Un Museo di Diari

 

Esistono musei di ogni genere: archeologici, scientifici, marittimi, tattili, di sculture, di dipinti, di fossili, di strumenti musicali…

Ma scoprire l’esistenza di un museo di diari, ricco di ricordi e di testimonianze di vita, che appartengono a singoli comuni cittadini ma che contengono pezzi di storia dal valore universale, è stata per me una vera impensabile e piacevole sorpresa.

Mi sono imbattuta in questa storia incredibile e suggestiva grazie alla trasmissione televisiva Generazione Bellezza, uno dei rari programmi intelligenti, positivi e istruttivi, giunto alla sua quarta stagione, condotto da Emilio Casalini, fortemente espressivo ed empatico nella sua narrazione, in onda dal lunedì al venerdì alle 20,15 su Rai3 e fruibile su Raiplay.


Sono profondamente grata a chi si è adoperato con grande intuito e intelligenza per dare vita e consistenza a questa originale intuizione, realizzando un vero e proprio Archivio diaristico, dove, da circa 40 anni, confluiscono da ogni parte d’Italia storie di vita personali, che vengono affidate con fiducia e generosità a questa struttura perché diventino patrimonio culturale del nostro Paese.

Pieve Santo Stefano, un paesino in provincia di Arezzo, ai piedi della Verna, di neanche 3000 abitanti, è la località toscana in cui ha preso corpo questa felice intuizione. Per questo tutti lo chiamano “Città del diario”.

Distrutto durante la seconda guerra mondiale, è ritornato e vivere ricostruendo non solo le sue strutture murarie ma anche la sua identità, la sua cultura e la sua storia che la guerra aveva cancellato.

Saverio Tutino (1923-2011), giornalista e scrittore milanese, è l’ideatore e il realizzatore del progetto, concepito e realizzato a partire dal 1984 come archivio di diari personali e “vivaio della memoria”.


Da allora sono stati numerosissimi i diari inviati e donati all’archivio e fino a oggi non c’è giorno che non ne giungano di nuovi, con sorprendente meraviglia del personale addetto ai lavori di archiviazione.

Sono diari scritti di getto, di proprio pugno, con calligrafie di ogni genere, corredati spesso da disegni, colori, schizzi, chiose, annotazioni, sottolineature, evidenziazioni, ritagli di giornali, foto, brandelli di “carne” umana che trasudano sentimenti, emozioni, pensieri intensi e profondi.


Dal 2012 matura l’idea di esporre al pubblico questo prezioso materiale culturale per valorizzarlo maggiormente e per consentire a tutti di conoscerne più facilmente la bellezza e la preziosità.

Viene così realizzato e inaugurato nel dicembre 2013 un sui generis museo, ospitato in un bellissimo palazzo del 500, dove a essere esposte sono le scritture e le stesse parole orali, che vengono pronunciate e diffuse nello spazio, come un pacato sottofondo musicale, non appena il visitatore osa “sbirciare” dentro misteriosi cassetti che aprendosi lasciano sfuggire l’eco dei loro preziosi contenuti verbali.


La visita, infatti, è un intimo e coinvolgente percorso multisensoriale e interattivo che consente ai visitatori di immergersi emotivamente nelle storie raccontate, di cui vengono rivelate gioie e dolori, fatiche e conquiste, sentimenti e valori, contesti culturali e sociali intessuti di vicende personali, familiari e collettive.

Questa del resto era la convinzione ispiratrice di Saverio Tutino: “I diari non vanno solo letti ma anche ascoltati, per ascoltare il fruscio degli altri”.

L'Archivio e il Museo sono una miniera preziosa di informazioni per chi vuole raccontare la storia del novecento, tanto che molti autori televisivi attingono a essi per scrivere storie da rappresentare sullo schermo.


Ed è infatti questa la storia che più ci interessa, molto più della grande storia scritta dai vincitori, che stanno seduti ai posti di comando ma non si sporcano le mani e non versano lacrime e sangue, come fa la gente comune, per attraversarla e superarla.

Come la storia raccontata dal bracciante siciliano Vincenzo Rabito che quasi analfabeta, pochi anni prima della sua morte, tra il 1968 e il 1975, segretamente e ininterrottamente, documenta con impressionanti dettagli la cruda verità della sua esistenzaattraversata dalle due guerre, e che definisce "maletratata e molto travagliata e molto desprezata",  usando un linguaggio tutto suo, che può essere comunque ben decifrato dal lettore con un pizzico d'intuito e di fantasia.


Scrivere la sua autobiografia è stata una vera impresa titanica: 1027 pagine a interlinea zero, senza alcun margine né superiore né inferiore né laterale, scritte con una Olivetti lettera 22, con un uso straripante della punteggiatura interposta a ogni parola.


Il suo diario è stato anche pubblicato da Einaudi col titolo Terra matta. È un testo tra i più “coloriti” che esistano al mondo e di cui vi consiglio la lettura, perché, come è accaduto a me, vi coinvolgerà sicuramente nel profondo, suscitando in voi tanta simpatia e a tratti anche ilarità, nonostante la drammaticità delle vicende narrate.

Un altro originalissimo diario, che contiene lettere d’amore, è quello scritto alla fine dell’800 dalla contessa Emilia, nobildonna milanese. Il testo è steso in ogni direzione, incrociando la scrittura dei diversi righi, per sfruttare al massimo gli spazi delle pagine, che appaiono così come dei ricami di parole.


È poi straordinario il diario di Clelia Marchi, una contadina mantovana con la seconda elementare, scritto su un lenzuolo matrimoniale per mancanza di carta, con la numerazione progressiva di ogni riga, in cui, attraverso la sua storia, viene raccontata in 10.000 parole la vita dei contadini dei primi decenni del novecento


Ogni anno a settembre il Museo organizza un concorso per premiare i migliori diari arrivati.

La commissione esaminatrice è costituita dagli stessi abitanti della cittadina toscana che leggendo ormai da anni autobiografie così intime e autentiche hanno visto cambiare la loro vita, ospitando e custodendo nel loro cuore racconti di persone sconosciute ma diventate misteriosamente amiche, familiari e, in qualche misura, maestre di vita.

Oggi Pieve Santo Stefano ha arricchito la sua popolazione e la qualità della sua stessa vita, accogliendo attraverso i loro diari l’anima e l’esistenza di oltre 10.000 nuovi “cittadini” (oltre ai tanti visitatori del Museo) la cui storia aleggia tra le strade del piccolo borgo e si nutre della sua stessa aria.



Commenti

  1. Mi era sconosciuto questo museo, dobbiamo andarci a fare un giro appena possibile. Ciao. Al

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    1. Quando ritorni ci andiamo insieme 🤩! Ciao! Aurora

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  2. Carissima Aurora, sere fa ho avuto anche io l'opportunità di apprezzare questa puntata di *GENERAZIONE BELLEZZA*. Leggendo questo blog ho rivissuto le stesse sensazioni che tu descrivi. Un patrimonio di testimonianze di vita vera, rese esemplari non solo per i contenuti, ma anche per la forma, la forza espressiva e addirittura per il "supporto" utilizzato.
    Sono rimasto profondamente stupefatto da quel lenzuolo matrimoniale pieno zeppo di parole che fotografano la vita contadina dell'autrice. Non aveva carta su cui scrivere ma con il suo poverissimo percorso di apprendimento elementare ha saputo lasciarci un'opera d'arte sicuramente unica al mondo.
    https://www.intoscana.it/it/clelia-marchi-lenzuolo/
    Carlo Croce

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    1. Grazie Carlo! Quante perle di inestimabile valore nella cultura popolare! Pochi sanno coglierle e valorizzarle. Eppure sono quelle che danno continuità e valore alla nostra cultura. Questa storia mi ha fatto pensare al tuo bellissimo libro sulla “Contrada Poletti” nel quale, ricostruendo il passato di una piccola scuola elementare, riesci a valorizzare tante pagine di vita quotidiana delle persone più semplici, che fanno la storia della collina veronese in cui abiti. Ti abbraccio! Aurora

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  3. La puntata l'avevo vista perché la trasmissione Generazione Bellezza la seguo sempre con piacere.Questa dei diari era particolarmente interessante. Aver pensato di creare un museo dove raccogliere i pensieri, le esperienze e i sentimenti delle persone è una grande ricchezza. Leggendo le tue riflessioni mi hai fatto pensare che nella casa di campagna in Toscana ho tanti diari di mia zia, forse il museo sarebbe il posto giusto dove sistemarli.Grazie Sandra

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  4. Non avevo mai sentito parlare di questo museo di Diari.
    Certo è una bella e significativa gemma di cultura, molto arricchente dal punto di vista umano.
    Grazie Aurora, per questi spunti che ci fai conoscere. Filippo Grillo

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  5. Letto tutto il tuo articolo interessantissimo.Dove si trova questo museo? Io scrivevo il diario e devo dire che mi è stato molto utile da bambina e da ragazza.Poi ho smesso.Chissà se un giorno riprenderò a scrivere un diario.Grazie aurora.🌹

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  6. Io ho il rimpianto di non avere mai tenuto un diario personale.
    Solo diari scolastici mai conservati oltre l'anno necessario.
    Trovo bellissima l'idea del nostro amico Saverio Tutino che ha raccolto migliaia di diari in un piccolo Museo.
    Custodiscono migliaia di pensieri di confidenze espressi dai suoi curatori.
    È un piccolo museo della memoria quotidiana, spicciola di amori, sentimenti, delusioni , conquistare sonfitte .
    La parola non " usa e getta " ma che si fa memoria, che si ricicla che serve a qualcun altro come metro di paragone.
    Una parola che rivive nel cuore e nella mente di chi la rilegge e la rende produttiva e la prolunga nella sua bellezza.
    Salvo Patane '

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  7. Conoscevo questa località che sta sulla strada che porta al Santuario di San Francesco della Verna. Andando a trovare mio figlio al convento dei frati minori francescani mi imbattevo in questa indicazione riferita al borgo, ma non sapevo che ospitasse addirittura un museo del diario. Io tuttora scrivo giornalmente un diario e posso dire che è una esperienza interessante , meravigliosamente intima ed emozionante. Il diario nel tempo permette di rivivere i "particolari" di un vissuto che nel presente la memoria non recupererebbe più . L'inchiostro della penna trasferisce sul foglio la gioia, il dolore e tutta una gamma di sentimenti anche tramite la forza inculcata al tratto, o una scrittura velocizzata dal poco tempo a disposizione, o ancora , di contro , una grafia lenta , che fissa pensieri forti interiori,elaborati. Il diario è veramente l'amico più intimo che ti accoglie per ogni circostanza e non abbandona mai se non lo abbandoni tu! Grazie Aurora per queste perle che ci regali. Un abbraccio

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