La luce vera

 


Natale è per eccellenza la festa della luce, il simbolo che unisce tutti, in ogni latitudine e longitudine del mondo, indipendentemente dalle fedi e dalle culture.

Perché la luce porta a tutti chiarezza, verità, vita, speranza, profondità di orizzonti, vincendo paure e mostruosità che si nascondono tra le tenebre.

In attesa dei giorni di festa, tutto si illumina di colori caldi e gioiosi. Di luci sono punteggiate le città, i centri storici, i negozi, le case private, i luoghi di lavoro, i parchi e gli alberi.

E anche in questo nostro triste tempo in cui vediamo brillare purtroppo anche altre luci, impietose e mortifere, fatte esplodere dalle armi deflagranti, le luci del Natale hanno la forza e la tenacia di richiamarci a un atto di vero coraggio: deciderci finalmente a nutrire sentimenti umani di pietà e di sensibilità verso i nostri simili. 

Basterebbe solo alzare lo sguardo per scorgere la Luce, quella vera, che ci indica il cammino, e riconoscere come guida quella stella luminosa che da duemila anni orienta i passi dei piccoli e dei grandi al di là del male, dell’odio, della violenza, di ogni progetto di sopraffazione e di morte.


Le luminarie accese quest’anno a Roma hanno voluto lanciare proprio questo messaggio.

L’Acea (Azienda comunale energia e ambiente) ha allestito lungo tutta la via del Corso, da Piazza Venezia a Piazza del Popolo una copertura ininterrotta di luci bianche, lunga 1.400 metri, che come onde rasserenanti e pacate sembrano cullare questa nostra umanità disorientata e smarrita, che non sa più aspettarsi niente di buono e di rassicurante dal domani verso cui cammina titubante e impaurita.


I 300.000 punti luce di cui è composta sono intercalati dalla parola “Pace” tradotta in diverse lingue, un messaggio e un auspicio che in molti ci portiamo nel cuore da sempre e che le ultime due terribili guerre esplose senza alcun ritegno alle porte di casa nostra stanno ogni giorno di più intensificando e ravvivando.

Altre illuminazioni bellissime decorano la città, come gli alberi di Natale allestiti in tantissime piazze, a cominciare da Piazza del Popolo, che quest’anno sta sostituendo nel suo ruolo di centralità Piazza Venezia, intralciata dai lentissimi lavori in corso per la costruzione dal 2007 della Metro C. Dal 20 ottobre, infatti, si sono intensificati i lavori di scavo a 85 metri di profondità per collocare qui una importante fermata della Metro che partendo da nord-ovest giungerà alla periferia est della città, passando per il centro storico.

Qui troneggia un albero di 22 metri illuminato da 100 mila Led, abbellito da vistose decorazioni dai colori accesi e brillanti e circondato da fiori e aiuole verdi smaglianti.

Piazza del Popolo

E poi l’accogliente Piazza San Silvestro, che come un grande “salotto” con i suoi bei divani marmorei, si presta, ai passanti che vi si aggirano, come luogo quasi domestico per una sosta riposante e confidenziale o come storico museo a cielo aperto da visitare.

E ancora i diversi alberi che decorano le piazze dei 14 Municipi della Capitale.

Ma seducenti e accattivanti sono anche le ricche illuminazioni dei rinomati negozi di alta moda, che lasciano il passante a bocca aperta, come quelle di Dior in Piazza di Spagna e sulla scalinata di Trinità dei Monti, che vestono a festa i punti più simbolici e suggestivi del territorio.


Seduta a un passo dalla Fontana della Barcaccia, con la scalinata di Trinità dei Monti alle spalle, attorniata da tanti turisti e cittadini romani, con la mia fedele compagna di cammino Christiane, abbiamo ammirato estasiate a lungo questo luccichio scintillante, mentre, come al mio solito, mi ponevo tante domande.


Pensavo a chi la vista l’ha persa o gli è stata negata sin dalla nascita, e non potrà mai godere di questo spettacolo straordinario di cui noi vedenti forse non sempre siamo grati e capaci di meravigliarci.

Pensavo allo stridente contrasto tra il clima di festa natalizio, le spese pazze dei benestanti, e i popoli oppressi dalla povertà e dalla violenza.
 
E poi mi chiedevo quanti ammiratori di questo suggestivo spettacolo saranno in grado di non fermarsi al loro effimero effetto abbagliante e sapranno piuttosto collegarlo al suo primo originario significato: la venuta di Dio nel mondo e nella storia. 

Natività, Gherardo delle Notti. 1619-20, Uffizi, Firenze           

È solo Dio infatti la luce vera che irrompendo nel tempo illumina ogni cosa dando senso all’esistenza umana e alla vita cosmica.

Il prologo del vangelo di Giovanni, che sarà declamato nella liturgia del giorno di Natale, è centrato proprio su questo tema per ricordarci che la Luce è venuta e viene ogni giorno per vincere le tenebre, mentre l’uomo continua senza mai ricredersi a seminare ovunque oscurità e dolore.

Infatti, nonostante i tanti Natale e le festose luci che accendiamo ogni anno con rinnovata gioia e speranza, il mondo continua a procedere con ottusità e testardaggine lungo le sue vie che si sono ormai trasformate in vicoli ciechi in cui gli stessi spiragli di luce che ogni tanto riaffiorano vengono sistematicamente sotterrati e soffocati.


In questo mondo di miopi e non vedenti, che sono convinti però di vedere perfettamente, capita a volte di imbattersi in persone che con la loro vita straordinaria sono capaci di ribaltare la realtà.

E così accade che chi è privo della vista e non può godere dello spettacolo di luci di cui noi ci beiamo, nonostante tutto vede più di noi vedenti, animato com’è da una luce interiore incredibile e contagiosa, quella luce che manca ai potenti della terra, poveri insensati ciechi che brancolano imperterriti nel buio.

È  il caso di Vincenzo Mollica, il noto e brillante giornalista del mondo della musica e dello spettacolo, dal 2020 in pensione e colpito dal morbo di Parkinson e da una cecità invalidante che gli era stata diagnosticata sin da bambino, all’età di appena sette anni, con il nefasto verdetto che la malattia si sarebbe manifestata in tutta la sua gravità nell’età adulta.

Vincenzo Mollica con la moglie Rosa Maria

Ascoltando recentemente una sua intervista, mi ha colpito molto la gioia, l’entusiasmo, lo spirito di iniziativa, la fiducia con cui continua a “guardare” in avanti senza piangersi addosso, progettando il futuro e investendo le sue energie in nuovi progetti giornalistici e artistici.

Lui, cieco, vede più chiaramente di quanto noi tutti riusciamo a fare da vedenti

Le sue parole sfidano le nostre miopie e le nostre cecità. Parlando della sua nuova condizione di vita, la definisce “l’arte di non vedere” ed è convinto che “quelli che credono di vedere tutto, in realtà alla fine vedono poco, perché non sanno capire quello che vedono”.

Quest’uomo brilla davvero, più di tutte le luminarie di Natale, di una luce intima e profonda che è un insegnamento potente per tutti noi.

Ed è appunto questo il titolo dello spettacolo che porterà in scena a Gennaio all’Auditorium Parco della Musica di Roma e al teatro Arcimboldi di Milano, durante il quale ripercorrerà le tappe più significative della sua carriera.



E con l’ironia e la leggerezza che caratterizzano la sua comunicazione, precisa: “ho scelto questo tema, l’arte di non vedere, per non perdermi di vista”.

Il suo segreto è la curiosità per la vita che gli dà ogni giorno speranza e voglia di andare avanti aprendo nuovi cammini. Ed è questo l’augurio che rivolge ai suoi ascoltatori: “Fino a quando siete curiosi avrete speranza e voglia di vivere”.

La curiosità è il contrario del pregiudizio, della discriminazione e dell’esclusione. È piuttosto desiderio di conoscenza, di apertura, di inclusione, di integrazione. 

Penso che i Magi, che si sono incamminati con audacia e coraggio verso la grotta di Betlemme duemila anni fa, saranno stati mossi certamente anch’essi da una forte dose di curiosità che avrà aperto loro nuove vie di conoscenza e di ricerca della verità.


Potrebbe essere almeno questa una delle vie da percorrere anche oggi per dare a questa nostra povera umanità maggiore speranza in un futuro di pace e di convivenza tra i popoli?


Commenti

  1. Ciao Aurora,
    come al solito i tuoi post riescono a scavare nel profondo delle nostre coscienze...
    Condivido pienamente l'idea che, troppo spesso, pur essendo dotati del meraviglioso senso della vista, non riusciamo a vedere, in profondità, ciò che guardiamo.
    Siamo malati di superficialismo e la fretta ci impedisce di apprezzare i particolari...
    Ma a questa riflessione vorrei aggiungerne un'altra che riguarda una forma, a mio parere, ipocrita di voler salvare i simboli tradizionali del nostro Natale, con un disegno di legge che vorrebbe rendere obbligatorio il presepio nelle scuole. Paradossalmente questa proposta somiglia molto all'obbligo di indossare il velo da parte delle donne islamiche.
    Comunque altrettanto discutibile, nel versante opposto, è l'idea di evitare i simbolismi della nostra tradizione religiosa per non offendere le altrui religioni.
    Allora mi chiedo quando riusciremo ad accettare di vivere in una società, divenuta ormai multiculturale, in cui il rispetto reciproco è il presupposto fondamentale per vivere a pieno la *PACE*? Carlo Croce

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  2. Come sempre Aurora cogli nel segno.Il quadro che hai scelto è molto suggestivo ,evocativo .Ci mostra da dove viene la vera luce.Se i seminatori di odio ,invece di pensare a leggi sulla necessità di fare o non fare il presepe nelle scuole, si fermassero ad osservare la luce che irradia dal bambino Gesù ,molte parole inutili cadrebbero nel vuoto.Sandra

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  3. Vedere con gli occhi " del cuore" !
    Il cuore " centro del mondo " , non solo organo adibito a pompare il sangue nelle nostre vene.
    Le cose del cuore, in ogni cosa c'è un cuore, una parte centrale che domina su tutto.
    Figli della luce, figli del giorno dobbiamo essere. In contrapposizione con in figli delle tenebre che tanto inquietano il nostro vivere quotidiano .
    La curiosità è una dote che mantiene svegli i nostri sensi e ci permette di affrontare le difficoltà inevitabili.
    " Fa' , o Signore che la morte mi trovi vivo, quando sarà il momento.
    E la curiosità coltivata come arte ci mantiene vivi , ci da' la forza di andare avanti e continuare a spargere semi di bene e di speranza intorno a noi.
    Auguri sinceri a tutti .
    Salvo Patane'

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