In piena guerra

 

Un solo pensiero da ieri scandisce le ore della nostra giornata: la guerra e l’angoscia del popolo ucraino, che piange già le sue vittime a centinaia.

Le nostre speranze sono state deluse. Le nostre preghiere sono state inefficaci. Nemmeno Dio può scalfire i cuori induriti dall’odio e le menti ottenebrate dall’arroganza e dalla sete di potere.

Grande è il dolore e lo smarrimento di chi ha creduto nella possibilità del dialogo e delle trattative diplomatiche.


Aspettavamo la pace, ma non c’è alcun bene, l’ora della salvezza ed ecco il terrore!” (Ger 14,19). Quello che scriveva il profeta Geremia molti secoli fa lo stiamo vivendo oggi ancora una volta.

Putin sta dimostrando tutta la sua bassezza morale, la sua inflessibilità e la sua ottusità. Ha inscenato la disponibilità a trattare con l'Occidente ma aveva già chiaro il suo piano d’azione.

Il 21 febbraio ha dichiarato il riconoscimento del Donbass davanti alle telecamere e agli esponenti del suo governo, divisi da lui da una distanza imbarazzante, espressione del loro ruolo di marionette obbligate al silenzio e all'assenso servile, come ha dimostrato il capo dei Servizi Segreti nel suo timido e impacciato intervento, nel quale chiedeva più tempo per i negoziati, e che è stato costretto prontamente a modificare il contenuto del suo pensiero, fulminato dallo sguardo di Putin.


Con il discorso del 24 febbraio, invece, Putin annuncia con freddezza e disinvoltura l’inizio delle operazioni belliche contro l'Ucraina: un discorso di 28 minuti preparato in ogni dettaglio da tempo,  imparato bene, a memoria! Nei giorni precedenti ha preso in giro il mondo intero che ha creduto nella possibilità di un accordo che scongiurasse la guerra.

Le sue parole non guardano al futuro, a un progresso della storia, ma riportano al passato, riletto con una sua personale prospettiva, sicuramente miope perché unilaterale.

Ripartendo dalla fine della Guerra Fredda e dal crollo dell'URSS, accusa gli Stati Uniti d'America, che definisce "impero delle bugie", e i Paesi alleati, dei vari interventi militari a Belgrado e poi in Iraq, in Libia, in Siria; del conseguente massiccio fenomeno migratorio verso l'Europa; dell'insorgere del terrorismo internazionale...

E in questo passato colloca le ragioni della sua aggressione a un Paese che non chiede altro che libertà e democrazia.

Le sue argomentazioni ci lasciano allibiti. Gli ucraini, considerati “complici del massacro di Hitler durante la seconda guerra mondiale”, vengono chiamati nazisti e accusati di avere operato un genocidio in Crimea e nel Donbass. 

Da qui la decisione di intervenire "per la smilitarizzazione e la denazificazione dell'Ucraina". Il colmo di queste affermazioni è che il leader ucraino è un ebreo, e che è molto improbabile, quindi, che abbia qualche relazione col nazismo!

Volodymyr Zelensky, Presidente dell'Ucraina

Putin si presenta come la vittima della situazione, un capo di stato “preoccupato e in ansia” per le condizioni in cui versano i paesi separatisti ucraini.

Vorrebbe far passare il suo folle intervento armato per missione umanitaria in difesa degli abitanti del Donbass, come risposta “al loro dolore”, contro le aggressioni del popolo ucraino e contro “le minacce di politici irresponsabili in occidente”.

E contro di essi pronuncia espressioni offensive, sostantivi avverbi aggettivi sprezzanti, probabilmente usuali nel suo linguaggio quotidiano. Ne riportiamo alcuni: sgarbatamente, rozzamente, ricatto sfacciato, modo sfacciato di parlare...

Non risparmia neppure le minacce: “un attacco diretto al nostro Paese si tradurrebbe in distruzione dell’aggressore. Ci sarebbero terribili conseguenze per chiunque.”

L'obiettivo politico che si prefigge - lo dice in modo inequivocabile - è quello di rimettere in piedi l’Unione Sovietica che si è dissolta alla fine degli anni 80.

Dobbiamo quindi temere che i suoi interventi militari continueranno fino a quando non avrà raggiunto interamente lo scopo.


La legittima aspirazione all’autodeterminazione dei popoli, sostenuta dall’occidente, nella visione politica di Putin diventa cospirazione contro la Russia, accompagnata da “inganni e menzogne, tentativi di pressione e ricatti”.

Il culmine del delirio lo rintracciamo nel richiamo alla Seconda Guerra Mondiale: “Il tentativo di placare gli aggressori alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale si è rivelato un errore che è costato caro alle nostre persone. Non faremo lo stesso errore una seconda volta”.

Alcuni passaggi del suo discorso sono davvero fantasiosi:
“I risultati della Seconda Guerra Mondiale, così come i sacrifici fatti dal nostro popolo sull’altare della vittoria sul nazismo, sono sacri. Ma questo non contraddice gli alti valori dei diritti umani e delle libertà, radicati nelle realtà che si sono sviluppate in tutti i decenni del dopoguerra". 

Il richiamo agli alti valori dei diritti umani e delle libertà, da parte di un dittatore che, per governare, ricorre sistematicamente a censure e repressioni, è proprio un paradosso!

Ma non si fermano qui le affermazioni che sono contraddette anche dal suo solo sguardo, perché arriva addirittura a sostenere che difendere la Russia "non annulla il diritto delle nazioni all’autodeterminazione, sancito dall’articolo 1 della Carta delle Nazioni Unite" e che l'URSS nel corso della sua storia non ha mai imposto alle persone  "l’organizzazione della propria vita".

Pertanto, conclude,  "non imporremo nulla a nessuno con la forza... La nostra politica si basa sulla libertà”. Infatti, potremmo ribattere, i carri armati e i bombardamenti sono solo nostre illusioni ottiche!



Se pure volessimo supporre qualche legittima richiesta tra le aspirazioni di Putin, il suo discorso non brilla certo di coerenza e tradisce una disinvolta abitudine all'uso della menzogna.

Si sarebbero potute considerare credibili le sue affermazioni se avesse mai dato prova di tolleranza, di rispetto, di giustizia, di umanità. E invece sono noti al mondo intero i trattamenti riservati ai dissidenti, le riconquiste forzate di altri paesi confinanti, le limitazioni di libertà delle popolazioni sotto il suo regime.

Putin, insomma, è un pazzo pericoloso da fermare, senza lasciarsi contagiare dal virus insidioso della sua violenza. E' un dittatore che difenderà con le unghie e con i denti il suo potere politico per non perdere il suo impero economico.

La pace purtroppo resterà un’utopia fino a quando saranno i dittatori a guidare il destino dei popoli: uomini che non si fanno alcuno scrupolo e che eliminano senza battere ciglio chiunque osi mettere in discussione il loro pensiero,  il loro operato e i loro interessi.

Papa Francesco, pellegrino di pace, nonostante le sue precarie condizioni di salute, oggi si è recato in visita all'ambasciata russa presso la Santa Sede, per implorare che cessi il fragore delle armi e che riprenda il dialogo tra le parti. Sappiamo bene però entro quali margini di pensiero e di azione si muovono i funzionari del governo di Putin.

Anche noi vogliamo continuare a sperare, per scongiurare il rischio di un'ecatombe mondiale, anche se lo spazio per la speranza si assottiglia minuto per minuto.

Commenti

  1. Quello che addolora è vedere tante persone inermi di ogni età ed estrazione sociale ammassate nella metropolitana di Kiev, guardano l’obiettivo del giornalista di turno con aria incredula e trasognata...sembrano dirci e voi che ci state guardando cosa fate?
    Ieri c’è stata una manifestazione davanti alla ambasciata russa, oggi il Colosseo e il teatro dell’opera di Roma saranno colorati come la bandiera Ucraina, in altre città ci saranno segni di solidarietà e vicinanza al popolo Ucraino.
    Basta? No
    Dovremo pretendere dal nostro governo un atteggiamento più fermo contro i poteri economici russi, abbiamo paura per il nostro gas?
    Il nostro potrebbe essere un danno economico, ma per le persone che si trovano a Kiev , Odessa o qualsiasi altra città sotto assedio il danno è la perdita della vita.
    E poi dopo l’Ucraina chi ci dice che la sete di far rinascere la grande Russia dello “zar” Putin sia saziata?

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  2. Condivido quello che dici, ma penso che purtroppo noi umani non sappiamo fare a meno della guerra! Luana 😱😥😥😥

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