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Una mostra sui generis

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  Immaginate di trovarvi a Roma e di percorrere a piedi la Via dei Fori Imperiali, a partire dal Colosseo . A poca distanza, sulla sinistra, sorgeva anticamente il sontuoso Tempio della Pace ,  denominato nel quarto secolo Foro della Pace,  costruito insieme all’anfiteatro Flavio da Vespasiano nel 71 d. C. per celebrare la potenza dell’Impero . Oggi di questa costruzione esistono sul luogo solo pochi resti. Le sette colonne a destra nella foto , rimesse recentemente in piedi, ne sono una piccola testimonianza "vivente".   Tempio della Pace, Ricostruzione Inoltre, le continue importanti scoperte archeologiche hanno portato alla luce nel 1562 molti frammenti di un’opera grandiosa che vi era dentro custodita, risalente agli inizi del terzo secolo, la Forma Urbis Romae, che una suggestiva mostra ci consente oggi di conoscere e ammirare. Si tratta di una imponente raffigurazione della pianta topografica di Roma fatta costruire dall’Imperatore Settimio Severo (193-211 d. C.) dal

Il ritorno

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  In un tempo in cui la vita umana sembra non avere più valor e, perché le guerre, le violenze, le torture, la privazione della libertà, sono usate ogni giorno come armi impietose e crudeli per violarla e cancellarla, la testimonianza sofferta di chi lotta con tutte le sue forze per rimanere aggrappato a essa , sia pure solo a un suo piccolo lembo, ci ricorda tutta la preziosità di questo dono che ci viene concesso sempre gratuitamente e, non dimentichiamolo, solo temporaneamente. Nessuno infatti può mai sapere fino a quando gli sarà concesso viver e. E per questo dovremmo essere grati alla vita tutti i giorn i in cui ci è dato di aprire gli occhi e di rimetterci in piedi. È quanto ha toccato pesantemente con mano Giovanni Allevi che, dopo due anni di sosta forzata in ospedale per curarsi da un mieloma , un terribile male piombatogli addosso come un fulmine, è ritornato a esibirsi davanti al suo pubblico, in occasione del Festival di Sanremo , suonando Tomorrow (Domani), un brano che

Gaza: un'ecatombe!

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  “Avanti fino alla distruzione totale!” . Con queste terribili parole Netanyahu ha svelato nei giorni scorsi le sue bieche intenzione sulla striscia di Gaza , vanificando ogni sforzo e ogni speranza di risoluzione del conflitto che da più di quattro mesi sta massacrando il popolo palestinese inerme e innocente . Preso da un incontrollato zelo vendicativo e distruttivo , cieco e sordo di fronte a tanto dolore e disperazione, il Presidente israeliano sta facendo piazza pulita di tutto , spazzando via abitazioni e infrastrutture, compresi ospedali, scuole, luoghi di culto, terreni agricoli. Eliminare Hamas a tutti i costi, scovando i suoi nascondigli e intercettando i percorsi sotterranei che attraversano l’intero territorio palestinese giungendo a pochi metri dal confine israeliano, e che costituiscono la più insidiosa minaccia per Israele: ecco il suo obiettivo . E se il prezzo fosse pure l’eliminazione di un popolo , la sua decimazione, la sua cancellazione, egli considererebbe tutto

Catene e libertà

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  Tutti per diretta esperienza conosciamo il valore assoluto e il prezzo salato della libertà, il bene più prezioso di cui possa godere un essere umano. E penso che tutti, in situazioni e contesti diversi, abbiamo vissuto concretamente il peso dell’esserne privati e del vivere in catene . Siamo messi infatti ogni giorno nelle condizioni di dover difendere questo nostro diritto con le unghie e con i dent i, e di dover lottare per non permettere a nessuno di privarcene o di restringerne i confini. Perché tra i diritti umani fondamentali e non negoziabili penso che sia proprio questo a essere più minacciato e subdolamente insidiato . Crediamo molte volte di essere pienamente liberi ma non lo siamo. Chi esprime il suo pensiero viene censurato, contestato, additato come un eretico, un appestato, un nemico da isolare, azzittire e annientare .  Anche una sola parola spesso diventa un vero e proprio affare di Stato, che genera discussioni e polemiche infinite, com’è accaduto recentemente per