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Una vacanza indimenticabile

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  Alla fine di questa torrida asfissiante estate, continuo a ripensare ogni giorno, con gioia e gratitudine, alla mia breve rilassante vacanza vissuta come un sogno a fine luglio sulla Costa Azzurra, una vera oasi di rare bellezze e di relax che rimarrà per sempre impressa nei miei ricordi. Poche giornate, ma intense, ho riservato a questo viaggio sorprendente e insolito per me che non sono affatto un’amante delle partenze perché le trovo troppo faticose e stancanti, specie nella stagione estiva.  La piccola cittadina di Cagnes-sur-Mer mi ha accolto con la sua pace rilassante e con l’affetto della mia cara amica Christiane che mi ha ospitato con tanta gentilezza e generosità. La deliziosa città di Nizza è stata la meta più frequentata e scandagliata in molte sue originali particolarità , ma da lì l’orizzonte si è aperto verso altre mete altrettanto indimenticabili e suggestive come Antibes , con la sua spiaggia affollata di bagnanti, il suo Forte quadrato, il suo porto, gli inattesi e

Idee geniali

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  Nonostante le alte temperature che ci stanno mettendo duramente alla prova da settimane, mi ostino a prendere ogni giorno, dopo pranzo, il caffè caldo.  Mi sembra di assaporarne meglio l’aroma e di sfruttarne più adeguatamente le proprietà digestive ed energetiche. Inoltre, ogni volta che compio questo “rito” quotidiano, mi risuonano dentro le parole di un noto appropriato detto insegnatomi dalla mia cara sorella Iose’ che da 26 anni vive nella comunione dei santi: il caffè va sempre bevuto con tre c, caldo comodo e centellinato (o come dicono molti “carico”). E sorseggiandolo lentamente onoro così, senza interruzioni, anche la memoria di lei che sento costantemente accanto. Giorni fa, prendendo tra le mani una delle mie belle tazzine artistiche, decorate con gli inconfondibili dipinti di Aldo Lanciano , regalo graditissimo della Lavazza, appena riempita di caffè fumante, l’ho sollevata stringendo il suo piccolo manico , sentendola scottare solo sfiorandola appena con le dita. Ment

C'era una volta

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  C’era una volta un piccolo paese sperduto tra le montagne,  dove tutti vivevano sereni e soddisfatti del loro lavoro. Un giorno dei prepotenti decisero di raderlo al suolo e di sostituirlo con un grande bacino d’acqua. Inutili furono le proteste dei suoi abitanti che lottarono con coraggio contro l’arroganza, l’ambiguità e la prepotenza del potere. Alla fine dovettero desistere e arrendersi, assistendo alla cancellazione delle loro case, del loro lavoro, della loro storia . Quella che ho iniziato a raccontare non è una favola. Purtroppo è la nuda e cruda realtà che non ha nulla di poetico, di idilliaco, di fiabesco.   È la storia vissuta alla fine degli anni 40 del novecento da un piccolo paese al confine con l’Austria di nome Curon che fu completamente raso al suolo per la costruzione di una diga . Il progetto, risalente ai tempi dell’impero austro ungarico, venne ripreso ed eseguito dall'impresa milanese Montecatini dopo la seconda guerra mondiale, poiché dal 1918 quella parte

Movimento è salute

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La pigrizia è una brutta bestia che si pone ostinatamente alle nostre calcagna e ci impedisce di agire. Anche caratteri determinati e intraprendenti come il mio si possono ritrovare episodicamente accerchiati dalla sua invadenza. Contro la sua prepotente e silenziosa presenza dobbiamo combattere se non vogliamo farci sopraffare. Non dovremmo mai dargliela vinta , perché ogni nostro cedimento rende sempre più forte e invincibile il suo potere sulle nostre fragilità. Ce la ritroviamo spesso al nostro fianco senza avvertirne l’arrivo . Si abbarbica sulla nostra pelle rendendoci difficile ogni iniziativa. Prende possesso della nostra mente impedendoci di pensare e programmare nuovi percorsi. Amplifica dentro di noi il senso di pesantezza e di stanchezza obbligandoci a circoscrivere i nostri orizzonti e a ricercare solo spazi di evasione e di distensione. Ci creiamo mille alibi per non ammettere il suo predominio sulla nostra volontà , apportando ogni giustificazione che ci sembra plausib

Un difficile accompagnamento

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  A tanti di noi sarà capitato di accompagnare una persona cara nel suo ultimo viaggio , inevitabile e senza ritorno. Un’esperienza che lascia tracce indelebili nel cuore, anche a distanza di decenni . Niente di più difficile e doloroso, infatti, per chi segue questo viaggio da vicino , affiancando con affetto e dedizione chi attraversa con fatica l’ultimo tratto della sua esistenza. Non ci sono ricette, né vademecum o manuali che possano insegnare le parole giuste da pronunciare, i gesti più idonei da compiere, l’approccio migliore da usare. Solo il buonsenso, la delicatezza, l’affetto, il rispetto dell’altro possono suggerire di volta in volta cosa possa essere più o meno opportuno fare. Una mia cara amica sta vivendo proprio in questi giorni questa triste esperienza  di accompagnamento e sto condividendo con lei le sue preoccupazioni, i suoi pensieri, la sua tristezza, il suo senso di impotenza. Ci si sente sempre inadeguati, incapaci , insufficienti, mai all’altezza della situazio

Unico e irripetibile!

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  Un desiderio, che covavo nel cuore da tanto tempo , finalmente lo scorso 18 aprile si è avverato: trovarmi a Milano davanti al Cenacolo di Leonardo e poterlo contemplare da vicino.* La prima sensazione che ho provato è stata quella di sentirmi parte della scena, partecipe dell’evento raffigurato , confusa tra i personaggi, coinvolta nelle loro stesse emozioni, piuttosto che una spettatrice a distanza. Probabilmente anche le dimensioni provocano questo effetto . Il dipinto infatti è enorme, circa 9 metri per 5. E i personaggi superano di gran lunga la nostra statura. Realizzato su una parete del refettorio dei padri domenicani, sembra quasi un prolungamento delle sue stesse tavole da pranzo che un tempo occupavano gli altri tre lati del locale e attorno alle quali i frati si disponevano per consumare i loro pasti e meditare. Il refettorio è annesso alla meravigliosa basilica rinascimentale Santa Maria delle Grazie , prezioso bene culturale del nostro Paese protetto dall’Unesco. Non