Nuovi tabù

 

 
È un tema insolito quello che mi accingo ad affrontare, una sorta di tabù che ci vuole coraggio a infrangere...

Il termine “tabù” infatti significa proibitointoccabile. Si riferisce a qualcosa che è riservato esclusivamente a pochi, come ciò che è sacro e che è riservato solo a Dio. Precisa lo Zingarelli che il termine può indicare anche "cosa non nominabile, argomento, tesi che non si possono criticare".

È lento un tabù a morire, e solo con l’evoluzione culturale e l’apertura e il confronto con altre culture può essere accelerato un suo superamento. Ciò conferma che difendere e tramandare un tabù è sempre indice di chiusura mentale, di miopia, di integralismo.

Mentre oggi si vanno sgretolando progressivamente, nelle società occidentali, vecchi tabù del passato, nuovi tabù cercano di farsi strada e di imporsi.

Evidentemente, quello che non si riesce a superare è l’atteggiamento di fondo: la presunzione cioè che si possano imporre a una popolazione verità assolute intoccabili e indiscutibili, e nello stesso tempo si possano difendere privilegi di nuove “caste” chiuse ed esclusive.

In un tempo in cui anche gli stessi dogmi di fede suscitano dibattiti e si espongono al giudizio di opinioni diverse, fa impressione assistere al sorgere di imponenti barricate ideologiche in difesa di nuovi dogmi, per di più laici.

Tra i più recenti tabù mi sembra si possa individuare quello “animalista”, connesso con la difesa e la protezione degli animali, con una particolare predilezione per i cani e i gatti.


E proprio perché si tratta di un vero tabù, sicuramente quanto sto per scrivere mi attirerà le critiche più feroci da parte di chi coltiva ciecamente questa nuova forma di “devozione”.

Recentemente Papa Francesco, pretestuosamente frainteso, è stato subissato sui social di polemiche infinite, proprio per aver osato affrontare “alla larga” il problema, parlando del calo delle nascite, da lui definito “inverno demografico”, a fianco del fenomeno, continuamente in crescita, di accoglienza di cani e gatti all’interno delle mura domestiche:
«Oggi la gente non vuole avere figli, almeno uno. E sono tante le coppie che non vogliono. Ma hanno due cani, due gatti. Sì, cani e gatti occupano il posto dei figli» (Udienza generale, mercoledì 5 gennaio 2022).

Sull’argomento consiglio la lettura di un articolo del Prof. Giuseppe Savagnone molto illuminante di cui riporto il link:
https://www.tuttavia.eu/.2022/01/14/.papa-francesco-i-figli-e-gli-animali-domestici/.


Allo scopo di scongiurare interpretazioni poco pertinenti, mi affretto quindi a precisare che non ho nulla contro i cani e i gatti, e che vorrei solo esprimere delle considerazioni mettendomi anche nei loro panni, in particolare dei cani, per difenderne l’identità e la natura, che vedo molte volte calpestata e offesa. Ritengo infatti che questa possa essere la migliore prospettiva per cogliere gli aspetti più problematici della questione e chiederci verso quale modello di società stiamo andando.

Si sa che il cane, come animale domestico, è amico fedele dell’uomo, dotato di qualità molteplici di supporto in diversi settori della vita della persona e della società: dal campo investigativo a quello di difesa e protezione, o di soccorso e salvataggio.

Il suo impiego risulta prezioso infatti nella ricerca di persone scomparse, di droghe, di denaro, di esplosivi nascosti, e addirittura per l’assistenza ai malati. Basti pensare ai cani che accompagnano i non-vedenti o i non-udenti, ma anche a quelli capaci di cogliere l’insorgenza di crisi ipoglicemiche o di attacchi epilettici, oltre a quelli addestrati persino nella diagnosi precoce di tumore nell’uomo.
È dunque una risorsa di notevole valore e in molti casi insostituibile.


Tuttavia, l’uso che la maggior parte delle persone comuni ne fa, nella vita quotidiana, è spesso una forma di violenza e di mancanza di rispetto nei suoi confronti.

Innanzitutto non si rispetta il suo habitat naturale. Il cane è fatto per vivere in campagna, all’aria aperta, e per loro esistono le cucce, piccoli rifugi dove proteggersi dalle intemperie e dove andare a dormire. E invece molti cani passano la loro vita chiusi in appartamenti di città dove vengono privati di ogni libertà, veri e propri schiavi sequestrati e incarcerati.

Dal suo essere un animale "domestico" non consegue il suo trasferimento in salotto o in camera da letto. È ancora lo Zingarelli a definire l'espressione "animale domestico" con queste parole: "il cane e la mucca sono animali domestici perché vivono con l'uomo che li nutre e li alleva". Non per questo si accoglierebbe una mucca dentro casa, al contrario le si garantirebbero una stalla adeguata e pascoli adatti alla sua sopravvivenza.

Non sempre nei pressi delle abitazioni ci sono parchi dove condurre i propri cani e di conseguenza i marciapiedi delle città diventano delle latrine a cielo aperto dove bisogna fare la gincana per evitare spiacevoli inconvenienti.


Spesso mi capita di sentire il lamento tristissimo del cane di un mio vicino di casa, lasciato solo per ore, o l’abbaiare ininterrotto di un altro cane abbandonato in balcone l'intera giornata senza alcuna via d’uscita.

Sono costretti, inoltre, a subire molto spesso trattamenti ridicoli e offensivi di “antropomorfizzazione”: fiocchetti, cappottini, cappellini, scarpette, impermeabili, tute, maglioni, giocattoli ... e perfino mascherine!



È diventata ormai una fiorente attività commerciale quella dell’abbigliamento e degli accessori per cani. E ad essa connessa quella estetica e fotografica (con relativi concorsi di bellezza), quella medica, quella alimentare, quella assicurativa, di cremazione, o di sepoltura con relativa bara, in caso di morte ...


Forse ancora manca solo una professione di supporto psicologico per questi poveri cani. E ne avrebbero, credo, davvero bisogno!

Se qualcuno avesse dei dubbi e valutasse come una esagerazione l'analisi esposta, gli basterebbe navigare qualche minuto in internet perché un mondo insospettabile si aprirebbe ai suoi occhi increduli.

Anche il costo del mantenimento di un cane non è irrilevante. Secondo il Rapporto Eurispes 2021, gli italiani hanno speso in media, per un solo animale domestico, dai 31 ai 100 euro al mese.

Si arriva, inoltre, in molti casi a delle vere e proprie aberrazioni.
Capita a volte di ascoltare espressioni, che si rivolgerebbero a un bambino, indirizzate a un cane che si porta in braccio o in un carrozzino: “Stiamo arrivando, mamma, ancora un minuto...”. 

Ricordo ancora, dopo anni, un colloquio tra due donne dal parrucchiere: una delle due consigliava all’amica, in base alla sua esperienza, di mettere al suo cane il pannolone prima di uscire, per evitare di trovare al rientro il pavimento sporco... E tutto questo vorremmo chiamarlo amore?


In molti bilocali, sono più numerosi gli “inquilini” cani che le persone. C’è chi dorme con i cani, chi apparecchia la tavola anche per loro, chi organizza la festa per il loro compleanno, chi compra ninnoli e regali per fare loro una sorpresa! E per strada raramente si incontrano genitori con bambini che si fermano per socializzare, ma continuamente ci si imbatte in capannelli di persone con cani di ogni razza al guinzaglio che si scambiano apprezzamenti e  sperimentano pratiche di “familiarità” tra i loro cani. 

Se confrontiamo la cura che si riserva ai cani e la sensibilità che anima i loro padroni con l’attenzione e la solidarietà nei confronti delle persone, specie quelle in difficoltà, si rimane davvero senza parole. 

Sembra che l’indifferenza e l’asocialità crescano nelle nostre città proporzionalmente alla “venerazione” dei cani e degli animali in genere.

È questo, a mio avviso, un indice di decadenza preoccupante della nostra cultura, di crisi di quei principi su cui si costruisce una società, di vuoto di valori umani e spirituali.

Perché in fin dei conti è molto più comodo dedicarsi a un cane piuttosto che condividere il proprio tempo con le persone. I cani non parlano, non criticano, non contraddicono, li puoi chiudere in casa e sparire per tutta la giornata. Poveretti! Stanno al guinzaglio, vengono strattonati dai padroni che forzano la direzione del loro cammino, possono solo adeguarsi a ogni imposizione, a testa bassa, per sopravvivere. 

Salvo il verificarsi di casi disperati e tragici nei quali qualcuno di essi, per pura follia, si rivolta contro il suo padrone o i suoi bambini per dilaniarli senza pietà.
E allora forse si capisce come una maggiore distinzione e separazione avrebbe fatto bene a entrambi!

Ma in questi casi è davvero troppo tardi per intervenire e modificare i propri stili di vita...



Commenti

  1. Hai scritto molte cose interessanti e condivisibili, ma hai dimenticato che in alcuni casi i cani sono gli unici compagni di persone sole. Diventano per molti anziani un motivo di vita, lo stimolo ad uscire e un interlocutore. Sembra una parola eccessiva " interlocutore" ma effettivamente con un cane si parla, l'animale non ti risponde....ma sicuramente ti ascolta, a volte più di un essere umano.
    Non dobbiamo poi dimenticare che i cani sono utilizzati nella terapia di bambini e giovani con disagi psicologici: autismo, abbandono di un genitore ecc. Sono come si dice il migliore amico dell'uomo. Il loro amore è incondizionato e la fedeltà granitica .
    Come sempre ci vuole misura, non devono essere umanizzati con inutili e spesso ridicoli vestitini, chiamati con vezzeggiativi stucchevoli ma per alcune persone restano una risorsa e una consolazione .

    RispondiElimina
  2. Cara Aurora, anche questo spunto da te offerto si rivela prezioso e suscita svariate riflessioni.
    Non ci crederai ma, la stessa sera in cui mi hai comunicato d’aver pubblicato questo post, appena uscita dal portone di casa, non avevo percorso neanche 100 metri di marciapiede, che le gomme dei miei nuovi anfibi, alquanto dentellate e alte, sono state, ahimè, inondate da quell’escremento di cane che comunemente, qui lo dico e qui mi scuso, viene chiamato “merda”.
    Non avrei mai e poi mai pensato che un imbecille lasciasse stupidamente evacuare, è così abbondantemente, il suo sacro quadrupede proprio davanti casa mia.
    Ovviamente, l’unica cosa importante per lui era preservare la propria di casa!
    Ho impiegato circa un’ora per pulire i miei stivaletti alla fontanella e non è stato facile; ho dovuto farmi coraggio e aiutarmi con mani e fazzoletti, rischiando di prendere l’ennesima infezione.
    E poiché non si tratta di un fatto isolato, ma di qualcosa che accade quotidianamente e a tutti, ne consegue che l’imbecille di cui sopra non è che il prototipo cui si conforma la maggior parte dei “cinofili da mura domestiche”, i quali, con estrema naturalezza, permettono puntualmente ai propri animali di insozzare il suolo pubblico cittadino e di strusciare ovunque e ovviamente anche in casa, parti intime e zampe luride, con tutto ciò ne consegue.
    Superfluo farti partecipe della rabbia e del disgusto, oppure riferirti ovvie considerazioni su quanto sia deplorevole comportarsi nel ventunesimo secolo da trogloditi e mancare di rispetto agli esseri umani.
    Hai già provveduto a trattare il tema in maniera adeguata e completa.
    Aggiungo soltanto che questo episodio è servito a rafforzare in me una pietà severa per la categoria “cinofili da mura domestiche” sopra descritta.
    E concordo con te nel concludere che viviamo in un’epoca molto triste, in cui si preferisce incapricciarsi di un animale sul quale poter scaricare tutti i propri istinti maniacali e sadici, piuttosto che prendersi cura di un figlio o di un nipote, o di qualcuno che ha bisogno, un’epoca in cui
    le pubblicità dei pannolini e degli omogeneizzati e negozi come Chicco e Prenatal sono spariti per lasciare il posto a giungle tipo Arcaplanet.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Riciclo solidale

Tre anni fa

Solo canzonette?