L'ascolto liberante

 Sapere ascoltare è proprio dei saggi



Non poter comunicare a nessuno il proprio dramma e non essere presi sul serio genera solo sgomento e altro indicibile dolore. 

È la forza della parola e dell'ascolto che salva! 

Sicuramente tutti abbiamo vissuto nel nostro piccolo situazioni di incomunicabilità. 

Esprimere il proprio disagio e disorientamento e non trovare nell’altro fiducia e comprensione è un’esperienza schiacciante. 

Ci si sente sbagliati! 

Ti fanno credere che stai vaneggiando, che è tutto frutto solo della tua immaginazione, che dovresti andare da uno psichiatra perché deformi con la tua interpretazione la realtà...

Alla fine si può rischiare di impazzire davvero. 

A meno che lungo la tua strada trovi finalmente qualcuno capace di ascoltarti veramente e di caricarsi del tuo dolore. 

E l’incontro con l'altro e il suo ascolto ti libera, alleggerendo le tue spalle dal peso che portavano! 

Quel dolore infatti comincia a pesare di meno perché c’è un altro che lo porta con te. E poi cominci a guardarlo nella sua oggettività, fuori di te, prendendone le distanze e trovi in te le risorse per scavalcarlo e andare oltre.

Fortunato chi riesce a incontrare persone capaci di questo ascolto liberante, persone che meritano per sempre tanta riconoscenza.

Mentre sta per concludersi la ventunesima giornata della memoria della Shoah, che si celebra ogni anno affinché fatti così drammatici non si ripetano più nella storia, mi chiedo come tanti sopravvissuti siano riusciti a ricominciare a vivere dopo aver conosciuto l'inferno dei campi di concentramento e di sterminio.  

Da tante loro testimonianze emerge sempre una nota costante: la funzione liberatoria del raccontare l’inverosimile e dell’essere ascoltati e creduti. 

Purtroppo ancora oggi c'è chi ha la pretesa di riscrivere la storia negandola, facendo a meno dei testimoni e dei documenti, e scavando una voragine ancora più grande nell’animo di chi dopo tanti decenni continua a portarsi nel cuore le ferite non rimarginate dell’annientamento totale della propria esistenza.

Ma non bisogna perdere mai la fiducia nella forza educativa della conoscenza affinché l'auspicio che la storia sia davvero "maestra di vita" non sia più smentito dai fatti. 








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