Quante domande!

 

Molte domande si affollano nella mia mente in questi giorni, suscitate dalle immagini drammatiche che si susseguono sui media senza interruzione, aggiornandoci in tempo reale sugli sviluppi della guerra in Ucraina e raggelandoci il cuore.


La catastrofe in atto è il male peggiore che possa accadere a un popolo: distruzione indiscriminata, cumuli di macerie, migliaia di vittime militari e civili, tra cui molti bambini, masse ingenti di profughi, sofferenza e disperazione indicibili, povertà che dilaga sempre più nel mondo. 


Lo sapevamo già prima che iniziasse. Non potevamo aspettarci niente di buono da questo ennesimo conflitto. Solo sangue e distruzione. Con la minaccia che possa accadere ancora il peggio e che questa tragedia possa estendersi ad altri Paesi e colpire anche noi.



 ”Mai più la guerra, avventura senza ritorno, mai più la guerra, spirale di lutti e di violenza” diceva con autorevolezza Giovanni Paolo II agli inizi degli anni 90, pregando con dolore infinito per quanto stava accadendo nel Golfo Persico.


“Mai più la guerra” è il grido che i saggi rivolgono continuamente ai potenti del mondo, scongiurandoli di fare tacere le armi e di intensificare il dialogo tra le parti. "No alla follia della guerra!" ha scritto in un tweet in russo e in ucraino giorni fa Papa Francesco. Un grido che rimane purtroppo sempre inascoltato.



Non c'è guerra che non produca effetti devastanti.  


Pensavamo che la pandemia fosse il male peggiore che potesse accaderci e più volte è stata paragonata impropriamente a una guerra. Ma nonostante i milioni di morti che ha causato nel mondo e lo smarrimento che tutti abbiamo provato, eravamo ben lontani dalla catastrofe che si sta verificando in questi giorni a danno di gente innocente che subisce attonita e incredula questo massacro, difendendosi strenuamente con tutti i mezzi a sua disposizione, cittadini civili e militari insieme, un popolo di soldati e di patrioti, uomini e donne, giovani e anziani, tra cui 60.000 ucraini che non hanno avuto paura di ritornare nella loro terra per difenderla.




Perché, mi chiedo, gli uomini potenti vogliono la guerra? Perché non tutelano il valore della pace che è il bene più prezioso da desiderare? Perché non riescono ad apprezzare le grandi opportunità che offre la pace favorendo relazioni commerciali e culturali che arricchiscono i popoli?


La pace è sempre un vantaggio per tutti e rende le nazioni più creative e più prospere.


Davanti ai devastanti scenari prodotti da questa guerra mi chiedo: vale la pena pagare a così caro prezzo la difesa della propria libertà e indipendenza, oppure davanti al Golia di turno non sarebbe stato meglio aspettare tempi migliori, ricorrere ad altri strumenti difensivi, ridimensionare i propri obiettivi? 


L’Ucraina avrebbe potuto rinunciare all’ingresso nella Nato, rimanendo un paese neutrale come la Svezia e la Finlandia, invece di mandare al massacro i suoi figli? Ma questo sarebbe bastato a Putin?



Anche il vangelo suggerisce prudenza ed equilibrio nella valutazione dei rischi e dei pericoli che si corrono nell’affrontare un nemico. "Quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace". (Lc 14, 31-32). 


Mi chiedo ancora: perché non siamo stati informati negli ultimi 8 anni dai mezzi di comunicazione, con la stessa scrupolosità, su quanto stava accadendo nelle regioni ucraine della Crimea e del Donbass? Perché ci sono guerre importanti e guerre dimenticate?


Perché con i dittatori si fanno spesso affari e si coltivano relazioni di amicizia e di complicità, organizzando festini ed elogiando le loro supposte qualità, invece di mantenere le giuste distanze e impegnarsi perché ovunque siano rispettati i diritti umani?



Perché l’Unione Europea e la Nato ancora una volta non hanno saputo o voluto prevenire e scongiurare questa guerra, invece di sostenerla coltivando aspirazioni, seppur legittime e sacrosante, ma forse oggi ancora inattuabili, inviando armi e buttando tra le braccia di un gigante perverso un Paese che inevitabilmente sarebbe rimasto schiacciato? Ci auguriamo tutti che possa accadere il contrario!


Quando scoppia una guerra le responsabilità non sono solo unilaterali. Per questo mi chiedo anche cosa abbia contribuito a scatenare l’ira di Putin, quale tipo di politica, quali strategie messe in atto dalla Nato e dagli USA in particolare, quali iniziative avrebbero potuto frenarlo o ridimensionare i suoi obiettivi.


E ancora mi chiedo: perché questa guerra sta catalizzando così tanto la nostra attenzione e altre guerre, pur a noi vicine, non toccano ugualmente la nostra sensibilità e il nostro interesse?


Perché i profughi dell’Ucraina ci inteneriscono il cuore e altri invece li percepiamo come un peso e una invasione? Perché, grazie a Dio, si aprono tutte le porte al loro passaggio, e davanti ai profughi provenienti da altre terre si costruiscono muri e fili spinati?



Ho dato delle risposte a queste domande; di alcune sono fermamente convinta, altre continuano a rimanere sempre aperte dentro di me, per la complessità degli argomenti e degli scenari di cui non è facile avere piena conoscenza. 


Ma un pensiero mi ritorna spesso alla mente: nella storia ci sono state persone che  hanno costruito percorsi di dialogo per difendere i loro diritti e li hanno conquistati con metodi non violenti, lasciandoci un’eredità di cui dovremmo essere fieri custodi e attivi promotori. 


La conquista non violenta dell’indipendenza guidata da Gandhi contro il colonialismo britannico, la battaglia di Martin Luther King contro il razzismo in America, la lotta di Nelson Mandela contro l’apartheid in Sud Africa, ci dimostrano che si possono percorrere altre vie per raggiungere risultati importanti, senza spargere sangue che richiama altro sangue, imprigionando i popoli in spirali infinite di violenza e di vendetta. 


Mahatma Gandhi

Sono strade che richiedono tempi lunghi, fatica nel costruire processi di dialogo. Ma sicuramente permettono che maturino valori e visioni sociali che fanno progredire la storia in un’ottica inclusiva.


Le guerre, diverse decine quelle oggi in atto in molte parti del mondo, non richiedono certo tempi più brevi, anzi si prolungano per decenni e accrescono solo odio e violenze, seminando distruzione, povertà, disperazione, senza raggiungere spesso nessuno dei loro obiettivi e lasciando aperte ferite insanabili.  


Commenti

  1. Aggiungerei un livello teologico a queste tue considerazioni, che condivido. Dio è pace, shalom, che non è solo ovviamente assenza di guerra, ma pienezza di giustizia e armonia del creato. E perciò Cristo è il Principe della Pace.
    E il saluto di S. Francesco è Pace e Bene.
    Fulvio

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  2. Penso che per evitare ulteriori morti la Ucraina dovrebbe negoziare e purtroppo arrendersi al più forte che solitamente è il più prepotente. Gesù ci ha insegnato a porgere la altra guancia, ma gli esseri umani non ce la fanno. Condivido di più la politica di Gandhi, e la non violenza...... Ma siamo ad anni luce di distanza..


    E accettiamo più facilmente chi ci è più vicino di parentela di cultura, di specie...


    😱😱😱😥😥😥😥

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  3. Mi dispiace Aurora, ma questa volta non sono d’accordo.La situazione sia in India che in Sud Africa è molto diversa.L’ucraina è stata invasa, Gandhi e Mandela con la loro protesta pacifica hanno dato una spallata ad un mondo agonizzante legato al colonialismo che stava diventando anacronistico.
    Cosa dovevano fare gli Ucraini, sfilare per le strade di Kiev sotto le bandiere arcobaleno...magari lanciando fiori contro i carri armati sovietici?
    L’Ucraina era un paese libero, che aveva scelto democraticamente la sua classe dirigente.Putin sono anni che piano piano erode il loro territorio.A noi europei ha fatto comodo non vedere, e continuare a fare affari con Putin e i ricchi oligarchi. Non parliamo poi di alcuni politici italiani così lungimiranti ,come Berlusconi e Salvini ,che hanno dichiarato pubblicamente che Putin era un vero democratico.
    Per quanto riguarda i migranti mi sembra sterile l’osservazione che ci sarebbe rifugiati di serie A .Applaudiamo al fatto che ora Paesi come laPolonia, la Romania, l’Ungheria abbiano finalmente cambiato atteggiamento.Penso che sia importante guardare in avanti ,soprattutto se diventiamo più umani e misericordiosi.


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  4. Non ci sono guerre giuste , tutte le guerre sono da aborrire. Sicuramente questa guerra poteva essere evitata o meglio è una guerra iniziata almeno 7 anni fa e forse si è fatto poco per evitare che si arrivasse a questo punto. Penso che l’Europa abbia delle colpe o comunque poteva fare di più già da tempo.Parlarne di più.
    Comunque le guerre sono mosse solo da smania di potere e di ricchezza. Per quanto riguarda i profughi credo che in molti di noi ci sia la paura del diverso e in questo caso siamo più accoglienti nei confronti dei profughi ucraini solo perché il colore della pelle ci accomuna.
    Speriamo che la diplomazia si attivi e si trovi un accordo il prima possibile,sperando di essere ancora in tempo per scongiurare un conflitto mondiale.
    Viva la pace.
    Linda☮️🌈

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  5. Ciao Aurora, apprezzo e condivido le tue riflessioni. Anch’io mi sono fatta le tue stesse domande e concordo nel sostenere che, anche senza scomodare un Gandi o un Mandela, poteva esserci un’altra strada per evitare questa guerra: forse quella di non accerchiare la Russia con basi Nato.
    Sarebbe stato molto più fruttuoso progettare una strategia finalizzata al quieto convivere ...
    La dura verità è che non si vuole investire in strategia di pace, ma si vogliono coltivare interessi economici, quale ad esempio quello di foraggiare gli stati con armi letali.
    Non condivido la politica espansionistica di USA e NATO che coinvolge l’Europa in un conflitto così pericoloso con tutte le conseguenze che ne deriveranno.
    Grazie per lo spunto di riflessione.❤️

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  6. Mi sento infinitamente piccolo e inadeguato di fronte a queste guerre che a scadenze regolari infiammano e distruggono tante parti del mondo. Non riesco spesso ad evitare e/ o risolvere nemmeno i piccoli e grandi conflitti che sorgono dentro le mura della famiglia stretta o allargata. E allora con la preghiera chiedo a Dio di aiutarmi a muovermi nel modo giusto per gettare semi di pace e indicarmi la strada. Solo Lui può illuminare la mente dell'uomo, che dimentica di essere polvere e come erba può essere falciata in qualunque momento, senza preavviso.

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  7. Dal giorno che è cominciata l'invasione all'Ucraina ho sentito dentro di me un grande malessere per il modo disumano come vengono trattate le persone e per il grande sfacelo della distruzione incontrollata delle città.Conosco diverse persone russe,che sono buone e piangono. per come Putin stia trattando i fratelli dell' Ucraina.So che il popolo russo non è la Russia di Putin e per questo bisogna tanto pregare perché l'odio del mondo non si riversi nelle persone civili della Russia.Grazie Aurora per gli spunti che ci dai per una profonda riflessione.

    Filippo Grillo.

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  8. Complimenti bell’articolo come sempre. In Inglese si direbbe though provoking, ti fa pensare. Poi per carità ognuno ha le sue opinioni ed è giusto che le abbia. La realtà che percepiscono le persone che lavorano nel settore da tanti anni è completamente diversa. Sintetizzo: molti si accorgono dell’imperialismo russo solo oggi che viene proposto in TV e molti sentendo le idiozie più o meno credibili che vengono trasmesse si fanno una propria opinione sia a favore che contro. È giusto avere le proprie opinioni ma spesso uno non sa che è vittima di disinformazione. Manco se glielo spieghi bene con le prove documentate questi cambiano idea ed ammettono l’errore. Cosa combina la Russia o tante altri stati c.d. canaglia è noto da decenni. Molti se ne accorgono ora, ma va bene. Peró non è che uno in 7 giorni diventa stratega militare e comuncia a sentenziare su quali siano le politiche da seguire o quelle errate da abbandonare. La questione è molto più complicata e per capirla bene ci servono forse anni di studi approfonditi e continui. Una cosa sola: la Difesa perché sia tale ha bisogno di anni, risorse, preparazione, tecnologie. Ha bisogno che tutti se ne interessino, non come accade oggi che si tocca con mano i danni che crea l’assenza di Difesa. Putin non lo fermi che le fiaccolete e neanche con con i social. C’è bisogno di pensarci prima, ma non è che chi ci ha pensato prima ed ha avvisato per tempo ora può pure beccarsi la colpa del disastro che vediamo. Preparare la Difesa per avere la pace. lo dicevano i Latini… non a caso.

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  9. Nel mondo ci sono tante guerre dette "dimenticate", come è stato dimenticato per anni il conflitto che si è consumato nel Donbass. Vicino all'Europa, in Ucraina appunto. E poi il Congo, la Repubblica Centrafricana, lo Yemen, la Palestina... per citarne solo alcune. Queste guerre, come quella in atto in Ucraina, fanno morti e feriti. Ma queste guerre dimenticate, grazie anche al silenzio assordante dei media, non hanno un concreto sostegno internazionale, non fanno indignare come quella in atto.
    Non ci sono graduatorie nelle guerre: guerre più importanti, più sanguinarie, più ingiuste, più incomprensibili... di altre. Ci sono guerre lontane che catturano la nostra attenzione, magari tra un boccone e l'altro, e poi le dimentichiamo. Ci sono guerre più vicine che fanno trasalire il cuore perché dietro l'angolo di casa e che hanno implicanze sulla nostra vita, i nostri consumi, le nostre comodità.
    Le guerre sono sempre invasioni: di territorio, di vita, di storie. La gente comune paga il conto più caro, e i bambini questo conto lo continueranno a pagare per tutta la vita.
    La mobilitazione deve essere mondiale e deve essere per la pace. La pace ovunque, senza distinzioni di territori, continenti, colore di pelle, interessi.
    Alla pace ci si educa. La pace di costruisce. La pace si tutela.
    Grazia Le Mura

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  10. Quante ignominie è pronto a commettere colui che crede d’avere sempre ragione soltanto perché una madre, un padre, un amico, un educatore, un collaboratore, un dipendente, un suddito, glielo hanno fatto credere e, per tale motivo, ha la mente offuscata da manie egemoniche, da avidità di possesso, da sete di vendetta ...
    Quanto miserabile è colui a cui va l’acqua per l’orto, come dicono a Roma, e per ciò stesso si sente in diritto di schiacciare gli altri ...
    Quanto squallido è colui che non ha mai avuto il privilegio di conoscere l’arte, la bellezza, l’amore per gli altri esseri umani, ma ha conosciuto soltanto odio e violenza e, per tale motivo, soltanto odio e violenza è capace di restituire ...
    Due anni di pandemia hanno trasformato le nostre vite, ma non hanno migliorato le nostre coscienze.
    Ora, la guerra alle porte ci toglie il fiato e non ci rendiamo conto d’essere irreparabilmente caduti in una trappola, che parlare è ormai inutile, che bisognava agire, costruire, prevenire, impedire e, ribadisco, investire in strategia del benessere comune e non in armi.
    Non ci rendiamo conto che il nemico non era l’extracomunitario che sbarcava nel mediterraneo o un governo che faceva solo il proprio dovere, che la nostra salvezza non è il gas, né il nucleare, ma è la cooperazione per il bene di tutti.
    Dovremmo capire che nessuno di noi è padrone di uno stato, di un mare, di un confine.
    Dovremmo ricordare ciò che ci ha insegnato un passato di guerra e decidere insieme non quali parole spendere o quali armi utilizzare contro chi tenti di riesumare tale passato, ma quali misure e distanze prendere dallo stesso e quali azioni adottare per renderlo innocuo.

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  11. Grazie Aurora, ci permetti una riflessione più profonda e uno scambio di pensiero attraverso le risposte. Comunque ci rimane solo la preghiera e la fede, perché la guerra ovunque sia è segno di mancanza Amore segno che l'uomo vuole sempre mettersi al primo posto, segno di distruzione e presenza del male

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