L'impotenza di Dio

 

Dio, dove sei? Dove ti nascondi? Perché non intervieni per cambiare il corso degli eventi? Perché sembri così indifferente, distratto, assente davanti a tanto dolore?


È il grido che si leva da ogni tragedia dell’umanità.


Ce lo chiediamo tutti davanti alla crudele violenza di questa guerra. 


E questo grido si fa preghiera, una preghiera incessante che sale a Dio da ogni parte del mondo perché si fermino le armi e si ripristini un clima di distensione e di dialogo tra le parti in conflitto.


Ma anche se la preghiera si intensifica, avvertiamo attorno a noi il silenzio di Dio, un silenzio assordante che non sappiamo decifrare e che lascia anche noi muti e sospesi, in attesa di un suo segnale, di un barlume della sua luce.


Il pensatore, di Auguste Rodin, Piazza del Pantheon, Parigi, 1886

Sin da bambini abbiamo imparato a memoria gli attributi di Dio: onnisciente, onnipresente, onnipotente ... Un Essere insomma infinito, assoluto, che non ha alcun limite, che è presente ovunque, che sa e che può tutto.


Nei fatti però ci scontriamo spesso con un’altra realtà sconcertante: l’impotenza di Dio.


L’idea che ci siamo fatta di Dio e che abbiamo coltivato nei nostri percorsi di catechesi e di studi scolastici spesso non collima con le nostre esperienze di vita.


Nei momenti più cruciali dell’esistenza, ci aspettiamo l’intervento miracolistico di Dio, che prenda il posto dell’uomo, che dia soluzione ai problemi da lui stesso creati e che non è in grado di risolvere. 


Ma il Dio della Bibbia non è il “deus ex machina” delle antiche tragedie greche, quell’espediente narrativo inventato per dare una via d’uscita a problemi insolubili, quel meccanismo, appunto, che interviene inaspettatamente per risolvere situazioni disperate, per sciogliere nodi inestricabili, per condurre a buon fine missioni impossibili.


Il Dio della Bibbia non è neanche il “tappabuchi”, per usare una pregnante espressione del filosofo tedesco Bonhoeffer, a cui ricorrere nelle ore buie della storia, per sanare le ferite provocate dall’arroganza e dalla prepotenza umana.



E noi non siamo dei burattini nelle sue mani, delle marionette manovrate a suo piacimento.


Siamo degli esseri umani in grado di decidere, di scegliere, di usare la nostra libertà.


Non siamo programmati come un computer per fare il bene. Non siamo obbligati, costretti, a comportarci secondo quel codice etico che è iscritto nella nostra coscienza. 


In questo caso saremmo dei ripetitori meccanici senza volontà, senza desideri e senza amore, dei “droni” pilotati lungo un itinerario e verso una destinazione a noi sconosciuti.



E invece no! L’idea più geniale di Dio è stata proprio quella di creare una umanità libera, responsabile delle sue scelte, autonoma nelle sue decisioni, correndo pertanto il rischio che, in forza della sua libertà, l'uomo rifiuti persino Dio stesso e i suoi insegnamenti.


E di fronte alla libertà dell'uomo ecco il paradosso: Dio diventa impotente, non toglie all'uomo la sua libertà quando sbaglia, non prende il suo posto, ma aspetta che si sciolgano le sue rigidità e che si converta il suo cuore.


Aspetta che sia l’uomo a decidere di accoglierlo, ascoltarlo, seguirlo, lasciandosi guidare da lui, conformandosi ai suoi insegnamenti, perché il rispetto, la pace, la giustizia siano a fondamento della società e della politica.


È attraverso la nostra libertà che Dio vorrebbe agire nella storia. Siamo noi stessi le sue mani che dovrebbero accogliere e abbracciare, invece di bombardare e uccidere. Siamo noi stessi la sua voce che dovrebbe pronunciare parole di pace e di giustizia, invece di minacciare e accusare. Siamo noi stessi le sue gambe che dovrebbero andare incontro agli altri, invece di calpestarli e sottometterli.



Dio è onnipotente nell’amore, dice Papa Francesco, poi ci lascia liberi, e in questa libertà nascono anche gli errori, le colpe, le sopraffazioni” (6/02/2022).


Episodi della Bibbia che attribuiscono a Dio guerre e distruzioni non possono essere interpretati alla lettera. Sono eventi storici, opera delle mani dell’uomo, che l’autore del testo sacro attribuisce all’intervento di Dio.


Di fronte al male di cui è disseminata tutta la storia, e in particolare in quest’ora tragica e buia del nostro tempo, in cui la brutalità domina il mondo, rischiando di condurlo alla sua totale distruzione, quali saranno i “sentimenti” di Dio?


Il suo silenzio per noi è inquietante. Lo percepiamo come uno scandalo e un mistero. Così come uno scandalo e un mistero è stata la sua croce. Vorremmo sentire il suo grido levarsi in difesa di chi è minacciato dalle bombe e dai missili. E invece tutto tace! 


Ma Dio non rimane indifferente e insensibile, ma soffre, si amareggia, continua ad essere “crocifisso” come duemila anni fa.



Cosa ci aspettiamo da Dio? Che mandi un fuoco dal cielo per divorare tutto? Che provochi un diluvio universale per distruggere l’umanità? Che fulmini chi con crudeltà usa violenza contro il suo prossimo? Che fermi la mano di centinaia di dittatori che in questo momento, in molte parti del mondo, tengono soggiogati i loro popoli o vanno alla conquista di altre terre facendo razzia di civili inermi e innocenti?


A volte è questo che chiediamo a Dio nelle nostre preghiere. Come fecero una volta anche i discepoli di Gesù, mentre erano in cammino verso Gerusalemme, adirati contro i Samaritani di un villaggio che non volevano accoglierlo: “Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?” (Lc 9, 54). Gesù “si voltò e li rimproverò” precisa lapidariamente il vangelo.


Davanti a Caino Dio non ha reagito con ira e con violenza, ma ha toccato la sua coscienza, mettendolo di fronte alle sue responsabilità.


È questo che dovremmo aspettarci da Dio: che tocchi il cuore dell’uomo che vive lontano da lui e dalle sue leggi, e lo renda umano, sensibile, compassionevole. E questa dovrebbe essere anche la nostra preghiera incessante, animata da una fede profonda e sincera.




Commenti

  1. Penso che gli esseri umani come gli altri animali lottano per la sopravvivenza, ma ora la nostra sopravvivenza è legata a fame di energia....... Vedo molto nero il nostro cammino verso una umanità meno distruttiva. Io davanti ai forti e prepotenti mi arrendersi. Per lo meno la speranza in un dio o una dea madre ci può aiutare nel cammino della vita! 😞😕😟

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  2. Lo un Kwon sopra sono io Maria Luana Belli

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  3. Riflessione completa. Non manca di nulla. È utile per aiutare a riflettere sul nostro " Deus absconditus" e per argomentare contro chi vorrebbe un Dio " taumaturgo", che risolve tutti i mali del mondo. Invece, anche se muove i fili della storia ( i tempi e i segni di Dio),ci lascia sempre il " libero arbitrio" . Lui è sempre sulla croce, inchiodato da noi. E desidera che noi lottiamo contro tutte le ingiustizie e ripariamo tutte le storture del nostro vivere quotidiano.

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  4. Cond8vido queste tue riflessioni cara Aurora e soprattutto credo fermamente che nonostante tutto....dobbiamo continuare ad essere noi a testimoniare l'amore di Dio attraverso il nostro modo di relazionarsi, la nostro voce, .....Grazie x questi minuti di vera riflessione...in quesra giornata in cui tanti sono a lottare x difendere il loro Paese

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  5. Aurora cara, queste tue considerazioni arricchiranno la mia lezione a scuola sul capitolo, "La leggenda del grande inquisitore ", tratto da "I fratelli Karamazov"...parole che sciolgono i dubbi espressi da Ivan e che chiariscono molto bene la visione di Dostoevskij, il quale conosceva molto bene i Vangeli, unica lettura a lui consentita in carcere.

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  6. Grazie Aurora per queste riflessioni che ci spingono a togliere un po' di polvere all'idea diffusa di Dio.
    Il sentimento che tutti proviamo è lo scoraggiamento davanti al "silenzio" di Dio. Ma Dio non è in silenzio, la sua voce nella storia è l'umanità, le sue parole sono le sue creature, ogni creatura e tutte le creature, alle quali ha fatto un dono grande: la libertà. La libertà di dichiarare guerra e la libertà di costruire la pace, la libertà di distruggere e la libertà di edificare.
    Questo Dio impotente è il Dio che amo altrimenti davanti alla sofferenza potrei impazzire. La sofferenza che si vive in Ucraina e quella che vivo qui a casa mia in Burkina dove i bambini muoiono ancora di fame e dove sovente restano senza mamma dopo il parto per i motivi più diversi, molti dei quali facilmente gestibili in un altro contesto.
    Più che ricordare a Dio di essere Dio e di fare l'Onnipotente, direi di ricordare all'umanità che siamo figli e siamo fratelli.
    Grazia Le Mura

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  7. Pubblico, con il suo consenso, questo commento di una mia cara amica che ho ricevuto su whatsapp. Grazie Silvana!

    Grazie infinite Aurora. Il tuo articolo aiuta molto. Cambiare la visione e la prospettiva sull'intervento di Dio è fondamentale.
    Per noi le tue parole sono un toccasana, in questo momento molto, molto delicato.
    Silvana Schifano

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  8. Interessante l'argomento. Bello il confronto. condivisibili le conclusioni, specie da coloro che possono considerarsi adepti di una dottrina assimilata dalla quale pare impossibile discostarsi. Le parole, attraverso il parlare, si propongono di spiegare, ma spesso sono destinate a tradire il pensiero, nel senso che sono vittime dell'interpretazione, o peggio ancora, suscettibili di commenti aggiuntivi che ne vanificano il senso conduttore. Altre volte esse vengono addirittura uccise, perché chi le legge o le ascolta è di tutt'altro avviso. Personalmente credo che Dio non si interessi affatto delle guerre, infatti non ha mai fatto nulla per impedire che si verificassero, come non ha mai fatto nulla perché la Chiesa stessa non si rendesse responsabile di guerre e di crimini. Gli uomini delle antiche civiltà immaginavano che gli Dei partecipassero alle contese parteggiando per l'una o per l'altra. Gli Ebrei, "i nostri antichi cugini, "già perfini Giudei" hanno adottato la legge del taglione (occhio per occhio, dente bper dente). Poi venne il Cristianesimo e tutto sarebbe dovuto cambiare, ma a quanto sembra è cambiato ben poco. La storia dell'uomo ci parla di guerre ordinate dai Pontefici in difesa del Santo Sepolcro e comunque della cristianità, ci racconta di popoli costretti con la violenza a convertirsi al Cristianesimo, ci rivela di persecuzioni nei confronti di popoli che osavano mettere in dubbio dogmi partoriti da Pontefici, Conclavi e Concili Ecumenici e stravolge la nostra sensibilità nel renderci note le torture ordinate dal Santo Uffizio, Senza parlare delle nefandezze avvenute in ogni latitudine su bambini e donne.
    C'è un segnale ben preciso che dimostra che l'uomo fu creato libero di fare la guerra e quindi di uccidere altri uomini e questo segnale è nella Bibbia, laddove Javè chiede conto ad un immaginario Caino, a cose avvenute , di dove sia finito il fratello Abele, pur sapendo che lo aveva appena ucciso. Dio non fermò la mano di Caino. Gli chiese soltanto conto del fatto di averlo ucciso.
    La guerra è nell'uomo, fa parte del suo essere. Alcuni fanno la guerra per difendersi, altri per sottomettere. L'interesse di Dio subentra a cose avvenute, per chiedere conto ai colpevoli delle morti di cui si sono resi responsabili. Nessuna guerra sarà mai fermata da Dio. E questa nostra presunzione di voler affibbiare etichette di guerra giusta e di guerra sbagliata a seconda dei nostri orientamenti politici, questa nostra caparbia invocazione dell'intervento divino nelle contese umane, snatura l'essenza della nostra religione. La stessa legittima difesa è un obbrobrio indigeribile. Chiunque spezzi una vita umana commette un crimine, Non ci sono guerre giuste o guerre sbagliate. Esiste solo la guerra. Le Scritture rivelano principi di vita e di salvezza che spesso vengono dimenticati. Tutti i libri sacri possono essere interpretati e citati in alcune parti, tacendone altre. Cosa voleva Cristo quando spiegò che bisogna "porgere l'altra guancia" ?... Non voleva forse insegnare un metodo efficace per evitare le guerre?...
    Il fatto è che tutti noi siamo piccoli di fronte alle leggi divine. Pretendiamo a volte di modellarne i significati per sostenere cose che non raccolgono consenso o per conferire etichette di pulizia a fatti poco puliti.
    Gli Americani si sono scritta la loro storia di buoni, pur avendo commesso un crimine folle ed inutile sganciando sul Giappone due bombe atomiche, delle quali non si sentiva affatto il bisogno, perchè il GHiappone era ormai finito. Da allora continuano ad autocelebrarsi come portatori di pace nel mondo, mentre tutti gli altri sono, al loro confronto, perversi fomentatori di guerre. Così la Serbia, l'Iraq, l'Afghanistan, la Libia.

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  9. Carissima Aurora,
    l’uomo, per cultura atavica, conscio della sua grande impotenza, si è sempre proiettato verso il trascendente, inventando, a proprio uso e consumo, uno o più esseri divini e relazionandosi con essi alla stregua di maghi, affinché lo preservassero dai pericoli e dalle malattie.
    Tale abitudine prosegue con qualche variante in era moderna e sarebbe utile conoscere la dinamica della preghiera nelle varie religioni, per capire il perché di certi comportamenti umani.
    Noi cattolici, oltre che a Dio, inteso come trinità, ci rivolgiamo anche alla Madonna, alla quale chiediamo di intercedere, da mamma amorevole, per convincere Dio padre, o Gesù figlio, a fare un “miracolo”.
    In un cattolicesimo che corriamo il rischio di far diventare sempre più politeista, in quanto popolato da santi, vecchi e nuovi, proclamati e non, ci affidiamo anche a loro, così da rendere più efficace il raggiungimento dei nostri “desiderata”.
    E soffriamo se qualcuno accanto a noi sostiene di non credere, perché troviamo assurdo prescindere da questo meccanismo che ci ha finora aiutati a sopravvivere alle insidie di questo mondo.
    Ognuno, nel nostro animo, viviamo la nostra religione, che potrebbe essere in qualche sua parte discutibile, diversa da quella degli altri, ma che ha un comune denominatore: rispettare gli altri come se stessi.
    Ma c’è un altro qualcosa che distingue la nostra religione ed è la fede, quella innata forma di fiducia che provano i figli quando sono in braccio alla mamma e non chiedono nulla, né si domandano cosa accadrà.
    Finché un bel giorno non siamo costretti ad affrontare uno di quei periodi bui della storia, in cui un mostruoso individuo al quale c’è sempre un qualcuno che presta appoggio, accampa poteri assoluti sul genere umano e sul mondo, trascinando le folle in insani progetti e, nel caso in questione (caso Putin), cita con disarmante disinvoltura le sacre scritture, travisandole secondo i suoi stereotipi.
    Senza alcun dubbio costui è il “male”, in contrapposizione al “bene”.
    Difronte a una tale minaccia ci sentiamo sprovvisti di protezione e potremmo pensare che il nostro Dio non sia poi così efficace come avevamo creduto.
    Potremmo sentirci stanchi di credere alla favoletta della fede, come dono innato, e farci quella classica domanda che prima o poi tutti si sono fatta: ma Dio esiste?!
    Perché Dio potrebbe anche non esistere, potrebbe essere una fregatura e, dopo i molteplici sforzi per vivere in onestà, improvvisamente potremmo sparire per sempre, quali rifiuti organici da compostaggio, magari, citando Putin, “sputati” alla stregua di “un moscerino volato accidentalmente in bocca”.
    E potremmo chiederci se questo Dio cercato e poi rinnegato, osannato e poi immolato, questo Dio che a tutti i costi viene chiamato in causa e non interviene perché intende lasciare gli uomini “liberi”, questo Dio che ogni popolo ha raffigurato in modo diverso, ma che impersona più o meno la stessa essenza, non sia un costrutto immaginario tramandato nei secoli o un’entità che in realtà è impassibile difronte alle vicissitudini del mondo.
    E tale tesi non sarebbe forse suffragata dal fatto che ogni calamità che non possa essere prevenuta o ricondotta in tempo nei ranghi da mani umane diviene inarrestabile?!
    Dunque che fare?!
    Aggrapparci ai mass media e ai loro esasperati “pourparler”?!
    Restare immobili ad attendere l’avverarsi di catastrofiche predizioni?!
    In questo piccolo spazio temporale da cui prima o poi ognuno di noi sparirà e resterà soltanto nella memoria di pochi, ora più che mai dobbiamo fare, nel nostro piccolo, ciò che possiamo:
    pregare ancora, con la speranza di sempre,
    lanciare appelli nel web,
    aiutare le popolazioni colpite
    e tenerci stretta, chi ce l’ha, la propria fede, quella fede che dopo aver vacillato si rimette in piedi e prosegue il cammino, la sola che può aiutarci psicologicamente a sopportare e superare una tale immensa tragedia.
    Ciao e grazie per questa opportunità di riflessione.
    Alida ❤️

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  10. CARMELO MARIA SARCIA DI SAN GIOVANNI25 febbraio 2023 alle ore 12:15

    Dio è Luce. Dove c'è Luce, lì c'è Dio. (Tesla)

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