Sussultiamo di gioia!

Giotto, Visitazione, Basilica inferiore di San Francesco d'Assisi, 1306-11

Luca 1, 39-48

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, 
in una città di Giuda. 
Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, 
il bambino sussultò nel suo grembo. 
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: 
«Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 
A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 
Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, 
il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 
E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse: 
«L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva».


Si potrebbe definire “il vangelo della maternità” quello di questa domenica, in preparazione alla solennità del Natale. 

Due donne si incontrano portando nel loro grembo due nuove vite. 

Una di esse, Elisabetta, è molto avanti negli anni e sterile (Lc 1,7). Ma in lei si avvera una promessa del Signore che "si è degnato” di liberarla dalla “vergogna” della sterilità (Lc 1,25). 

L’altra, Maria di Nazaret, è una ragazza, molto giovane, che rimane misteriosamente incinta prima di andare a vivere con Giuseppe di cui è promessa sposa.

Nel riportare questo racconto, Luca entra in alcuni dettagli che io trovo particolarmente  interessanti e sui quali ho voluto soffermare la mia attenzione.

Elisabetta, dopo il concepimento, rimane nascosta per cinque mesi, attonita per quanto le era accaduto, meditando segretamente il prodigio che stava compiendosi in lei e chiedendosi probabilmente cosa avrebbe pensato la gente quando ne fosse venuta a conoscenza.

Zaccaria riceve l'annuncio della nascita di Giovanni

Più avanti Luca preciserà che, dopo la nascita del piccolo Giovanni, “i vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei” (v. 58). Ogni nuova nascita, desiderata e attesa, è infatti una grande gioia per tutti!

Dopo sei mesi, sarà la vita di Maria ad essere sconvolta: "Concepirai un figlio" (v. 31), le dirà l'angelo, senza conoscere uomo. 

Nelle sue condizioni, i rischi che corre sono molto seri: il ripudio di Giuseppe, le accuse di adulterio, la lapidazione … 

Tuttavia, messa al corrente dello "stato interessante" di Elisabetta, “si alzò e andò in fretta” precisa Luca, correndo da lei e affrontando un viaggio molto faticoso per quei tempi. La località dove abita Elisabetta è stata identificata dalla tradizione cristiana con Ain Karem, piccola città della Giudea,  regione montuosa della Palestina, distante circa 150 km da Nazaret. Non sarà stato certo una passeggiata questo viaggio per Maria.

Veduta di Ain Karem

L’incontro tra le due donne sarà stato un momento intenso, pieno di emozioni e di gioia, in particolare perché ambedue avvertono di non essere sole, e che attraverso le loro persone sono i due bambini a incontrarsi e a “riconoscersi”.

Non a caso Luca sottolinea, parlando di Elisabetta, “il bambino le sussultò nel suo grembo” (v. 41), ripetendo l'espressione due volte, mettendola in bocca alla stessa Elisabetta: "Appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo" (v. 44). Dovremmo chiederci tutti in questo Natale, se il nostro incontro con Cristo ci fa sussultare di gioia, o ci trova distratti, indifferenti, occupati in tutt'altre faccende...

Alcune opere d’arte, che ritraggono la Visitazione, danno particolare rilievo a queste parole del vangelo di Luca, raffigurando le due donne in un atteggiamento insolito ma molto eloquente: l’una tocca la pancia dell’altra, condividendo con questo gesto la loro esperienza di maternità e dando luogo al primo “incontro” tra i due bimbi.


Maria si fermerà da Elisabetta per tre mesi, presumibilmente fino alla nascita del piccolo Giovanni, anche se Luca non lo precisa. Sarebbe inverosimile, d'altra parte, pensare che sia ripartita proprio quando stavano per compiersi per la cugina i tempi del parto.  

Meditando davanti all’icona della Visitazione, ho affidato al Signore tutte le donne che vivono un’esperienza di maternità, cercata, desiderata, attesa, accolta con gioia … ma anche indesiderata, giunta nel momento meno opportuno, subita, vissuta come un peso o un incidente di percorso, perché possano trovare sempre, indipendentemente dalle circostanze, la forza per amare e custodire la vita nascente e indifesa che è dentro di loro e che, se accolta, sarà fonte di gioia vera, anche se mescolata molte volte a rinunce e sacrifici, come lo è ogni donazione.


Ma ho affidato al Signore anche tutte quelle donne che
desiderano un figlio e non riescono ad averlo, pur attendendolo per anni, come è accaduto a Elisabetta.

Molte donne oggi vivono il suo stesso disagio. Procrastinando nel tempo l’esperienza della maternità, infatti, spesso oggi diventa impossibile per molte coppie concepire un bambino e si attendono lunghi anni, ricorrendo ad ogni mezzo, pur di realizzare questo sogno. 

L’adozione e l’affido sono due vie percorse da molte coppie con grande generosità e dedizione gratuita. 

Ma anche la fecondazione assistita omologa, all’interno della coppia, nonostante i sacrifici anche economici che comporta, rende possibile molte volte questo “miracolo”. 

Ma dovrebbe essere la società tutta a farsi carico del problema, ricostruendo una gerarchia dei valori più rispettosa della persona, mettendo al primo posto una nuova cultura della vita e della famiglia.

Commenti

  1. Molto bello questo lavoro che hai fatto, mi ha consentito di riflettere

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  2. Questo brano del Vangelo di Luca è molto bello perché è all’insegna della tenerezza e della gentilezza.La generosità e tenerezza di Maria che appena conosce lo stato della cugina non esita a mettersi in viaggio per raggiungerla e si ferma da lei per aiutarla con umiltà, nonostante il dono prezioso che porta in grembo.Gentilezza di Elisabetta che le va incontro ad accoglierla e le dedica parole profetiche.
    Hai detto bene, la storia dell’arte ha attinto a questo episodio per rappresentare l’incontro delle due donne in tanti modi diversi.
    A me è particolarmente caro la “ Visitazione” del Pontormo.Un quadro di rara intensità dove le due donne si abbracciano ma soprattutto si guardano negli con amore e partecipazione.
    Infine trovo molto interessante la riflessione che fai sulla maternità.

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  3. Carissima Aurora, versato in mille minuzie non ho n3eanche acceso iòl cellulare per chiederTi come stai. Spero che il trauma post inoculatorio sia stato ben superato.
    Del Tuo pezzo mi ha subito colpito l'occhiello: Sussultiamo di gioia! ... Pensavo di aver letto male. Mi aspettavo infatti di leggere Esultiamo di gioia! Mi sono dunque avvicinato al massimo allo schermo e... niente ... avevo visto bene: Sussultiamo piuttosto che Esultiamo.
    Mi sono dunque chiesto cosa Ti avesse spinto a modificare una parola storica, ormai acquisita nell'immaginario di noi Cattolici e mai sostituita con altro diverso termine. Esultiamo è un termine ormai digerito, metabolizzato e mandato a memoria, come le preghiere imparate da fanciulli. Ecco perchè mi ha stupito vederne cancellata l'esistenza.
    In questi casi sono uso ricorrere al dizionario della lingua italiana, alla ricerca dei significati. Una verifica mi pare opportuna. Mi sono infatti chiesto quali motivi Ti avessero indotto a questa modifica- Forse dovuta al clima di trasformismo ormai imperante nella Chiesa Cattolica, il cui indiscusso Autore non è altri che il Novello Francesco, al secolo, Papa Bergoglio (mi riferisco naturalmente alle modifiche dalo stesso apportate al testo della Santa Messa e addirittura a quello della Preghiera somma che ci lasciò Gesù: il Padre Nostro)?...
    Ebbene, questo è stato il risultato della mia ricerca:
    Esultare: Provare una grande gioia, spesso accompagnata da manifestazioni esteriori - Devoto-Oli pag. 694;
    Sussultare: Muoversi bruscamente e ripetutamente dal basso verso l'alto (e fa l'esempio del terremoto sussultorio) - Devoto-Oli pag.1924.
    Sono certo che con la Tua dialettica forbita, profonda e competente, saprai trovare molte spiegazioni all'inopinabile Tua modifica ... e mi farà piacere godermene la lettura. Fermo restando che il Natale mi ha fatto ogni Santo anno esultare, piuttosto che sussultare. Seguono faccine sorridenti. Buonanottre.

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  4. Ti sarò grato se correggerai qualche refuso sfuggito alla mia vista ormai indebolita alquanto. Gratie plene. Che non c'azzecca niente.
    Ho comunque scorso il Tuo bell'articolo, come sempre orientato a trattare temi sociali nuovi , la cui comparsa è strettamente attinente alle mutate condizioni di vita ed alla sparizione del decoro, della morale, dell'amor proprio, della coscienza, della carità e delle tradizioni. Tradizioni che hasnno mantenuto efficiente il hgenere umano, malgrado i conflitti e le persecuzuoni. Vedo all'orizzonte buio completo, un tunnel senza uscita, costruito alla maniera di un labirinto.

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    1. Se avessi letto il post con più attenzione, e magari di giorno, avresti trovato nel testo la risposta al tuo quesito che ti ha così tanto incuriosito e catturato.
      Il verbo che ho usato, infatti, è un richiamo al Vangelo a cui si riferisce il post e che precede la mia riflessione. È Elisabetta stessa che lo usa sentendo appunto sobbalzare di gioia il bambino, di cui era in attesa, nel suo grembo, al saluto di Maria.
      Riflettendo comunque sulla tua domanda, mi sono venute alla mente nuove suggestioni... Dobbiamo ritornare bambini, come dice Gesù in altri brani del Vangelo, per cogliere tutta la bellezza di questa forma verbale che, giustamente, come sottolinei tu, noi adulti non attribuiremmo mai ai nostri comportamenti, e che ci porterebbe tutt’al più a pensare a un terremoto sussultorio. In realtà i bambini, non solo nel grembo della madre, ma sempre quando sono felici, “sussultano”, cioè saltellano, sgambettano, fanno piroette e capriole, manifestando con tutte le cellule del loro corpo la gioia che non possono contenere o nascondere, e contagiando di gioia tutti coloro che hanno la fortuna e il privilegio di averli accanto. Mi brilla nella mente l’immagine del piccolo Luigi che ho visto tante volte saltare di gioia con i suoi occhioni scintillanti!!
      Per noi adulti sarebbe improprio questo comportamento, tuttavia possiamo coltivarne interiormente , nei nostri sentimenti, tutta la bellezza della sua freschezza e della sua spontaneità.
      In questo senso anche noi possiamo “sussultare” di gioia andando incontro al Cristo che viene. Quale evento più grande e più gioioso di questo potremmo infatti vivere?
      Grazie per questo nuovo stimolo che hai offerto alla nostra riflessione!

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  5. Grazie a Te per le forbite ed esaurienti chiarificazioni. Devo confessare che la curiosità suscitatami dall'anomalia linguistica de quo mi ha preso così tanto da non permettermi di eseguire una lettura capillare del testo. Ero anche stanco di una giornata di impegni pre-natalizi. Ti prometto che appena possibile mi riverserò nel Tuo Blog ed eseguirò una paziente ed approfondita "radiografia" dei significati reconditi e dei riferimenti espliciti con cui hai "costruito" il Tuo pezzo. Prima di Natale!...
    Possiamo comunque concludere, per adesso, con un Alleluja all'indirizzo delle ricorrenze in arrivo ... Esultando, almeno al di fuori dello scritto, per il calore che emana la Festa prossima ... che coinvolge il Mondo intero, financo le persone di altre religioni e persino gli apolodi, gli agnostici e gli atei impenitenti.

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  6. Non mi voglio assolutamente intromettere nelll’affettuoso dibattito di due colti fratelli, ma come credente e mamma desidero anche io aggiungere due parole a quanto letto.Il titolo che ha messo Aurora , quando l’ho letto, mi ha fatto venire in mente proprio le parole di Luca : “ appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo”.E contemporaneamente mi ha fatto tornare alla memoria quando per la prima volta ho sentito muovere mio figlio durante la gravidanza e ho pensato che le parole del Vangelo sono sempre profonde e precise ,riescono in poche righe a condensare stati d’animo e situazioni.
    Questa interessante discussione è stato per me un invito a soffermarmi con più attenzione sulle parole dei Vangeli perché sono un tesoro a cui attingere sempre nuovi insegnamenti.Quindi grazie ad entrambi.

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  7. Ringrazio la Signora Sandra per le gentili espressioni che ha voluto dedicarmi... Aurora è per me una delle 5 sorelline ... la Terza per la verità... che la nostra devota e solerte mamma mi ha donato ... Quando è nata, io, primogenito di sette figli, avevo già 13 anni. E qundo partiii da casa per intraprendere la carriera militare, ormai ventiduenne, Aurora non aveva ancora compiuto 9 anni. Questo per dire che nell'immaginario delle mie sorelline sono rimasto il maggiore dei fratelli e un po' quasi papà... Nel merito delle Sue osservazioni, Signora Sandra, comprendo, seppur uomo, le sensazioni di una mamma che porta in grembo la sua creatura... Quanto ai significati ed ai riferimenti evangelici, esprimo il mio massimo rispetto... Mentre nell'ambito puramente longuistico, quando scrivo mi interrogo sull'opportunità di usare un termine piuttosto che un altro,
    perchè da innamorato e studioso della lingua italiana (cosa avulsa dagli Evangeli, frutto di traduzioni da lingue ormai non più parlate, quali l'aramaico ed altre... ) mi piace connotare il mio pensiero con il termine più appropriato al concetto che voglio esprimere ... Credo che Aurora abbia voluto più che altro fare la stessa cosa ... Tornando, e finisco, alla lingua nuda e cruda ... pur trovando, nei modi di dire in uso, esempi di significati immateriali attribuiti al sussulto in sè ... come il sussultare per una sorpresa ... per una paura... per avere udito una voce conosciuta in una folla di sconosciuti.. . lo trovo sempre associato comunque ad un moto fisico... materiale .... che è quello dell'acceleraziono e dei battiti cardiaci... piuttosto che ad un sentimento o ad un'emozione positiva... ll cuore del resto si presta a descrivere immagini di cose in movimento... quali il tumulto ad esempio... un cuore che batte tumultuosamrnte ben si accosta all'immagine di un sussulto.
    Se ne potrebbe ancora parlare a lungo... ma ci attendono i preparativi per le festività... Ci saranno, spero, altre occasioni... Buona serata...

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