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Arte e misteri

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  Ricordo, come fosse ieri, l’apertura della Cappella Sistina dopo 14 anni di restauro. Era l’8 aprile 1994. La lunga attesa aveva alimentato nel mondo intero la voglia irrefrenabile di visitarla per ammirarla in tutto il suo splendore. I lavori di restauro infatti avevano riportato alla luce i colori che lungo i secoli si erano sbiaditi e oscurati, e particolari iconografici mai visti prima e impensabili. Particolare della Cappella Sistina, prima e dopo il restauro Le prenotazioni per l’ingresso in questo luogo magico e altamente istruttivo si protraevano troppo a lungo nel tempo , ma tutto si sarebbe accettato pur di potervi accedere. Sebbene non abitassi a Roma in quegli anni, anch’io mi sono messa “in fila” per vivere questo momento di grazia e, come insegnante in un liceo scientifico della città, mi è sembrato quasi d’obbligo, oltre che un piacevole regalo, programmare un viaggio di istruzione con una classe del triennio , con tappa appunto alla Cappella Sistina. Purtroppo il mi

Catene liberanti

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  Le catene evocano sempre nella nostra mente storie di schiavitù, di detenzione, di privazione della libertà, oppure, in senso figurato, scenari di gelosia morbosa, relazioni possessive e malate. Nel migliore dei casi ci fanno pensare a manifestazioni estreme di protesta, organizzate per rivendicare diritti negati o calpestati. Ma ci sono anche altre storie e altre situazioni in cui a essere incatenato non è chi non vale nulla , chi viene emarginato dalla società, chi è dimenticato, disprezzato, sfruttato, ridotto a oggetto mercificato. Al contrario, in alcuni casi, le catene diventano addirittura strumento di protezione e di cura per ciò che ha un valore speciale e inestimabile , al fine di preservarne l’integrità e impedirne la sottrazione e l’indebita appropriazione. È il caso degli oggetti preziosi, dei gioielli, delle rarità, e tra questi i libri e le opere d’arte. I libri in particolare sono stati in passato letteralmente incatenati per evitarne il furto e la sparizione. Scoprir

Creatività e bellezza

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  “Librino” non è un piccolo libro da portare comodamente in borsa o in tasca, come la parola potrebbe indurre a pensare , ma è il nome di un quartiere della periferia sud-ovest di Catania, nei pressi dell’aeroporto Fontanarossa, con circa 80.000 abitanti, il cui nome presumibilmente deriva dall’aggettivo latino leporinus (della lepre) che richiama il leporium, luogo in cui gli antichi romani andavano a caccia di lepri , collegamento confermato dalla presenza ancora oggi sul territorio di questi animali. C ostruito a metà degli anni settanta, su progetto di un architetto giapponese, avrebbe dovuto ricalcare il modello dei quartieri satelliti inglesi detti New Town , allo scopo di creare, per l’ampliamento della città, nella cintura urbana, nuovi spazi moderni accoglienti e attrezzati, ben collegati al centro, con ampie zone alberate e verdi per richiamare sul luogo anche visitatori per passeggiate e gite fuori porta. In realtà, quello che alla fine è stato partorito non è nulla di tu

Turista per caso

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  Tante volte sono passata da Rieti ma mai come turista. Affetti familiari mi hanno spinto frequentemente a raggiungere questa cittadina e i suoi dintorni. Recentemente poi queste occasioni si sono intensificate e, in un frangente tutt’altro che turistico, casualmente mi sono ritrovata a percorrere il suo centro storico e a scoprirne segreti nascosti , insospettabili e affascinanti. Riconosciuta come “l’ombelico d’Italia”, per la sua collocazione geografica proprio al centro del Paese , Rieti accoglie i suoi visitatori in un clima di silenzio e di pace lasciando trasparire ovunque i segni della presenza del santo di Assisi e i luoghi che hanno scandito il suo passaggio lungo tutta la valle reatina: i santuari di Greccio, della Foresta, di Poggio Bustone, di Fonte Colombo, avvolti dal verde dei boschi e che invitano alla preghiera e alla contemplazione della natura, rivestita di un silenzio assordante che sa di mistero. Santuario Santa Maria della Foresta Il cuore della città, capita