Terra promessa

 


Orrore e sgomento sono le prime parole che riaffiorano sulle mie labbra davanti alle notizie di quanto sta accadendo oggi in Medio Oriente.

Il riaccendersi del conflitto arabo-israeliano, che non si è mai sanato da quando è esploso nel 1948 dopo la fondazione dello Stato di Israele, non è una fatalità, ma un evento voluto, programmato nel tempo, lautamente finanziato dal fronte islamico integralista che non conosce altre vie che la violenza per gestire gli eventi.

All'origine dell'attacco di Hamas all'alba del 7 ottobre ci sarebbe l'accordo di pace stilato da Israele con l'Arabia Saudita, allo scopo di isolare Teheran e accrescere la sua sicurezza, ma percepito con sospetto dall'Iran, stretto alleato di Hamas.


C’è anche però una forte responsabilità di tutti quegli organismi politici che a livello mondiale per decenni non sono stati capaci di affrontare con raziocinio e buon senso il problema della convivenza tra i due popoli, mentre si sono inasprite sempre più le tensioni tra i due Paesi.

La crisi è giunta così al suo capolinea, ed è esplosa, come si poteva prevedere, la scintilla incendiaria.

Ed eccoci a un altro capitolo drammatico della nostra storia contemporanea a cui non avremmo mai voluto assistere. 

I meccanismi sono sempre gli stessi: i capi dei governi e degli organismi politici locali decidono, danno ordini, fanno deflagrare le loro armi, e la povera gente, ignara di tutto, improvvisamente si sveglia nel cuore di un inferno.

Le lacrime, l’angoscia, lo sgomento dei due popoli sono inconsolabili e indicibili. Non si possono misurare né raccontare. Solo chi li vive sulla sua pelle ne conosce la lacerazione e lo strazio.

Noi oggi possiamo solo vederne le immagini, stando seduti comodamente nelle nostre confortevoli case, e già guardare appena i volti di questa povera gente basta a toglierci il respiro.


Da una parte e dall’altra i conflitti seminano sempre e ovunque disperazione, distruzione e morte.

Per i civili, prime vittime innocenti e inermi di progetti insensati costruiti a tavolino, ogni guerra è il male assoluto che cancella la vita, il tempo, la speranza.

La terra con i suoi frutti è stata sempre l’oggetto del contendere, sin dalle origini dell’umanità. Non a caso, tra i racconti dei primordi, Caino arriva al punto di uccidere il povero fratello Abele, mite e ignaro della sua invidia e della sua insaziabile bramosia, attaccato com’era ai frutti della sua terra. Caino infatti li offre al Signore ma senza quella libertà di cuore propria del dono gratuito, aspettando in cambio una ricompensa che non arriva perché non la merita.

Nel corso della storia, l’attaccamento alla terra ha generato conquistatori, usurpatori, guerrafondai, che con orribili brutalità hanno cancellato civiltà e culture, massacrato etnie, perpetrato genocidi raccapriccianti per il possesso delle altrui proprietà.


Cosa non si fa per impossessarsi dei beni degli altri, ostentando mire spropositate e alimentando con arroganza pretese che vengono sbandierate come diritti assoluti!

Anche l’annoso e tragico conflitto arabo-israeliano ha al centro l’accaparramento della terra. Una terra “promessa” peraltro, iscritta in un progetto di Dio, per due popoli per di più “parenti” che potrebbero convivere in pace e nella prosperità, proprio in nome di quello stesso padre Abramo e dei suoi figli, Isacco e Ismaele, da cui discendono.

E invece no! Il ritorno degli ebrei nella “loro terra promessa”, ideata dal movimento sionista dopo secoli di diaspora in ogni parte del mondo, ha generato tensioni e contrapposizioni  insanabili.

Gli ebrei conquistano la terra di Canaan a partire da Gerico

Ma era davvero questo il progetto di Dio?

Perché Dio avrebbe dovuto promettere una terra a un popolo, ordinandogli di cacciare e sterminare chi vi risiedeva già da lungo tempo?

Non si può attribuire a Dio un simile progetto. Dio non può essere un fomentatore di odio, un fautore di guerre, un istigatore alla carneficina. La stessa narrazione biblica, del resto, è discordante sul tema, raccontato in termini diversi dai libri di Giosuè e dei Giudici.

Attenti, dunque, al senso delle Scritture! Come sempre, l’interpretazione letterale dei testi sacri, nei quali si mescola parola di Dio e parole degli uomini, ci porta lontano dal suo vero significato che possiamo cogliere bene solo nel contesto di tutta intera la rivelazione.

Beati i miti perché avranno in eredità la terra (Mt 5,5) insegnava Gesù, ponendo l’accento sulla mitezza che è l’unica chiave di lettura di tutta la storia della Salvezza e che è assolutamente inconciliabile con ogni progetto di violenza e di guerra.

La terra che Dio promette ad Abramo e alla sua discendenza e che viene raggiunta dagli ebrei dopo l’esodo dalla schiavitù in Egitto, è la terra di Canaan, abitata anticamente dai Cananei, da cui discendono i Filistei, attuali Palestinesi.


Essa corrisponde alla zona del Medio Oriente in cui sorgono oggi gli Stati del Libano, della Giordania, della Siria e di Israele, un territorio vasto e fiorente in cui si intrecciano popoli, culture, tradizioni diverse.

Nella Bibbia Dio la descrive come una buona terra: “terra di torrenti, di fonti e di acque sotterranee, che scaturiscono nella pianura e sulla montagna; terra di frumento, di orzo, di viti, di fichi e di melograni; terra di ulivi, di olio e di miele; terra dove non mangerai con scarsità il pane, dove non ti mancherà nulla; terra dove le pietre sono ferro e dai cui monti scaverai il rame” (Deuteronomio 8,7-9).

Per il testo sacro, però, questa terra meravigliosa ha un valore simbolico: essa non rappresenta tanto uno spazio geografico ma è la descrizione di un luogo ideale, di una condizione di perfezione e di beatitudine verso cui tendere, una pregustazione della Gerusalemme celeste verso la quale tutti i figli di Dio sono diretti.


Se scendiamo invece con i piedi a terra, ci ritroviamo davanti a un orrore che non ha niente a che vedere con i sogni e le promesse di Dio, che evocano al contrario mitezza, pace, convivenza, fratellanza, benessere, opulenza, per tutti.

Questa mostruosità è invece frutto della cecità, dell’ottusità, dell’arroganza dell’uomo che ha sempre costruito nel suo cuore progetti di conquiste, sopraffazioni, massacri, carneficine, vendette, dominio e morte, allontanandosi mille miglia da ogni parola uscita dalla bocca di Dio.

Se si riuscisse davvero a ispirarsi al senso più profondo della Scrittura, si potrebbe costruire una convivenza pacifica e prosperosa tra ebrei e palestinesi, godendo insieme delle ricchezze di una terra generosa che elargisce i suoi beni in abbondanza a tutti.

Non credo che possa esistere un’altra via d’uscita!

Commenti

  1. Nell' Antico Testamento , Isaia profetizzava che : " Ci sarà un giorno in cui l'uomo non alzerà la mano contro un altro uomo. Non si costruiranno più armi ma attrezzi per il lavoro nei campi, aratri, falci... ".
    Quel giorno non è ancora arrivato, né sappiamo se si realizzerà mai. Rimane un' utopia!
    Al grande progresso scientifico, tecnologico, medico, della ricerca non si è accompagnato, di pari passo, un progresso " umano ".
    Anzi, pare di essere tornati indietro. Qualche volta sembra di trovarci nella preistoria , con l'uomo della clava, con una violenza diffusa oltre ogni limite che ci toglie il respiro e la serenità.
    La questione israelo- palestinese ( di avere ognuno un territorio, un popolo sovrano, parità di diritti) è lungi dall'essere risolta.
    Nel Medio- oriente , con la complicità degli USA, c'è stata sempre una specie di favoritismo nei confronti dell' Israele. Forse come una forma di compensazione all'olocausto subito di milioni di ebrei perpetrato da tedeschi ed alleati.
    A causa di queste ingiustizie palesi è cresciuta una frangia di terrorismo palestinese che periodicamente esce allo scoperto provocando morti e distruzione.
    Stiamo aspettando ora la reazione israeliana che sarà ancora più cruenta e spietata.
    Non se ne esce fuori da questa spirale perversa !
    Non c'è pace senza giustizia!
    Salvo Patane'

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  2. Cara Aurora, è il problema dolorosissimo del vicino oriente all’apparenza insanabile. Ce ne siamo accorti perché la violenza dei terroristi di Hamas ci ha colti tutti di sorpresa, anche i servizi segreti ipertecnologici di Istraele. Ma non avrebbe dovuto, sono decenni che i coloni israeliani erodono la terra ai palestinesi, che intorno a Betlemme hanno eretto un muro terribile che fiacca l’economia e distrugge la comunità cristiana palestinese di quel luogo santo. La comunità internazionale cosa ha fatto? I pellegrini che si sono recati in Terra Santa e hanno visto, io per prima, cosa abbiamo fatto? E intanto l’odio e la rabbia covava. Oggi vediamo giovani vite spezzate, da entrambe le parti. Vediamo una regione assediata: Gaza, posta tra due fuochi da una parte i terroristi che cercano di trattenerli e dall’altra gli israeliani che bombardano. È assurdo tutto questo, soprattutto in una Terra dove le tre religioni monoteiste hanno i propri luoghi santi. Sandra

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  3. Grazie Aurora per il tuo post. Hai inquadrato perfettamente il contesto storico- politico e lo scenario terribile della guerra in atto. L'orrore delle violenze contro i civili inermi e innocenti fa rabbrividire. Siamo di fronte ad una catastrofe umanitaria. Possiamo solo pregare, gridare a Dio perché ci doni la pace. Maria Cristina Scorrano

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  4. Carissima Aurora,
    la tristezza, per una guerra in Ucraina che dopo oltre 2 anni non accenna ancora a risolversi, è stata ora amplificata da questo ulteriore conflitto. L'aspetto più angosciante di queste guerre è che le armi usate non sembrano rivolte ai rispettivi nemici quanto piuttosto alle popolazioni civili. Per lo più povera gente che spesso si sforza di condividere una pacifica convivenza nonostante l'arroganza di chi li governa... Carlo Croce

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  5. Cara Sorella Aurora,
    mi pareva di averti inviato un mio commento che non vedo pubblicato.
    In esso ribadivo una questione che sostengo da diversi anni, conscio come sono e come lo sono tutti gli osservatori politico strategici e militari, che l'innesto del popolo Israeliano in Palestina in quel maledetto 1948, sui terreni che non erano altro che un ex dominio coloniale degli Inglesi, è stato un errore madornale che ha regalato (si fa per dire) al mondo occidentale 75 anni di terrorismo. Né sappiamo quando finirà, visto che la Legge Coranica dei paesi sciiti e sunniti che stanno prendendo il sopravvento nel Mondo, non prevede uno Stato di Israele, ma la sua distruzione.
    A compendio aggiungevo che la giusta e sacrosanta azione risarcitoria nei confronti di detto popolo dopo le vicende del genocidio perpetrato dal popolo tedesco in danno di milioni di israeliti, sarebbe stato quello di cedere loro una parte del territorio della Germania nazista, magari quello che invece venne trasformato in DDR, ossia in Germania EST ed inglobato dall'URSS corresponsabile con Hitler dell'azione di spartizione della Polonia che aveva dato inizio alla Prima Guerra Mondiale.
    Non è escluso che Israele per difendersi dai tantissimi suoi nemici ricorrerà alle bombe atomiche, con le conseguenze mondiali che possiamo solo in parte immaginare.
    Ciao.

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