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Visualizzazione dei post con l'etichetta Cultura

Halloween e oltre

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  Tra i miei ricordi d’infanzia, la ricorrenza dei defunti occupa un posto rilevante, vissuta com’era con trepidazione, ingenuità e un particolare clima di suspense. Anche se mescolati alla consumazione di dolciumi tipici siciliani dalla squisitezza eccezionale ; agli acquisti di articoli di ogni genere a buon prezzo sulle bancarelle, in preparazione all’inverno ormai alle porte; all’attesa dei regali “dei morti”, portati ai bambini a notte fonda, quei giorni rappresentavano per tutti una festa di famiglia che coinvolgeva grandi e piccoli nella condivisione di un mistero imperscrutabile eppure così vicino e caro, il mistero della morte e di un’altra vita che la supera e crea un legame d’affetto, profondo e sincero, con chi non è più tra noi. Oggi, insieme al lento e progressivo fenomeno di scristianizzazione, assistiamo a una costante perdita di punti di riferimento che hanno caratterizzato per secoli la nostra cultura e la nostra storia. La religione - e non solo quella cristiana - s

La vita davanti a sé

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Silvio Orlando: un napoletano a Milano, domenica 22 ottobre, in una sala gremita di spettatori al Teatro Parenti, tra i quali, per un dono d’amicizia generoso e gratuito,  c’ero anch’io. Con il suo fare apparentemente ingenuo e con la sua comicità gentile e leggera riesce a strappare sorrisi anche a chi è abituato, per cultura ed educazione, ad atteggiamenti compassati e ingessati. La storia che racconta è appesantita da vicende di emarginazione e di pregiudizi, ma è interpretata con naturalezza e semplicità , scorrendo dolcemente di scena in scena fino al suo epilogo, macabro ma carico di tenerezza e di umanità, come un fiume in piena che, giunto in pianura, con calma e lentamente sfocia nel suo mare. Dopo il suo intenso monologo in programma per la serata, c on lo stesso fare ingenuo della recitazione, Silvio Orlando si avventura  in un’esibizione musicale nella quale dà prova delle sue abilità di musicista esperto in flauto traverso , unendosi ai quattro bravissimi strumentisti (an

Arte e misteri

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  Ricordo, come fosse ieri, l’apertura della Cappella Sistina dopo 14 anni di restauro. Era l’8 aprile 1994. La lunga attesa aveva alimentato nel mondo intero la voglia irrefrenabile di visitarla per ammirarla in tutto il suo splendore. I lavori di restauro infatti avevano riportato alla luce i colori che lungo i secoli si erano sbiaditi e oscurati, e particolari iconografici mai visti prima e impensabili. Particolare della Cappella Sistina, prima e dopo il restauro Le prenotazioni per l’ingresso in questo luogo magico e altamente istruttivo si protraevano troppo a lungo nel tempo , ma tutto si sarebbe accettato pur di potervi accedere. Sebbene non abitassi a Roma in quegli anni, anch’io mi sono messa “in fila” per vivere questo momento di grazia e, come insegnante in un liceo scientifico della città, mi è sembrato quasi d’obbligo, oltre che un piacevole regalo, programmare un viaggio di istruzione con una classe del triennio , con tappa appunto alla Cappella Sistina. Purtroppo il mi

Sessualità malata

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Le notizie di stupro che continuamente campeggiano sui quotidiani ci hanno stancato! Non è possibile più sopportarle . Le ultime, che hanno interessato  per mano di veri e propri criminali   due bambine di 10 e 12 anni a Caivano , uno dei comuni più degradati della cintura napoletana e covo della camorra, hanno superato ogni limite. Sembrano fotogrammi stralciati da un film dell’orrore .   È uno stillicidio insistente e ininterrotto. Più che a una crescita in civiltà, assistiamo a una regressione progressiva della nostra cultura, deturpata da comportamenti primitivi e brutali impensabili. Forse non abbiamo ancora capito che la nostra è una società gravemente malata , e che per di più non vuole curarsi. Perché la patologia di una sessualità distorta e aggressiva non è un male incurabile . È un comportamento maniacale inaccettabile che purtroppo spesso si sottovaluta e che si arriva perfino a giustificare , senza prendere alcuna misura per arginarla e correggerla.         All’origine no