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L'amica ritrovata

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  Compagne di banco , dalla terza media all’ultimo anno del liceo, e poi partecipi della stessa esperienza ecclesiale per più di tre lustri, ci eravamo perse di vista per moltissimi anni . Le nostre strade si erano improvvisamente divise. Errori, incomprensioni, silenzi, ostacoli di ogni genere, di cui siamo state più che artefici vittime, ci hanno allontanato inevitabilmente, generando ferite profonde e distanze incolmabili. Quando però un’amicizia è vera e i cuori sono liberi da pregiudizi, astio e risentimento, essa è capace di superare le prove del tempo e dello spazio, e rimane intatta, anche dopo lunghe interruzioni . Sentivo da tempo di aver lasciato qualcosa in sospeso nella mia vita e che avrei potuto prendere l’iniziativa per rimetterla in moto. Così è bastato andare alla ricerca di un numero di cellulare e inviare un breve messaggio su whatsapp , per ricevere dopo appena 60 secondi una risposta di accoglienza gioiosa , seguita da una lunghissima telefonata e dal riavvi

La bellezza che ci salva

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Tra le bellezze irresistibili che si possono ammirare a Roma, c’è un roseto incantevole , forse poco noto ai turisti che giungono qui da ogni parte del mondo e agli stessi romani. È il giardino che molti vorrebbero avere a casa , anche solo in miniatura, ma che tutti comunque percepiscono come proprio , per l’accoglienza familiare e gioiosa che riserva a tutti coloro che hanno la fortuna di visitarlo e che riescono a vivere nel suo perimetro qualche ora di spensierata distensione e contemplazione. Questa meraviglia naturalistica sorge sul colle Aventino , a due passi dalla Metro B, fermata Circo Massimo , e vicinissima al Colosseo.   Collocato nel cuore del centro storico della capitale , dalla sua postazione è possibile godere un’ampia vista panoramica dei siti archeologici, dei monumenti e degli edifici romani più emblematici e suggestivi , dal Palatino al Foro Romano, dal Vittoriano a Santa Maria in Cosmedin, dalla Sinagoga all’Osservatorio di Monte Mario: uno spettacolo che si o

Terrorismo e perdono

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  Luigi Calabresi con la moglie Gemma Li chiamarono “anni di piombo” , uno dei momenti più bui della nostra democrazia. Il terrorismo , di matrice fascista e comunista, devastava il Paese con attentati continui: 351 i morti tra il 1969 e il 1982 . Gli affiliati, arroganti e ciechi estremisti, pensavano così di cambiare il mondo! L’ attentato alla Banca dell’Agricoltura di piazza Fontana, a Milano, il 12 dicembre 1969 , che ancora oggi dopo 53 anni non ha un colpevole, segna l’inizio di questa guerra oscura. È in questo clima che si consuma l’omicidio del commissario Luigi Calabresi , ucciso sotto casa dai terroristi 50 anni fa. Gli sparano alle spalle , mentre sta per entrare nella sua Cinquecento per recarsi al lavoro, alle 9,15 di quel lontano 17 maggio 1972 . Ogni giorno si portava addosso l’odore della morte , di cui avvertiva il presentimento e lo spettro, tanto che, non avendo più parole per difendersi dalle accuse infamanti che gli piovevano continuamente addosso, aveva decis