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In piena guerra

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  Un solo pensiero da ieri scandisce le ore della nostra giornata: la guerra e l’ angoscia del popolo ucraino , che piange già le sue vittime a centinaia. Le nostre speranze sono state deluse. Le nostre preghiere sono state inefficaci. Nemmeno Dio può scalfire i cuori induriti dall’odio e le menti ottenebrate dall’arroganza e dalla sete di potere. Grande è il dolore e lo smarrimento di chi ha creduto nella possibilità del dialogo e delle trattative diplomatiche. “ Aspettavamo la pace, ma non c’è alcun bene , l’ora della salvezza ed ecco il terrore!” (Ger 14,19). Quello che scriveva il profeta Geremia molti secoli fa lo stiamo vivendo oggi ancora una volta. Putin sta dimostrando tutta la sua bassezza morale, la sua inflessibilità e la sua ottusità.  Ha inscenato la disponibilità a trattare con l'Occidente ma aveva già chiaro il suo piano d’azione . Il 21 febbraio ha dichiarato il riconoscimento del Donbass davanti alle telecamere e agli esponenti del suo governo, divisi da l

Liberi di essere

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  Direzione : un termine che racchiude in sé tanti significati. Può richiamare l’attività di chi organizza e guida un’azienda , una scuola, un Ente... Può riferirsi al ruolo di chi fa sì che, in un'orchestra , molteplici strumenti musicali si esprimano in un insieme armonico. Ma si riferisce anche all’orientamento del nostro muoverci nello spazio : un comportamento naturale e spontaneo nella maggior parte dei casi ma che può determinare, in altri, gravi difficoltà.  Vi è mai capitato di perdervi per strada e di non sapere quale direzione prendere per raggiungere la meta del vostro percorso? A me capita spesso, perché la natura è stata con me poco generosa e non mi ha regalato neanche una briciola di quel senso d’orientamento che in questi casi sarebbe indispensabile.  Da quando però esistono i navigatori satellitari mi sento un’altra persona! Ho un amico sempre al mio fianco che mi suggerisce passo passo l’itinerario da seguire e si adegua alle mie eventuali modifiche, volute o

No alla Guerra!

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  Alina è una donna ucraina venuta in Italia per lavorare. Assiste una signora anziana come badante e, con il suo guadagno, sostiene il marito e il figlio che ha lasciato nel suo Paese d’origine: una vita di sacrifici, di rinunce, di solitudine . Con i suoi familiari passa ogni anno solo i due mesi estivi, tenendo comunque unita la famiglia e assicurandole un futuro. Ma Alina è solo una delle tante donne dell’est  che, per far fronte alle indigenze del suo Paese, rinuncia ai suoi affetti e alla sua casa, sognando un domani diverso .   Oggi, però, tra i suoi pensieri quotidiani che la turbano non c’è più solo la lontananza dai suoi familiari, ma la minaccia di una guerra che distruggerebbe insieme ai suoi sogni anche il suo paese. Mentre mi parla, leggo nei suoi occhi lo smarrimento e l’incapacità di comprendere le ragioni di questo pericolo. “Dopo tutto, si chiede, cosa desideriamo? La libertà di decidere il nostro futuro! La Russia è una terra immensa. Perché ha bisogno di soggiog

Presunta superiorità

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  Maschilismo, ovvero “presunta" superiorità dell’uomo rispetto alla donna. O meglio:  "Concezione e comportamento secondo cui all'uomo viene riconosciuta una posizione di superiorità , e quindi di privilegio, nei confronti della donna" (lo Zingarelli). Pur essendo tale superiorità, benché riconosciuta, in realtà soltanto “presunta”, e dunque supposta e tutta da verificare, tuttavia chi pensa e agisce da maschilista è convinto che il maschio sia davvero superiore alla femmina , da tutti i punti di vista: per le sue doti fisiche, per i suoi attributi e le sue prestazioni sessuali, per le sue qualità intellettuali, per le sue capacità morali e spirituali, per le sua abilità pratiche e organizzative. E, in nome di tale presunta superiorità, il maschilista difende il predominio dell’uomo sulla donna , considerata a lui inferiore , sia biologicamente che in ogni settore della vita sociale, familiare e personale. Maschilismo si declina con forza fisica , prepotenza, impo

Nuovi tabù

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    È un tema insolito quello che mi accingo ad affrontare, una sorta di tabù che ci vuole coraggio a infrangere... Il termine “tabù” infatti significa proibito ,  intoccabile . Si riferisce a qualcosa che è riservato esclusivamente a pochi, come ciò che è sacro e che è riservato solo a Dio. P recisa lo Zingarelli che il termine   può indicare anche "cosa non nominabile, argomento, tesi che non si possono criticare ". È lento un tabù a morire , e solo con l’evoluzione culturale e l’apertura e il confronto con altre culture può essere accelerato un suo superamento. Ciò conferma che difendere e tramandare un tabù è sempre indice di chiusura mentale, di miopia, di integralismo . Mentre oggi si vanno sgretolando progressivamente, nelle società occidentali, vecchi tabù del passato, nuovi tabù cercano di farsi strada e di imporsi. Evidentemente, quello che non si riesce a superare è l’atteggiamento di fondo: la presunzione cioè che si possano imporre a una popolazione verità