No alla Guerra!

 


Alina è una donna ucraina venuta in Italia per lavorare. Assiste una signora anziana come badante e, con il suo guadagno, sostiene il marito e il figlio che ha lasciato nel suo Paese d’origine: una vita di sacrifici, di rinunce, di solitudine. Con i suoi familiari passa ogni anno solo i due mesi estivi, tenendo comunque unita la famiglia e assicurandole un futuro.

Ma Alina è solo una delle tante donne dell’est  che, per far fronte alle indigenze del suo Paese, rinuncia ai suoi affetti e alla sua casa, sognando un domani diverso. 



Oggi, però, tra i suoi pensieri quotidiani che la turbano non c’è più solo la lontananza dai suoi familiari, ma la minaccia di una guerra che distruggerebbe insieme ai suoi sogni anche il suo paese.

Mentre mi parla, leggo nei suoi occhi lo smarrimento e l’incapacità di comprendere le ragioni di questo pericolo. “Dopo tutto, si chiede, cosa desideriamo? La libertà di decidere il nostro futuro! La Russia è una terra immensa. Perché ha bisogno di soggiogare altri territori?”

La gente semplice non si rassegna all’idea che la propria vita possa essere appesa al filo dei giochi di forza e di potere di chi guida le sorti del mondo. La considera una follia illogica e incomprensibile. Quale può essere la ragione recondita per non amare la vita, il progresso, il benessere, e scegliere invece la distruzione, la morte, la miseria dei popoli?


Di una
possibile guerra in Ucraina sentiamo parlare ormai da mesi anche noi. Il rischio dell’invasione russa è alle porte, sebbene non si sia ancora persa la speranza che venga scongiurato questo pericolo.

In realtà, però, un conflitto tra Russia e Ucraina è già in atto da tempo, dal febbraio 2014, da quando cioè Putin, sostenendo i separatisti, ha invaso “furtivamente” la Crimea e il Donbass (regioni di Doneck e Lugansk), nella zona sud-est del Paese, dove si concentra la maggior parte della popolazione di etnia russa. Una guerra di cui nessuno parla e dove le popolazioni civili, prima di tutto i bambini, pagano ogni giorno un prezzo pesante. 

Dal 2014, circa 3 milioni di persone, tra cui 400 mila bambini, vivono in condizioni precarie, e hanno bisogno di aiuti umanitari. I bambini nati in questi ultimi 8 anni non hanno mai conosciuto la pace e sono cresciuti tra bombardamenti, violenze e privazioni.


E adesso si vorrebbe  replicare lo stesso tipo di violenza nel resto dell’Ucraina, come se non bastassero le esperienze in atto per prendere coscienza dell’abominio e dell’inutilità delle guerre

La Russia infatti non ha mai rinunciato a considerare questa terra sotto la sua sfera di influenza, allo scopo di proteggere i suoi confini dal “controllo” della Nato.

Le potenze del mondo fanno esercitazioni di dialogo e di mediazioni diplomatiche, per fortuna, mentre organizzano anche alleanze e spostano le loro pedine militari per non farsi cogliere impreparate da un’escalation di violenza.

Le tensioni e i sospetti reciproci tra Paesi Occidentali, Stati Uniti d'America inclusi, e Russia non sono mai cessati. La caduta del muro di Berlino nel 1989, simbolo di apertura e di avvio di migliori relazioni tra Est e Ovest, ha portato alla fine della Guerra Fredda e alla dissoluzione dell’Unione Sovietica.


Allo stesso tempo, si è messo in moto un processo di democratizzazione dei paesi dell’ex URSS che hanno conquistato nel corso del 1991 la loro indipendenza, spingendo negli anni successivi molti di essi a chiedere e ad ottenere l’ingresso nella NATO (Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord) sorta nel 1949 per difendere i confini dell’Europa dall’Unione Sovietica e dalle sue possibili mire espansionistiche.
 

La Russia ha perso così il controllo di ben 14 Repubbliche che stavano sotto il suo dominio. E sembrerebbe proprio questo il punto che sta all’origine delle tensioni con l’Ucraina, proiettata a stabilire legami sempre più forti con l’Occidente. 

Le intenzioni di questo Paese di aderire alla Nato,  coltivate ormai da oltre un decennio, suscitano infatti forti timori in Putin che vede sempre più accerchiati i suoi confini, con il crescente stanziamento di forze militari occidentali alle sue porte.

L’Ucraina, insieme alla Bielorussia di Lukashenko già in strette relazioni con Putin (leggi a riguardo il post “Armi umane” del 18 novembre 2021), potrebbe svolgere la funzione di Stato-cuscinetto tra Russia e occidente, ruolo inconciliabile con il suo ingresso nella Nato. 


Avere, invece, ai confini della Russia un paese democratico e filoccidentale è una minaccia per Putin che teme una
destabilizzazione del suo potere.

Nessuno capisce che la guerra non è mai una soluzione ai problemi politici e relazionali tra le nazioni, ma semmai ne è un inasprimento.

La soluzione veramente efficace sarebbe a portata di mano di tutti. I semplici la intuiscono senza troppe elucubrazioni mentali: lasciare crollare, da una parte e dall’altra, tutti i muri, tutte le minacce, tutti i progetti e le strategie di aggressione e di invasione, tutte le corse agli armamenti, e mettere in moto uno scambio globale di risorse, di beni, di culture, di intelligenze. 


Solo questo salverebbe il mondo dalla povertà, dalle guerre, dalla fame, dall’arretratezza, dal dolore…

Ma purtroppo le cose semplici e razionali i grandi non le capiscono. Per i potenti queste sono solo follie o utopie da insabbiare.

Commenti

  1. Grazie per la condivisione. Grande riflessione...in questo momento così triste ...un tempo di fermo per ricominciare dai veri e autentici valori! Grazie

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  2. È sempre stato più facile "fare" la guerra che "costruire" la pace! Creare tensioni, invece di tessere armonie; mettersi contro l'altro, invece di trovare sinergie; lottarsi, invece di unire le risorse.
    Vivo nel Paese del grande Thomas Sankara, il Capitano del Paese "degli uomini integri", ucciso nel 1987 durante un colpo di Stato, il cui processo si sta celebrando in questi giorni e in questi giorni il Burkina è stato ancora teatro di un Colpo di Stato contro un Presidente democraticamente eletto.
    Questo mondo non ha pace e non l'avrà fino a quando l'umanità non ritorna a quella radice di fraternità che dovrebbe contraddistinguerla. Si alzano muri di ogni tipo. Si muore nella ricerca di un futuro migliore. Si resta schiacciati da logiche di potere. Si fa la guerra tra i poveri.
    E ora di dire basta e di costruire la pace... e la pace non si costruisce con la guerra.
    Grazia Le Mura

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  3. In questi giorni sempre più spesso si sente parlare delle truppe che Putin ammassa ai confini con l’Ucraina.I tentativi di alcuni leader europei di trovare una soluzione, sembrano ad oggi, modesti balbettii...potrebbe essere uno dei tanti venti di guerra che ormai ci lasciano indifferenti se non fosse per il fatto che in molte nostre famiglie abbiamo come prezioso aiuto badanti provenienti da questo paese.Vivono, con noi, si occupano dei nostri cari facendo parte ormai della nostra famiglia.Conosciamo il volto dei mariti, figli, parenti che attraverso video chiamate diventano volti amici.
    Personalmente ,negli ultimi giorni ho visto crescere la preoccupazione della signora che si occupa di mia. madre.Ha fatto molti sacrifici per comprare casa al figlio che ha studiato e lavora in Ucraina .Spesso mi ha detto che non riusciva a capire perché il suo paese non assicurava una vita decente ai giovani.Che il suo lavoro era necessario al benessere della sua famiglia.Oggi oltre a questo c’è la preoccupazione di una eventuale invasione della Russia e la possibilità che il figlio , riservista, venga richiamato.
    Papa Francesco pochi giorni fa ci ha ricordato che con il denaro degli armamenti si potrebbero migliorare le condizioni di vita di tanti Paesi, una soluzione semplice semplice che però i governanti non vogliono percorrere.

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    1. Quanta responsabilità hanno i capi delle Nazioni nelle loro mani! Dai loro interessi e dalle loro mosse dipendono, in ogni parte del mondo, pace e guerra, vita e morte, benessere e povertà, giustizia e discriminazioni di ogni genere. La figura politica ricordata da te, Grazia, ne è un esempio eloquente. L’Ucraina che vuole difendere la sua indipendenza, così come l’Africa che vuole risollevare la testa dallo sfruttamento e dal colonialismo e costruire un futuro democratico, vengono schiacciate da strategie violente e imperialiste. Mancano anche d’intelligenza coloro che detengono il potere. Non capiscono che la libertà e la democrazia dei popoli sono una convenienza per tutti: a livello economico, politico, sociale.
      E invece accade che vengono protetti i dittatori e vengono uccisi i patrioti pacifisti, con la complicità dei Grandi. Le notizie di oggi sull’Ucraina fanno sperare in un possibile allentamento delle tensioni. Non è del tutto chiaro ancora a quale prezzo. Ritengo che scongiurare la guerra sia sempre un bene, e ringrazio il Signore se questo accadrà. Ma il cammino verso il rispetto dell’autodeterminazione dell’Ucraina, come di ogni altro Paese, rimane comunque lungo e tortuoso, e disseminato di ricatti e minacce.

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  4. Nonostante, da secoli, sia risaputo che le guerre non risolvano le questioni , si ricade sempre negli stessi errori, a causa anche dell'impotenza delle diplomazie. Nonostante più di 2000 anni fa l'invito rivoltoci dal profeta Isaia di trasformare le armi in oggetti per il lavoro dei campi, si continua a perpetrare la distruzione periodica di territori e popolazioni del nostro pianeta. Per difendere i propri privilegi per sfruttare le risorse di stati più poveri, per compiacere l'interesse di alcune multinazionali delle armi che finanziano le elezioni presidenziali di chi promette loro di ricambiare il favore con gli interessi! È una spirale perversa dal quale siamo soggiogati.

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