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Dalla parte dei più poveri

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Il Brasile è troppo lontano da noi perché possiamo interessarcene o preoccuparcene. Le informazioni che ci arrivano dai mezzi di comunicazione sono così limitate e occasionali che non ci permettono di conoscerne la situazione sociale e politica. L’attenzione dei media infatti è polarizzata ogni giorno su argomenti vacui e irrilevanti , come le ripetitive, estenuanti e morbose inchieste su persone scomparse o uccise, o le mille congetture e polemiche, anche pretestuose, sulla nostra vita politica che intasano i talk show a tutte le ore: aria fritta sul nulla o su temi di alcun rilievo, per aumentare gli ascolti e addormentare i cervelli . Ma sicuramente non è sfuggito, alle persone più attente e di più elevati interessi, il nuovo appuntamento elettorale che nel mese di ottobre ha coinvolto il Paese e che ha visto fronteggiarsi , in un duello spietato all’ultimo sangue, i due più forti candidati, Bolsonaro e Lula . Per comprendere tuttavia l’importanza di queste elezioni e il valore de

Tenerezza e grandezza

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  Vi racconto una storia tenerissima eppure grandiosa , maestosa, gigantesca, per la portata del suo significato e per l’importanza dei suoi protagonisti . Un tale legge su un quotidiano di rilievo l’intervista a una anziana signora , dalla quale traspare un vissuto di intenso dolore, di estremo coraggio, di impensabile speranza . Ne rimane profondamente colpito e decide così di rintracciarla , andando alla ricerca di un suo contatto, per chiederle la possibilità di un incontro personale .  Trovata in lei tanta apertura e disponibilità, fissa un appuntamento, e nel giorno e nell’ora stabilita si presenta alla sua porta. Lei si avvicina con trepidazione all’uscio di casa e aprendolo si trova davanti proprio quella persona che l’aveva cercata. Incredibile! Non avrebbe mai immaginato che la telefonata ricevuta si sarebbe materializzata davvero in un incontro così ravvicinato.  Grandissima è la commozione e la gioia di entrambi. Sembra l’incontro tra due persone amiche che si ritrovano

Esistiamo anche noi!

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  È questo l’urlo che sembra levarsi dai tanti volti esterrefatti e disperati , ma determinati e forti , delle donne iraniane scese in piazza per protestare con estremo coraggio contro la violazione dei loro diritti fondamentali, da parte dell’attuale regime, dopo il pestaggio e la morte di Mahsa Amini, "colpevole" di avere indossato scorrettamente il velo che lasciava intravedere alcune ciocche di capelli. In realtà è antica l’origine di questa intollerabile forma di discriminazione delle donne e le sue tracce si perdono nei secoli.   Lo shah di Persia Reza Pahlavi, filo occidentale, a partire dal 1963 aveva attuato una serie di riforme volte a modernizzare il Paese e le istituzioni. Il cambiamento tuttavia tardò a manifestarsi e la popolazione rimase insoddisfatta. Per riprendere in pugno la situazione, Pahlavi reagì con una stretta autoritaria che gli costò cara.  Lo Shah di Persia Reza Pahlavi Sarà accusato di occidentalismo e verrà fomentata contro il suo governo una r