Esistiamo anche noi!

 

È questo l’urlo che sembra levarsi dai tanti volti esterrefatti e disperati, ma determinati e forti, delle donne iraniane scese in piazza per protestare con estremo coraggio contro la violazione dei loro diritti fondamentali, da parte dell’attuale regime, dopo il pestaggio e la morte di Mahsa Amini, "colpevole" di avere indossato scorrettamente il velo che lasciava intravedere alcune ciocche di capelli.

In realtà è antica l’origine di questa intollerabile forma di discriminazione delle donne e le sue tracce si perdono nei secoli. 

Lo shah di Persia Reza Pahlavi, filo occidentale, a partire dal 1963 aveva attuato una serie di riforme volte a modernizzare il Paese e le istituzioni. Il cambiamento tuttavia tardò a manifestarsi e la popolazione rimase insoddisfatta. Per riprendere in pugno la situazione, Pahlavi reagì con una stretta autoritaria che gli costò cara. 

Lo Shah di Persia Reza Pahlavi

Sarà accusato di occidentalismo e verrà fomentata contro il suo governo una rivolta, capeggiata prima da gruppi marxisti, poi anche da gruppi islamici nazionalisti, guidati da capi sciiti. Strana accoppiata, ma poi neanche così tanto strana… Sui diritti umani, gli uni e gli altri si sono rivelati nel corso della storia sempre tutti uguali, inaffidabili e pericolosi campioni!

Nel 1979, saranno gli sciiti a prendere il sopravvento portando a buon fine la rivoluzione islamica che troverà nell’Ayatollah Khomeini un leader carismatico e indiscusso, e realizzatore delle istanze sciite.

Da allora l’Iran piomberà irreparabilmente nel baratro della negazione di ogni diritto umano, specie delle donne.

L'Ayatollah Khomeini

Quello che sta accadendo da alcune settimane in Iran è solo una parte degli orrori che si consumano nei paesi islamici integralisti contro chi si rifiuta di eseguire gli ordini di una classe dirigente che usa il Corano come arma per sottomettere la popolazione e negarle la libertà di pensare e di agire.

Per i due terzi del mondo, e non solo quello islamico, pensare è infatti un grave crimine, specie se è una donna a “macchiarsene”

Ma chi ha questo coraggio eroico in situazioni del genere incorre in pestaggi, torture, violenze e abusi, e persino la morte.

Mahsa Amini

Oggi molti uomini in Iran si sono uniti alla lotta delle donne e questo è un segnale di grande speranza. Perché il processo democratico o nasce dal popolo e dal suo sacrificio o non nascerà mai.

La legge in vigore in Iran si chiama Sharia e consiste in una serie di regole di comportamento che sono attribuite a Dio, ma che in realtà sono ancorate a una interpretazione letterale del Corano, del tutto arbitraria e infondata, che viola i diritti umani fondamentali.

Nel Corano la visione della donna non è certo tra le più evolute, cosi come del resto anche nella Bibbia, Nuovo Testamento compreso, benché Gesù riguardo alle donne sia stato un vero rivoluzionario

Poiché la rivelazione di Dio passa sempre attraverso la cultura di un popolo, non si può fare confusione tra l’una e l’altra, né peraltro identificarle, cosa pericolosissima, come tutti stiamo constatando.


L’aspetto più grave dell’applicazione della sharia alla vita sociale, specie in Iran, in Arabia Saudita e in Afganistan, è il suo uso coercitivo, tanto che il mancato rispetto di queste leggi è punito con il pestaggio, la detenzione per crimini contro Dio e perfino la morte.

"Crimini contro Dio"! Come può una persona intelligente proferire una simile espressione macchiandosi dei delitti più efferati in suo nome? Quanti abomini si attribuiscono a Dio! Fa proprio comodo usare il suo nome per far crescere il proprio potere. Se lo lasciassero davvero parlare questo Dio di cui si riempiono la bocca, non staremmo qui a lottare per problemi che hanno la loro radice solo nell'ottusità e nella prepotenza degli uomini.

Se fossi nata in uno di questi paesi, sarei stata già sgozzata da tempo, tanta è la mia indisponibilità a subire decisioni inappellabili su scelte che mi riguardano, stabilite da uomini che considerano le donne loro proprietà.

I soggetti più vulnerabili infatti, in tali contesti, sono come sempre le donne, sebbene anche i maschi siano tenuti a rispettare le regole che li riguardano, come non tenere la barba troppo lunga, non usare bevande alcoliche, astenersi da relazioni extraconiugali e omosessuali, vigilare sul comportamento corretto delle mogli e delle figlie, non aderire a gruppi politici dissidenti, non macchiarsi di apostasia, tutti reati punibili persino con la morte.

Preposto al rispetto della legge è un organo apposito, la “Polizia morale”. Solo il suo nome fa paura! 


Nasce dalla presunzione di poter obbligare ogni individuo, ma soprattutto le donne, a osservare regole di comportamento integraliste e discriminatorie, decise sulla base di soggettive e personali convinzioni. Tra queste l’uso del velo, che deve coprire tutti i capelli, insieme ad abiti larghi e lunghi che nascondano braccia, gambe e le forme del corpo.

La persecuzione e la sottomissione delle donne mi sconvolge! Mi ha sempre turbato. Perché è gratuita, insensata, incomprensibile.

Ricordo ancora oggi, benché siano passati diversi decenni, una scena insolita e inquietante a cui ho assistito negli anni ‘80 all’aeroporto di Fiumicino: un gruppo di donne, probabilmente spose e concubine, interamente ricoperte da un velo nero, occhi compresi, sedute per terra in cerchio e “sorvegliate” dal loro uomo padrone, dall’alto della sua postura eretta.


Scene come questa richiamano inquadrature di cani al guinzaglio con i loro padroni. Con la differenza che almeno questi non sono costretti a nascondersi sotto un velo.

La Polizia morale agisce “legalmente” in Iran dal 2005 ed è costituita da gruppi di controllo del territorio, uomini e donne, che hanno il compito di vigilare, sanzionare, condannare e perfino malmenare fino a uccidere una persona il cui comportamento è ritenuto immorale in base al codice di riferimento, la sharia.

Continua a operare a ruota libera anche con il nuovo governoinsediatosi nell'agosto 2021, presieduto da Ebrahim Raisi, ex capo della Magistratura con nessun titolo specifico di studio se non il diploma elementare, e con un passato costellato di gravi violazioni dei diritti umani, di censure e repressioni efferate. 
 

L’unica motivazione, che potrebbe avere ispirato queste regole così pesantemente coercitive per le donne, può essere rintracciata nel tentativo di "proteggere" gli uomini dalle tentazioni e dalle lusinghe delle donne.

Secondo questa cultura, che inevitabilmente richiama alla mente la medievale caccia alle streghe, se la donna con le sue fattezze fisiche rappresenta una tentazione per l’uomo, la soluzione è subito pronta: non è punire l’uomo che ne abusa, ma renderle invisibili, occultando la loro presenza agli occhi del mondo. 

Da qui la violenza insensata e inarrestabile a cui stiamo assistendo: donne picchiate a sangue, fino a morire, solo perché non indossano il velo, o perché si rifiutano di cantare l’inno al leader politico che le ha rese schiave… La più bieca forma di maschilismo.

È lo stesso ragionamento che fanno anche tanti maschi occidentali che, per discolparsi da denunce di violenza sessuale, scaricano le loro colpe sulle donne, perché provocanti con il loro abbigliamento succinto. 


Ci sono tante forme di violenza, di sopraffazione, di sottomissione delle donne, anche subdole, perfino nella nostra cultura e civiltà che si definiscono democratiche e progressiste. Il maschilismo non è morto mai. 

Sono convinta che, se dovessero avere nel nostro paese potere assoluto certi individui che recentemente abbiamo sentito urlare ai microfoni, con tanta violenza di parole, di espressioni facciali e di toni, non so che fine farebbero le donne e i loro diritti finora faticosamente conquistati. 

È così che in molti paesi islamici le donne diventano ombre, senza volto, senza voce, corpi eterei di cui non bisogna percepire neanche il passo, come pretenderebbero per esempio i Talebani, involucri senza identità, senza diritti, senza volontà, senza libertà, perché nulla di ciò che le riguarda è dato loro di decidere, perché studio, lavoro, amore, matrimonio, sono decisi o negati da altri, comprese le scelte della più banale quotidianità.

Anche il mondo occidentale è stato, e, in alcuni contesti lo è ancora oggi, condizionato dalla pericolosa identificazione tra vita religiosa e vita civile, arrivando a imporre alla società, tutta una serie di comportamenti, di usanze, di tradizioni che hanno origine in un ambito religioso e che non avrebbero alcuna giustificazione nel mondo laico. 

Basti pensare al divorzio che solo dall’1 dicembre 1970 è consentito in Italia per legge e che per ben due volte, nel 1974 e nel 1981, si è tentato inutilmente di abrogare tramite referendum. 


D’altra parte ai cattolici nessuno impone l’obbligo del divorzio, eppure sono moltissimi i credenti che sono ricorsi, e continuano a farlo, a questa legge, facendo i conti solo con la loro coscienza, libera e insindacabile.

In ordine al matrimonio, sarebbe anche molto interessante approfondire il contenuto di una legge italiana di fine 800, risalente al codice napoleonico, la cosiddetta “autorizzazione maritale”, i cui strascichi continuarono a farsi sentire fino alla metà del 900

La sola espressione mi ha incuriosito e ho voluto indagare un po'. Inserita nel Codice di diritto civile del 1865, fu abolita solo nel 1919, appena 100 anni fa, ma totalmente superata solo a partire dal 1963.

La normativa stabiliva l’inferiorità delle donne rispetto agli uomini nel sistema giuridico, proibendo loro, senza l'autorizzazione del marito, di fare donazioni, alienare beni immobili, contrarre mutui, cedere o riscuotere capitali, oltre ad altri pesanti divieti. Unica libertà della donna era, decidere o meno di contrarre matrimonio, accettando tuttavia, una volta sposata, di rimanere sottomessa alle scelte del marito a cui spettava in esclusiva la patria potestà sui figli.

Un esempio evidente di come sia lento e difficile ovunque il percorso verso la democratizzazione di un Paese e l’affermazione dei diritti civili.

Spero che non si spengano i riflettori su queste donne coraggiose e sulla loro strenua battaglia. Poter parlare, denunciare, fare conoscere al mondo le discriminazioni che si subiscono è infatti fondamentale perché lascia intravedere una luce, una speranza, per quanto piccola sia, insieme alla possibilità di un riscatto.

Ma, mi chiedo: nei paesi occidentali, chi difende davvero queste donne? Tanti dimostranti sono scesi in piazza e tante dichiarazioni importanti sono state rilasciate. Ma, quanti Stati oggi stanno facendo affari con l’Iran, senza pretendere in cambio il rispetto dei diritti umani e il riconoscimento delle libertà individuali? La storia si ripete come sempre e dovunque.

Non so se queste giovani “guerriere”, armate della sola voce e del sacrificio della loro vita, riusciranno a vincere questa guerra che stanno combattendo a mani nude.

Me lo auguro con tutto il cuore, perché il loro riscatto può venire solo dalla loro ribellione. Io sto dalla loro parte.


Commenti

  1. Carissima Aurora, ne abbiamo fatte di battaglie anche noi! Ovviamente la nostra condizione non è paragonabile a quella di queste donne le cui battaglie ancora oggi sono ancorate al riconoscimento della propria esistenza e POI , della propria identità! Ma nel 1979 stavo per pagare sulla mia pelle la perdita di un lavoro perche l'azienda si era inventata una PROVA DI FORZA MUSCOLARE per discriminare tutte le donne. È stato l'intervento di forze sindacali e politiche oltre alla solidarietà di altri lavoratori alle quali ci siamo rivolte, che ha sventato la manovra e facendo pressione ha costretto l'azienda a fare un passo indietro. Sono stati bei tempi, quelli
    perché vivevamo un clima di solidarietà sociale,, conquistato, con le battaglie e la partecipazione.Bisogna sempre tenere alta la guardia, però, e questi ultimi eventi politici ci spingono a dare un allerta... ti abbraccio, a presto. Letizia

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  2. Bellissimo articolo, Aurora. Condivido ogni singola parola e soffro insieme alle nostre sorelle iraniane e afgane alle quali viene tolto ogni diritto, anche quelli fondamentali. Hai ragione quando dici che l'opinione pubblica deve essere sensibilizzata su questi argomenti e che solo l'attenzione alimentata dai media, anche i social in questo caso, potrà sostenere la battaglia di queste donne coraggiose e determinate. Clarabella

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  3. Complimenti Aurora! Hai scritto un bellissimo articolo! Diamo voce alla giusta causa delle donne iraniane! Siamo dalla loro parte! Maria Cristina Scorrano

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  4. Bellissimo articolo Aurora, anch'io cito l'ultima frase '' Sto dalla loro parte '' con convinzione e determinazione.
    Grazie! Laura Scorcelletti

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  5. Bellissimo articolo. Condivido le tue idee. Spero ma non credo che le donne iraniane possano risolvere questa tragica situazione. Ci vorrebbe che salisse al potere una donna come FaraDiba, moglie dello Shah, che aveva studiato in Inghilterra e aveva occidentalizzato l’Iran. Questi al potere faranno un massacro. Ma noi speriamo bene. Un abbraccio 😥 Marilia

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  6. Bellissimo link Aurora,tutto vero, persone declassate perché donne... ma ancora di strada da fare ce n'è tanta... Tina Gentili

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  7. Qui Greccio.
    Scrive Carmelo Maria Sarcià di San Giovanni
    (Prima Parte del Commento... troppo lungo)
    Nessuno si è mai chiesto perchè la democrazia gli Americani la portano in tante nazioni dove potrebbero farne bellamente a meno, ma non la portano mai dove sarebbe quanto mai opportuno e necessario portarla. Magari per aiutare i popoli che lo desiderano e che per questo motivo vengono perseguitati. Il motivo sta nel fatto che la democrazia viene “portata” (si fa per dire) dove ci sono giacimenti di materie prime che interessano l’economia industriale degli USA. Che poi non sono così tanti questi Paesi. La Persia dei tempi di Reza Palhevi, ad esempio, sarebbe stata uno di questi. Ma se non lo è stata allora, sicuramente lo sarebbe adesso, ma gli Americani in Iran non ci andranno mai. Hanno sprecato soldi, vite umane anche italiane, per andare in Afghanistan e in Iraq per nulla... Per lasciare quei poveracci peggio di come stavano prima che ci andasse la NATO (leggasi Americani). Adesso stanno spendendo l'ira di Dio per incoraggiare il proseguimento “sine die” della Guerra in Ucraina, pur sapendo che questo fatto crea distruzioni, morti, torture, sofferenze, sfollamenti ed emigrazioni, molto oltre qualsiasi previsione, tra l’altro col pericolo che fra non molto la NATO possa essere costretta ad entrare in guerra, obbligando anche noi Italiani ad andarci. Ripudiamo la guerra nella Costituzione, senza riuscire ad essere neutrali. Nessuno comunque scrive che l’interesse primari degli USA in Ucraina si chiama LITIO, materia prima che serve per fabbricare le batterie per i cellulari, per le navicelle spaziali e per le auto elettriche del futuro. Il litio lo hanno solo i Cinesi in Cina e in Africa, i Russi, e gli Ucraini nel Donbass. E' un fatto che le Operazioni Speciali, da che mondo è mondo, sono sempre esistite. Senza tornare alle Termopili ... l'America del Nord, quando combattè la Guerra di Secessione contro l'America del Sud, non fece altro che un'operazione speciale come quella che voleva fare quello sprovveduto di Putin (che non ha neanche preparare uno strumento bellico adeguato e senza accordarsi prima con Cina ed America). Nessuno però andò in America a lamentarsi, portandosi dietro i cannoni, tanto più che gli Yankee (la parola yankee è un termine usato per riferirsi a qualsiasi persona o elemento degli Stati Uniti. In alcuni paesi tende ad avere una connotazione dispregiativa.), avendo da poco conquistato l'indipendenza dagli Inglesi e dai Francesi, non avevano alleati di supporto. In America del Sud ci andò solo Garibaldi, l'Eroe dei Due Mondi, ma per vendersi i cavalli degli altri e per farsi mozzare un orecchio, prima di fuggirsene a gambe levate. Non parliamo poi dell'Operazione Speciale che ideò quel mascalzone di Hitler, il quale voleva annettere alla Germania tutta l'Europa dal Portogallo agli Urali (anche l’Italia si voleva annettere il mascalzone, ma Mussolini non lo capì … lo sapeva bene solo quel falso di Churchill). Ma la sua stupidità/pazzia non lo aiutarono affatto e gli finì peggio di come finirà a Putin. Quanto al Turco Erdogän, Sciita, non me la racconta giusta. Secondo me anche lui, ma differentemente da come ha fatto Putin, prepara un'Operazione Speciale contro l’Iran sunnita per poi annettersi tutto l’Islam. Questa annessione si pericolosa per l'Occidente, non quella di Putin al quale interessa solo unire la Crimea alla Madre Patria per ovi motivi logistici e strategici. Erdogän infatti sta con i piedi in varie staffe. E' alleato degli Americani e sta nella NATO, fa affari con Putin, se la intende con gli stati Sunniti e aspetta il passo falso dell'Iran, unico stato Sunnita forte, oltre la martoriato Jemen che non ha nemmeno gli occhi per piangere.
    (Fine Prima Parte... Continua)
    (Carmelo Maria Sarcià di San Giovanni)

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  8. Qui Greccio. Scrive Carmelo Maria Sarcià di San Giovanni
    (Seconda parte del Commento)
    Un altro che sta preparando un'Operazione Speciale è il Cinese Xi Jinping. Intanto si è fatto approvare il Terzo Mandato (i mandati costituzionali Cinesi erano massimo due; disposizione questa copiata da Grillo per il suo Movimento, insieme a "Uno vale Uno" e alle "Cinque Stelle" della Bandiera Cinese), quindi ha avvertito che nel 2025 si annetterà l’Isola di Taiwan. Voglio vedere se gli USA ci porteranno a combattere anche contro la Cina. Intanto, Xi Jinping, zitto zitto, quatto quatto, si è già annessa un quarto di Africa, senza sparare un colpo, ma comprandosela e predisponendo Basi militari da paura, tante volte agli USA venisse in mente di portare la democrazia anche nell'Africa Cinese.
    Mi dispiace tanto per ciò che sta accadendo in Persia. Ma a causa dell'immobilismo americano del tempo in cui fu rimosso lo Scià, non si fece nulla e ormai non c'è più nulla da fare. Anzi, credo che le donne farebbero bene a demordere. Stanno combattendo contro i mulini a vento. Le loro leggi si basano sul Corano. E non esiste un Capo di Stato o di Governo islamico che permetterà alle donne di non osservare i comandamenti del Corano. Loro non hanno il Vangelo. Loro non perdonano. La loro religione è peggiore di quella già dura degli Ebrei. E nessuno, forse neanche uno Stato Sciita, andrebbe mai ad attaccare il Governo Sunnita iraniano per costringerlo ad adottare le leggi occidentali. I Persiani hanno droni kamikaze che neanche Putin ha e forse hanno già la bomba atomica. E comunque le leggi coraniche non sono poi così differenti tra Sunniti e Sciiti.
    (Carmelo Maria Sarcià di San Giovanni)

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