Presunta superiorità

 


Maschilismo, ovvero “presunta" superiorità dell’uomo rispetto alla donna. O meglio: "Concezione e comportamento secondo cui all'uomo viene riconosciuta una posizione di superiorità, e quindi di privilegio, nei confronti della donna" (lo Zingarelli).

Pur essendo tale superiorità, benché riconosciuta, in realtà soltanto “presunta”, e dunque supposta e tutta da verificare, tuttavia chi pensa e agisce da maschilista è convinto che il maschio sia davvero superiore alla femmina, da tutti i punti di vista: per le sue doti fisiche, per i suoi attributi e le sue prestazioni sessuali, per le sue qualità intellettuali, per le sue capacità morali e spirituali, per le sua abilità pratiche e organizzative.

E, in nome di tale presunta superiorità, il maschilista difende il predominio dell’uomo sulla donna, considerata a lui inferiore, sia biologicamente che in ogni settore della vita sociale, familiare e personale.

Maschilismo si declina con forza fisica, prepotenza, imposizione, sfruttamento, arroganza, sopraffazione, discriminazione.

Sinonimo camuffato di maschilismo è il termine "paternalismo" che, in senso generale, indica l'atteggiamento bonario e protettivo di una persona, che esercita un potere, nei confronti di un'altra, dalla quale pretende in cambio consenso,  asservimento e devozione. Dietro un apparente amore, dietro una finta attenzione e cura nei confronti del soggetto "protetto", si nasconde di fatto un comportamento di asservimento,  di sottomissione, di soggezione, di dominio, di possesso assoluto ed esclusivo (cf. sul tema F. De Giorgi, La forza della santità. Con Giuseppe un anno oltre il maschilismo, Avvenire.it, 17 marzo 2021).


Prima ancora che una qualità del carattere esercitata ed esibita, maschilista è la mentalità, la visione della società e della storia.

Non sono solo gli uomini maschilisti. Molte donne ricevono un’educazione maschilista di cui sono sostenitrici, senza a volte neppure accorgersi di esserne anche vittime. Anzi, la difendono e la perpetuano, attraverso il ruolo educativo che svolgono, specie in famiglia, considerandola giusta e fondamentale per un adeguato equilibrio sociale, economico e politico. Niente di più falso e fuorviante.

Maschilista è l’aria che si respira nel nostro paese, in ogni suo ambito.

Nella politica, dominata da una massiccia prevalenza maschile, che ancora una volta in questi giorni ha dato prova di incapacità, di miopia,  di chiusura e vuoto mentale: una politica che brancola nel buio, mossa solo da squallidi giochi di potere e da meschini interessi personali; che ha giocato sulla possibile elezione di una donna come Presidente, calpestando con  tanta superficialità la sua dignità.


Nel lavoro, dove uomini-fantoccio, mediocri e incapaci, fanno carriera, e donne con eccellenti percorsi formativi e intelligenze brillanti fanno la gavetta per anni o per tutta la vita, o decidono di espatriare per vedere riconosciuti altrove le loro qualità e i loro meriti.

Nelle famiglie, dove i mariti fanno da padroni serviti e riveriti, e dove le mogli sgobbano senza sosta per conciliare lavoro, casa, marito e figli.

Nella società, dove i maschi guardano alla donna come allo strumento per la soddisfazione dei loro piaceri, rivendicando il diritto di usarle e di abusarne a loro discrezione, come loro proprietà.

Nella Chiesa, dove domina un clericalismo indiscusso, dove solo l’uomo esercita il potere, a tutti i livelli, e dove la donna è accolta solo se può essere sfruttata per lo svolgimento di mansioni secondarie, sempre subordinate a quelle maschili e clericali.


Nella cultura, nel linguaggio, nei processi educativi... Non ce ne accorgiamo neanche, ma tutto è impregnato di maschilismo.

Maschiliste sono molte espressioni del nostro linguaggio, modi di dire, proverbi, basati su visioni sessiste e pregiudizi mortificanti per la donna.

Maschilista è la struttura e l'uso della lingua italiana dove il maschile ha sempre la precedenza sul femminile; dove non viene recepita, con l'introduzione di nuovi termini, l'emancipazione della donna e il suo esercizio di ruoli di prestigio faticosamente conquistati. Termini come ingegnere, ministro, presidente ... continuano ad essere usati solo al maschile, anche quando a ricoprire questi ruoli sono delle donne, benché il vocabolario abbia accolto in molti casi l'evoluzione della cultura e del linguaggio.

Maschilista è l’educazione che si riceve in famiglia, dove si riservano attenzioni particolari, privilegi, trattamenti e ruoli diversi ai figli maschi rispetto alle femmine.


Auguri e figli maschi” è l’augurio che si rivolge ancora oggi alle coppie che si uniscono in matrimonio: un modo di dire che manifesta apertamente l’idea che gli uomini debbano godere di una indiscussa precedenza rispetto alle donne, anche solo perché si deve a loro la possibilità di dare continuità al cognome paterno, anche se oggi non è più così.

Dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna” sottolinea un altro detto altrettanto maschilista. Niente di più offensivo e umiliante, perché rivela, senza suscitare nessuna indignazione, una scandalosa realtà: donne capaci, intelligenti, competenti, che lavorano sempre dietro le quinte, con sacrificio e a tempo pieno, sfruttate, usate, derubate delle loro idee, delle loro proprietà intellettuali, per fare brillare della loro luce uomini di poco conto, gonfi del loro orgoglio, che pronunciano discorsi, che pubblicano libri, che ricevono elogi, onori e riconoscimenti, che si appropriano di progetti che meriterebbero ben altre firme.



Quanti docenti universitari, politici, teologi, pubblicano volumi scritti dai loro allievi, tra cui moltissime donne, frutto di ricerche, tesi di laurea, approfondimenti, indagini, dati, da esse raccolti, analizzati, elaborati. E lo dico anche per esperienza personale.

Come si spiegherebbero, diversamente, i loro curricula chilometrici, gli elenchi infiniti di volumi pubblicati? Dove avrebbero potuto altrimenti trovare il tempo per accumulare tanti titoli, esercitando contemporaneamente una professione così impegnativa, da docenti universitari, chirurghi, ministri, dirigenti...  


Anche la predicazione risente spesso di questa mentalità. Ricordo ancora oggi con amarezza, dopo decenni, l'espressione di un religioso che dal pulpito definiva la donna con termini offensivi e irricevibili: "La donna che cos'è? Rituffo di caffè". Sicuramente la persona in questione sarà stata mentalmente disturbata, ma giudizi  e comportamenti discriminatori nei confronti delle donne continuano ancora oggi a circolare indisturbati in molti ambienti ecclesiali, dove i tentativi di rivendicazione delle donne vengono liquidati con sorrisini di commiserazione e di derisione. 


Espressioni come quelle elencate tradiscono vistosamente una cultura maschilista radicata nei nostri costumi e a cui, purtroppo, molte volte ci si abitua rassegnati.

Quando essa viene denunciata e contestata, provoca reazioni incontrollate di dissenso e di intolleranza in coloro che la coltivano e la difendono. Come se si parlasse di fantasie e di allucinazioni!

Il negazionismo dilaga trionfalmente anche in questo campo.

Non credo che sarà mai estirpato il maschilismo dalla mentalità e dai comportamenti della nostra società, perché le sue radici sono antiche e troppo consolidate. Quello che spero e mi auguro intensamente è che non si fermi mai la sua denuncia e la fatica di portare avanti sempre nuovi percorsi educativi rivolti soprattutto alle nuove generazioni: nella scuola, in famiglia, nella stampa, nei teatri, nella produzione cinematografica, nelle emittenti televisive...

Sono le cordate costruite dalle persone pensanti e dall'animo gentile che possono lasciare un segno di cambiamento nella storia. E questo è già un grande risultato che  motiva fortemente a non interrompere mai questo cammino.







Commenti

  1. La questione del maschilismo è vera ed è reale ma, secondo me non si supera con l'affermazione della donna sull'uomo, quasi una sorta di rivalsa o di competizione, quanto piuttosto nel riconoscersi complementari. Io non basto a me stesso e soltanto nel comprendere che l'altro e l'altra mi arricchiscono e mi completano che si può superare questa dialettica. Ci sono cose che l'uomo npn sa fare e che indubbiamente voi donne fate meglio...ci sono poi delle prerogative tutte femminili che l'uomo non possiede perché siamo strutturati in maniera differente e complementare. Il segreto è capire chi, cosa e dove e quando l'altro, l'altra mi completa. Questo è il segreto della felicità. Molto facile a dirsi ma è un percorso esistenziale e di maturazione umana. Giuseppe Raciti

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  2. Carissima Aurora, hai già espresso con completezza le implicazioni che questa piaga incallita del maschilismo continua a seminare.
    Io credo, però, che i mali di questa società sono tanti e che il maschilismo è soltanto uno di essi.
    Credo che la nostra società, oggi più che ieri, sia profondamente malata, per il fatto che i valori più importanti ed imprescindibili, che attengono al rispetto della persona, vengono puntualmente bypassati e ad essi sono subentrati il clientelismo, il favoritismo, la prevaricazione, l’egocentrismo, l’insensibilità verso le esigenze dell’altro, l’ipocrisia e l’ostentazione dell’appartenenza a un determinato status sociale, ossia al raggiungimento di un certo livello di ricchezza e di potere.
    Ciao 😘

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  3. IL MASCHILISMO NON ESISTE
    Il maschilismo non esiste... Esiste il femminismo. Lo dimostrano le migliaia di barboni e di suicidi che ogni anno vengono ridotti alla fame da mogli infedeli o muoiono nei cartoni sui marciapiedi delle grandi città. In ogni caso il maschilismo non si combatte inventando il delitto di femminicidio... che è una sconfitta dello Stato e una dimostrazione di impotenza della magistratura... Il maschilismo, se esiste, deve essere sconfitto, con l'educazione familiare, scolastica e religiosa e con la prevenzione. Quanto all'educazione, nessuno mai si è preoccupato di insegnarla, coltivarla, controllarla, consigliarla... La famiglia è stata distrutta da radicali ... riformisti... e democristiani fasulli come Casini e simili soggetti... La Scuola è stata distrutta dai Governi riformisti e forzisti che hanno squalificato gli insegnanti e inserito nei programmi indirizzi fuorvianti... La Chiesa è l'organo più sessista e maschilista del pianeta... Non parliamone nemmeno... Non è dalla Chiesa che ci si può aspettare
    l'esempio. Quanto poi alla prevenzione... bisogna obbligare per legge i Magistrati ad incarcerare i partner pericolosi fin dalla prima denunzia delle mogli, fidanzate, compagne, ecc.... Accertare la veridicità delle accuse e, in caso di false denunzie, incarcerare le femmine è liberare i maschi innocenti. (C. Sarcià)

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