti che hanno migliorato anche la vita sul nostro pianeta.

Ma già nelle epoche più antiche, lo studio degli astri è stato fondamentale in molti campi, dall’individuare le rotte dei marinai, alla misurazione del tempo e alla realizzazione dei calendari.


Nell’era moderna poi basterebbe pensare all’importanza, per le nuove tecnologie, delle conoscenze sulla termodinamica, sulla fisica quantistica, sull’elettromagnetismo, sulla gravità.

E ancora, negli ultimi decenni, le invenzioni di strumenti e oggetti utilizzati nelle missioni aerospaziali della NASA che hanno avuto una diretta ricaduta anche sulla nostra vita quotidiana, dall’abbigliamento termico usato in medicina e nello sport, al trapano senza fili, alle lenti antigraffio, ai microcircuiti, ai dispositivi di imaging, al GPS per la localizzazione, di cui oggi non sapremmo fare più a meno.


Ma ancora più importante è l’apertura dei confini e l’ampia prospettiva che l’astrofisica regala all’umanità e alla sua visione della storia, invogliandola a guardare dall’alto la realtà per prendere coscienza della nostra infinitesimale piccolezza rispetto all’immensità dell’universo. 

Perché siamo tutti davvero soltanto un pulviscolo provvisorio e insignificante, pur nella nostra grandiosità, in questo meraviglioso e imperscrutabile cosmo.

Una consapevolezza questa che dovrebbe rendere l'uomo più saggio, più lungimirante, più magnanimo, più collaborativo, più aperto agli altri.

E invece fa rabbia rendersi conto di quanto sia illogico l'essere umano. Perché è in grado di reperire e destinare ingenti risorse alla conoscenza dell’universo (27,2 miliardi sarà il finanziamento destinato alla NASA per il 2024), così come alla costruzione di armi (a febbraio 2023 Europa e Stati Uniti hanno stanziato 100 miliardi di dollari per la guerra in Ucraina) ma non è altrettanto capace di custodire questo nostro pianeta e di salvare questo nostro mondo dalla fame, dalla miseria e dai conflitti.

La razionalità e l’intelligenza, infatti, non sono spesso la molla che guida e orienta le scelte di questa nostra povera e folle umanità.


Commenti

  1. Ciao Aurora grazie di questa bella notizia...
    Quando pensiamo alla vita la consideriamo soltanto terrena e se pensiamo a pianeti e galassie le consideriamo statiche come fossero materia statica senza vita. Leggere che c'è una vita, una sorta di respiro, ci fa capire come l'universo sia vivo come lo siamo noi e dovremmo cominciare a pensare che la vita ci sorpassa, è più grande di noi e va oltre e si esprime con le forme e le manifestazioni che Dio, Vita eterna ed Infinito, imprime a tutta la sua creazione.
    Mi colpisce inoltre leggere che già i nostri antenati, padri della scienza, fossero arrivati alle nostre stesse considerazioni con i poveri e limitati strumenti allora in possesso.
    Si conferma che siamo nani sulle spalle dei giganti. Giuseppe Raciti

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  2. Grazie Aurora, ho letto con piacere questo post; mi hai fatto fare un tuffo nei miei studi universitari quando preparavo storia della scienza...materia complessa e ostica ma affascinante ....e si la scienza risale ad epoche lontane! Lucia Zoda

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  3. L'universo riflette il respiro di Dio.
    Una creazione continua ed instancabile controbatte tutti i tentativi di autolesionismo e di attacco dell'uomo all'equilibrio del pianeta.
    Se si potesse ascoltare, sarebbe la più bella sinfonia mai composta e si può solo immaginare con gli occhi e con il cuore, assistendo al sorgere del sole o ad un tramonto che colora il cielo di mille sfumature di arcobaleno.
    Salvo Patane '

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  4. la cosa meravigliosa è che anche noi facciamo parte di questa musica e che siamo tutti in relazione,siamo concreatori e abbiamo la grande responsabilità di contribuire con un nostro verso a far sì che il progetto del Creatore si compia

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  5. Ciao Aurora,
    questo tuo articolo ha riportato a galla nella mia mente un'idea che avevo dimenticato. Si tratta di una sorta di equazione matematica in cui i fattori che entrano in gioco, in modo inversamente proporzionale, sono l'interesse per le scienze e i sentimenti di autoesaltazione. Tuttavia, paradossalmente, quando uno dei due fattori tende all'infinito, finisce per coincidere con l'altro. Come ad esempio la scoperta dell'energia nucleare, nonostante la sua enorme potenzialità, che oggi viene sfruttata solo marginalmente in campo medico (come la NMR: Risonanza Magnetica Nucleare), sia stata, per contro, utilizzata quasi esclusivamente per dotarsi di migliaia di ordigni capaci di annullare totalmente la vita sul nostro pianeta...! Carlo Croce

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  6. Già i pitagorici parlavano di una "musica delle stelle". Giuseppe Savagnone

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  7. Ho letto... molto interessante. Anche Margherita Hack ha dato delle definizioni meravigliose sull'universo. Ho seguito una sua trasmissione e anche lei che era atea, ha spiegato che un qualcosa di cui sconosciamo l'esistenza muove tutto l'universo che è infinito. Francesca Morgia

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  8. Grazie Aurora per il tuo post. Le nuove conoscenze scientifiche sull'universo ci riempiono di stupore e rimandano al mistero del Creatore. Scienza e Fede, come ha affermato Giovanni Paolo II, sono due ali verso il vero. Un abbraccio. Maria Cristina Scorrano

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  9. Cara Aurora con questo tuo post mi hai ricordato l’emozione con cui il 14 settembre del 2015 accolsi la notizia della rilevazione delle onde gravitazionali. Onde che 100 anni prima Albert Einstein aveva ipotizzato, ma che nessuno era riuscito a rilevare.
    Ricordo che, mentre preparavo le lezioni per i nostri studenti, finalmente curiosi e interessatissimi a questo evento assolutamente straordinario, ero pervasa da un senso di gratitudine da una parte, mentre dall’altra mi sentivo infinitamente piccola e inadeguata a spiegare il fenomeno. Ho pensato: se la mente umana può immaginare il “respiro di Dio” quello che in quei giorni si ascoltava era molto vicino. Grazie quindi per averci segnalato questo ulteriore passo avanti fatto dalla scienza, e personalmente avermi fatto ricordare un momento della mia attività di insegnante tanto emozionante. Sandra

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  10. Grazie Aurora. Come sempre articolo interessantissimo!
    La scoperta sensazionale di questa sinfonia cosmica mi gratifica profondamente. Forse nell'eternità avremmo modo di percepirla. Affettuosi saluti. Silvana

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