Sanremo 2023

 

Non mi perdo mai un’edizione del festival di Sanremo, perché sono un’appassionata della musica. Amo la canzone italiana, specie quella che rimane scolpita nella storia e che non subisce l’usura del tempo.

Mi piace lasciarmi coinvolgere dalle melodie e mi sorprendo ogni volta nel pensare come da sette note soltanto possano nascere infinite possibilità di creazioni artistiche. 

Ma mi incuriosiscono contemporaneamente i testi, specie quando raccontano la nostra umanità, i nostri sentimenti, le nostre relazioni, i travagli di cui è intessuta ogni esistenza.

Brandelli di vita e di emozioni, che tradiscono spesso verità intime che appartengono a tutti, e che attraverso la voce degli interpreti trovano nel canto uno sfogo e una via di espressione e di liberazione. 

Molte polemiche, come ogni anno, hanno accompagnato questo Festival, per i suoi eccessi innanzitutto, ma anche per i suoi messaggi, coraggiosi e scomodi, che hanno dato fastidio a chi li ha letti in chiave politica.

Le critiche, numerose e di vario genere, ma per lo più moralistiche, hanno preso di mira Blanco, il ragazzo impulsivo, viziato e poco educato che ha devastato il palco di Sanremo; ma anche le tante scollature vertiginose; gli abiti “a nudo” di Chiara Ferragni che con il suo look, oltre che con le parole, ha voluto lanciare un messaggio in difesa delle donne.



Sgradevole e inopportuna per molti anche l’esibizione di qualche giovane fuori da ogni schema come Rosa Chemical, che ha scelto come nome d'arte proprio quello della madre Rosa, e che ha gridato in ogni modo la rivendicazione del diritto a vivere la sua sessualità fluida, fino alle sue esibizioni più estreme con Fedez, gesti provocatori e di cattivo gusto che purtroppo hanno attirato attenzione più del bacio affettuoso di Morandi alla moglie Anna Dan presente in prima fila in platea.


Eccessi che in realtà non dovrebbero scandalizzarci molto, perché penso che siano volutamente parte dello spettacolo, costruiti e programmati ad hoc per alzare gli indici di ascolto e per far parlare di sé. 

E d’altronde essi sono anche lo specchio del mondo in cui viviamo, ci piaccia o no, e anche se volessimo biecamente censurare questo mondo, comunque il fenomeno dei costumi sessuali “anomali” che tanto scandalizzano i benpensanti è già esploso da tempo anche nel nostro Paese, perché omosessualità, transessualità, sessualità fluida… oggi sono un dato di fatto, e non è più possibile né giusto, come si è fatto in passato, chiudere e comprimere dentro una pentola a pressione le persone che ne sono direttamente espressione.


Ma le critiche più severe a questo Festival forse sono state levate nei confronti di alcuni dei tanti bei messaggi che Amadeus ha voluto lanciare all’interno della kermesse: contro la violenza sulle donne; contro le discriminazioni e il razzismo; per celebrare i 75 anni della Costituzione alla presenza, fatto storico, del Presidente Mattarella; a sostegno dell’Ucraina invasa; contro le responsabilità sociali che determinano la criminalità dei minori e la loro reclusione.

Al di là di ogni critica, la mia attenzione è stata invece attratta dal bello che ho colto in tanti aspetti di questa manifestazione così importante a livello mondiale, lasciando decantare tutti quei dettagli che sono apparsi a molti stonati, eccessivi o fuori luogo.

Roberto Benigni a Sanremo durante il suo monologo sulla Costituzione

Lo sappiamo bene infatti che un albero che cade fa più rumore di una foresta che cresce, e ci dimentichiamo che è proprio questa che meriterebbe molta più attenzione e considerazione.

Il Vaticano II invita del resto a cogliere nelle culture, anche profane, i “semi del Verbo”, cioè i frammenti di bellezza e di verità, che sono sparsi ovunque.

Dovremmo pertanto, più che scandalizzarci, metterci in ascolto di ogni voce che grida fuori dal coro e che spesso nasconde, dietro la scorza esteriore, disagio, solitudine, ricerca di verità e richiesta di aiuto.

Innanzitutto ho apprezzato i due conduttori, Amadeus e Gianni Morandi, per il loro modo di stare sul palco e di relazionarsi tra loro, col pubblico e con tutti gli intervenuti: un atteggiamento sempre cordiale, accogliente, familiare, rispettoso, sereno, tipico di chi non è pieno di sé e sa valorizzare gli altri e le loro doti. 


In particolare mi è sembrato di scorgere in Amadeus un’attenzione molto paterna nei confronti dei giovani cantanti che ha sostenuto e incoraggiato sempre, come potrebbe fare un padre con i suoi figli. Tutti lo hanno sinceramente  ringraziato dopo l’esibizione dell’ultima serata, perché devono proprio a lui la possibilità di realizzare il loro sogno. Qualcuno era visibilmente commosso e ha quasi pianto sulla sua spalla mentre lo salutava. Non è assolutamente scontato questo genere di relazione in una competizione come questa. 


E poi c’è stata la straordinaria bravura di tanti professionisti della canzone che hanno accettato di calcare quel palco e di mettersi in gioco insieme agli ultimi arrivati, con le loro voci potenti e uniche, come quelle del duetto tra Giorgia ed Elisa la sera delle cover, che cantano per divertirsi e per rendere un omaggio alla bellezza della musica, e che con la loro esibizione hanno toccato le punte più alte dell’arte musicale. Anche in loro mi ha colpito la gentilezza, la semplicità, l’assenza assoluta di arroganza o di senso di superiorità.

Ho apprezzato molto anche la valorizzazione di cantanti che hanno fatto la storia della musica italiana, qualcuno anche quasi novantenne, che hanno ricevuto l’ovazione del pubblico e il riconoscimento della loro carriera, finalmente da vivi! Cose che accadono purtroppo generalmente solo dopo la morte, quando proprio le persone interessate non possono più goderne.

Peppino Di Capri riceve il premio alla carriera al Festival di Sanremo 2023

E si sono così mescolati sul palco tanti tipi di volti e tanti registri vocali: volti giovani, puliti o tatuati, pieni di grinta e vitalità; e volti rugosi e segnati pesantemente dal tempo, ma instancabili e in perfetta forma; e con quei volti le voci: quelle che cercano un loro percorso per affermarsi, e quelle dei giganti della canzone, capaci di squarciare anche i muri con i loro acuti e trascinare le folle con le loro melodie.

E, forse per la prima volta, anche i bambini hanno lasciato su quel palco la bellezza e la tenerezza dei loro volti e della loro innocenza, regalandoci momenti magici di pura armonia e serenità, accompagnando il bellissimo brano di Mr Rain “Supereroi, arrivato terzo in classifica, che ha lanciato un forte messaggio di amicizia e di comunione tra le persone, che solo stando insieme possono affrontare e vincere le paure e le difficoltà: “siamo angeli con un’ala soltanto e riusciremo a volare solo stando l’uno accanto all’altro… siamo invincibili vicini, e ovunque andrò sarai con me”.


Molti altri testi raccontano storie significative, anche autobiografiche, non sempre accompagnati da melodie orecchiabili e armoniche, ma spesso rivelatori di flussi di coscienza, di battaglie combattute contro la depressione e le fragilità psicologiche, di coppie innamorate e divise dalle armi e dalla guerra, di storie di vita tormentate, sofferte, sospese, arrabbiate, urlate, ma anche alla ricerca della propria identità, o di una relazione migliore con la persona amata, bisognose comunque di amicizia, di verità, di libertà.

Gli affetti familiari sono centrali in alcuni testi: la sorella ritrovata dopo una lontananza e diventata madre, il padre forte col quale colmare una distanza e da perdonare; ma ogni tanto trapelano dai gesti qua e là anche confidenze intime e “dichiarazioni d’amore”: di Lazza, secondo in classifica, che regala i suoi fiori alla madre, dei Coma Cose che si promettono amore e parlano davanti al pubblico del loro progetto di matrimonio, di tante mamme che stanno “dietro le quinte”, che hanno sostenuto il difficile percorso artistico dei loro figli, e che vengono ricordate e salutate sul palco da figli che non si vergognano di questo legame e di questa rivelazione.

La canzone vincente, "Due vite", non ha lasciato nessuno sorpreso, perché Marco Mengoni si è piazzato al primo posto sin dalla prima serata del Festival.


Il testo, anche questo autobiografico, analizza il mescolarsi dentro di noi di due vite, quella onirica e quella reale, quella dei sogni e dei desideri e quella della concretezza. L'obiettivo è puntato innanzitutto sulla relazione più difficile da vivere, quella con se stessi e con il proprio inconscio, sempre alla prese con la realtà, da affrontare, con tutte le sue difficoltà e complessità. Una realtà fatta di paure e di ferite, di luci e di ombre, di ricerca dell'altro e di silenzi, di notti insonni e di cambiamenti, di allontanamenti e di ritrovamenti.

Nella puntata delle cover, poi, Mengoni si è esibito col gruppo Gospel Kingdom Choir, eseguendo la mitica Let it Be dei Beatles, con una interpretazione toccante e piena di patos. Mancano gli aggettivi per definire la bellezza di questa sua incredibile performance. 


Non poteva essere che lui il vincitore, che, appena accolto il trofeo, rivolge il suo primo pensiero alle donne che hanno cantato in modo encomiabile e che non hanno vinto, e a cui vuole dedicare il suo premio.

Un bel messaggio, non “consolatorio” certamente, ma rivelatore della sensibilità di questo grande artista che tocca sempre contenuti profondi con le sue canzoni, come nel singolo del 2015 “Siamo degli esseri umani e nel brano L’essenziale” con il quale ha vinto nel 2013 la 63° edizione del Festival di Sanremo


Una conferma dunque dei suoi meriti e della sua grande umanità, capace appunto di cogliere sempre i valori importanti ed essenziali.

Dal carattere molto riservato, solo recentemente il cantante ha rivelato in una intervista di soffrire di una strana malattia chiamata disformismo, un disturbo psicologico che non gli permette, nonostante la sua indiscutibile bellezza, di accettare il suo corpo nel quale vede difetti inesistenti o agli altri impercettibili. La malattia gli genera forte disagio e insicurezza contro cui sta lottando con l’aiuto dello psicologo. Una dimostrazione ulteriore, questa, del suo alto livello di sensibilità.


Commenti

  1. Una splendida analisi del Festival di Sanremo, grazie Aurora. Festival che tutti denigrano e dicono di non voler vedere e che tutti, o quasi tutti vedono.
    Per me che vivo da decenni lontana dell'Italia, il Festival è memoria del cuore, quando lo si vedeva in famiglia, con papà che criticava le esuberanze del tempo e la mamma che s'innamorava delle melodie, quando si discuteva con mia sorella di questo o di quel testo.
    Ho letto qualche testo e sono rimasta sorpresa della capacità di mettere in musica emozioni e sentimenti, problematiche complesse, realtà di vita al limite del possibile.
    La musica, come la poesia, ha il compito di riproporre la vita e metterne in risalto il lato più bello, anche se problematico.
    Ascolteremo tante volte queste canzoni e le parole ci faranno dimenticare gli eccessi, le stupidaggini, i colpi di testa.
    Grazia Le Mura

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  2. Da Salvo Patane'
    Ho apprezzato anch'io questo "contenitore" di tanti generi di musica che e' diventato il festival di Sanremo.
    Unico dispiacere di non essere arrivato fino in fondo ad ogni serata perché finiva troppo tardi per la mia resistenza. Comunque nell'arco delle 5 serate ho ascoltato tutti i testi e goduto delle esibizioni degli ospiti , per lo più, di mio gradimento.
    Il mio testo preferito è stato quello di mr. Rain coi bambini : Supereroi.
    Con il riferimento alla riflessione di don Tonino Bello( Un' ala di riserva) sempre commovente e coinvolgente.
    Sono rimasto indignato e nauseato dal giovane (vincitore della passata edizione) che non merita neanche di essere nominato. Una dimostrazione di violenza gratuita e di ignoranza assoluta. Forse meritava di essere ripreso in diretta e che gli fosse spiegato che non c'era nulla di divertente in quello che aveva fatto e che avrebbe dovuto chiedere scusa al pubblico in sala e davanti alla TV. Oltre naturalmente a rifondere i danni con gli interessi.
    Tuttavia, complessivamente questa edizione , per me, è stata positiva, nonostante non credo sia corretto far gareggiare fuoriclasse con decenni di mestiere con quasi sconosciuti o ai primi passi nel mondo dello spettacolo.
    Ci sono sempre margini di miglioramento.
    Salvo Patane '

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  3. Cara Aurora, condivido in pieno le tue osservazioni: un festival interessante, con bella musica e grandi professionisti. Invece il coro sguaiato e latrante dei politici che hanno voluto ad ogni costo commentare ogni cosa in chiave negativa é risultato veramente stonato! Pensassero a governare e a risolvere i problemi seri del nostro Paese e ci facessero godere in pace le nostre "canzonette", leggere ma fino ad un certo punto. Clarabella

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  4. Grazie carissima! Analisi molto oculata. Sono pienamente d’accordo: bisognerebbe imparare a leggere gli avvenimenti mettendone in risalto il positivo e la nobiltà dei sentimenti. Maristella

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  5. Perché Sanremo è Sanremo....
    Amo la manifestazione, Organizzo le serate con pizza in casa, amici e commenti per la classifica finale.
    È una settimana di musica che arricchisce la mia anima e il mio cuore.
    Per la mia famiglia è una tradizione e la vivo anch'io con entusiasmo.
    Laura Scorcelletti

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  6. Grazie Aurora! Puntuale analisi del Festival di Sanremo 2023! Il Festival ormai è parte della nostra tradizione e della nostra storia. Quest'anno i social sono stati grandi protagonisti, i ragazzi lo hanno seguito su TikTok. Anche questo è un segno dei tempi. Un abbraccio. Maria Cristina Scorrano

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  7. Che peccato!... Ci fosse un solo commento in dissenso... o almeno critico ...
    o magari, sarebbe auspicabile, appoggiato ad argomenti e fatti concreti... quelli realmente accaduti... quelli diffusi nell'etere. I fenomeni che si ripetono ciclicamente (nascite, morti, qualunque fenomeno, persino quindi le canzoni, gli spettacoli, i motivi, i cantanti) non sono mai tutti uguali... tutti belli, tutti buoni... Sarebbe una menzogna sfacciata. A parte le graduatorie che sono dei meccanicismi ineludibili ed insignificanti. Le persone ad esempio non sono tutte uguali... neanche gli animali... neanche le piante sono uguali. C'è il bello e il brutto, c'è il buono e il cattivo, c'è lo spirituale e l'osceno.... c'è il finto e il vomitevole. Se fosse tutto bello o tutto brutto, sai che noia?... Per fortuna tutto è vario ... e si chiama libertà, immaginazione, intelligenza... fantasia
    Gauss si rivolta nella tomba al solo pensiero che la sua "curva a campana" possa, per mero fairplay, diventare una linea retta. Solo nelle favole tutto viene rappresentato come un bel sogno, con uccellini, farfalle e fiorellini. La realtà... specie quella odierna, della cancellazione della cultura, dei valori naturali (che sono rispettati persino dagli animali), della globalizzazione.
    Almeno questo... un atto di onestà intellettuale...
    che sia ammessa la diversità dei frutti, delle stelle, delle persone.

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  8. Penso che Gauss si possa interpellare per problemi più seri.E poi, come dice la statistica, per costruire una curva a campana è necessario disporre di un ampio campione. Scherzi a parte anche io trovo che le osservazioni di Aurora siano condivisibili e sensate. Aggiungerei che le conconduttrici Chiara Francini e Francesca Fagnani abbiano dato, con i loro monologhi, un motivo anche per pensare.
    Sandra

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  9. Lei in sostanza vuol dirmi che io scrivo cose poco serie. Già questo fatto ritengo possa essere oggetto di censura in quanto è un giudizio gratuito che non riguarda il merito del mio commento. Innanzitutto il mio commento riguarda ciò che hanno scritto coloro che hanno commentato il Blog, non ciò che ha scritto mia sorella Aurora. Se avesse letto con attenzione ciò che ho scritto, forse lo avrebbe capito. Per affermare che io scrivo cose poco serie, Lei classifica il metodo di ricerca statistica messo a punto da Gauss impiegando gli assi cartesiani, come procedura da usare per cose "più serie"... Come se denunciare lo spettacolo osceno, indecoroso, estremista e offensivo del decoro, messo in onda dai Dirigenti RAI al festival di quest'anno sia un fatto poco serio. La curva di Gauss è un sistema statistico che si adopera per classificare l'andamento dei fenomeni e i fenomeni non sono né seri né ridicoli. Sono semplicemente dei fenomeni. Per esempio, se il metodo di Gauss si applicasse alle estrazioni del Lotto, si otterrebbe una curva a campana che a sinistra riporta i numeri che ritardano ad essere estratti... a destra i numeri che invece vengono estratti con maggiore frequenza ed al centro i numeri che vengono estratti con frequenze medie. Questa ricerca può effettuarsi sui dati di alcuni mesi, oppure di qualche anno. Dipende da cosa si vuole ottenere. Il bacino di ricerca dei festival è invece di 73 anni che mi paiono più che sufficienti per scomodare Gauss e tutta la sua orchestra,

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