Cittadinanza attiva

 


Soddisfazione e incredulità: sono queste le sensazioni che ti prendono quando raggiungi un obiettivo fortemente desiderato ma nello stesso tempo insperato.

Sì, perché siamo così abituati e rassegnati alle sconfitte e alle lotte contro i mulini a vento che, quando ti proponi di affrontare un problema, ti senti spesso uno sconfitto in partenza e se poi ti capita di vincere la battaglia allora quasi non credi ai tuoi occhi e non ti sembra vero.

È quanto mi è successo recentemente, lasciandomi positivamente sorpresa e più motivata nel persistere sulla strada della fiducia e della costruttività nel portare avanti piccole battaglie alla portata di una cittadina comune che non vuole rinunciare all’istintivo e impellente bisogno di guardarsi attorno, di accorgersi dei problemi, di interrogarsi sulla loro origine e di compiere almeno il tentativo di affrontarli e di risolverli.

L’ultima piccola “battaglia” che ho deciso di intraprendere ha avuto questa volta come “antagonista” l’Amministrazione capitolina, Ufficio manutenzione ordinaria strade.

Per un anno circa un tombino divelto, con segnaletica di lavori in corso, ha ostruito una delle due corsie della strada nella quale abito.


Dopo avere atteso invano che qualcosa si muovesse, sono giunta alla conclusione che, probabilmente, il problema fosse stato rimosso dalla memoria e dall’agenda di chi di competenza. 

Sono convinta, infatti, che, dietro l’abbandono e l’inefficienza non sempre si nasconde una voluta e diretta malafede e negligenza.

Se vogliamo essere benevoli con chi ha compiti di responsabilità nella gestione del territorio, possiamo supporre che, di fronte a situazioni più serie e urgenti, quelle di ordinaria amministrazione possano passare spesso in secondo piano ed essere perfino dimenticate.


L’iniziativa che ho intrapreso, pertanto, è stata semplicemente quella di inviare una brevissima mail alla persona responsabile dell’Ufficio manutenzione ordinaria strade, alla quale mi sono rivolta esponendo il problema in questi termini: 

Le scrivo per segnalarle che da un anno circa in zona …., in via …. in corrispondenza del numero civico…, c’è un tombino con segnalazione di lavori in corso che ostruisce completamente una delle corsie della strada. Credo che, probabilmente, l’addetto alla manutenzione della strada si sia dimenticato della sua esistenza.
La prego di approfondire il caso e di intervenire in merito.
Allego documentazione fotografica.
In attesa di un suo gentile riscontro, la ringrazio dell’attenzione e la saluto cordialmente.”

Con mia grande sorpresa la settimana successiva ricevo una mail di risposta con la quale vengo informata che la mia mail, che avevo indirizzato erroneamente al Municipio 1 di Roma e non a quello della mia residenza, è stata inoltrata all’ufficio corrispondente del mio Municipio e mi viene allegata, per conoscenza, copia di invio.


Constatare che qualcosa cominciava a muoversi, mi ha confortato e positivamente colpito. Ritrovare dietro le fredde istituzioni, spesso troppo distanti dai cittadini, delle persone in carne e ossa che prendono sul serio le tue legittime richieste, ha rinsaldato in me la fiducia nell’attesa che qualche altro passo risolutivo si sarebbe potuto compiere a breve termine.

Mi sono quindi limitata a pazientare qualche altro giorno, prima di decidermi a interpellare direttamente il mio Municipio per un riscontro e un ulteriore sollecito.

È bastata un’altra sola settimana per ricevere una risposta sorprendente, “tuonante” e inequivocabile.

Sì, perché quell’indimenticabile lunedì 24 luglio, alle 6,45 sono stata letteralmente buttata giù dal letto da un rumore assordante che proveniva proprio da sotto il mio balcone.

Irritata istintivamente per quel gran fracasso e traballante per il sonno bruscamente interrotto, mi affaccio contrariata dal mio sesto piano per vedere cosa stesse succedendo.

Ed ecco la felice scoperta dell’identità dei “disturbatori”: due camion affiancavano il tombino e tre operai col martello pneumatico avevano dato inizio al tanto atteso lavoro di ripristino della struttura.


Nel giro di appena un’ora gli operai andavano via. Tutto era perfettamente ritornato alla normalità. Non credevo ai miei occhi! 


La prima cosa che ho fatto a quel punto è stata quella di condividere con i miei vicini di casa, con grande gioia e soddisfazione, l’accaduto e, nei giorni successivi, scrivere una mail di ringraziamento a chi si era attivato per risolvere il problema.

Ha destato in me un enorme stupore constatare che alcuni dei miei vicini, transitando in auto o a piedi lungo la strada, non si erano neppure accorti del cambiamento. Altri addirittura, paradossalmente, hanno esordito dicendo: “Ah! C’era un tombino rotto?”.

Non ho parole! Molti cittadini vivono sul loro territorio come degli extraterrestri, degli zombie, dei sonnambuli. Non guardano, non vedono, non pensano, non si interrogano… Passano, corrono, guardano tra le nuvole, vivono dentro una bolla di sapone.


Penso sia proprio questa la causa di tanti mali che crescono ogni giorno nei nostri quartieri, che sfigurano le nostre città, che distruggono le infrastrutture, che deturpano le bellezze della natura e delle aree verdi che come piccoli preziosi gioielli abbelliscono i nostri quartieri.

Degrado, abbandono, sporcizia, imbrattature, devastazione dilagano tristemente ovunque e sono un’offesa grave alla dignità e alla signoria che ogni cittadino dovrebbe esprimere e significare nel suo Paese. Non possiamo chiudere gli occhi e voltarci dall’altra parte.

Non solo l’incuria, l’inefficienza, il disinteresse delle istituzioni, dunque, determinano lo stato di immobilismo che si registra a ogni passo, ma forse soprattutto la passività, l’indifferenza, il menefreghismo dei cittadini che non conoscono le potenzialità che vengono consegnate nelle loro mani insieme al diritto di cittadinanza.


Se tutti fossimo attenti, vigili, attivi, organizzati nel rilevare e nel denunciare tutti insieme le inefficienze e le carenze vistosamente disseminate sui nostri territori, con gli strumenti della democrazia, ma soprattutto con l’insistenza che non concede tregua né sconti a chi ha il dovere di dare delle risposte concrete e immediate, forse le nostre città sarebbero più vivibili e più decorose.


Non sono una povera illusa. Conosco fin troppo bene le difficoltà insormontabili e i muri invalicabili che si incontrano nel rapporto con le Amministrazioni locali. Ma credo fortemente che come cittadini non possiamo rinunciare alle nostre responsabilità e che dobbiamo fare tutti la nostra parte.


Limitarci a delegare passivamente chi  ignora le nostre attese o non se ne prende minimamente cura è una grave colpa di omissione che ci rende complici e corresponsabili del danno arrecato al bene comune.

Commenti

  1. Bellissima narrazione di "cittadinanza attiva", di passione per la propria città e il proprio quartiere, di attenzione al pubblico. Sono convinta che dobbiamo ripartire da qui, dal sentirci "cittadini" che abitano un luogo che ci è "proprio", ci appartiene ed è naturale prendercene cura, non siamo ospiti di un territorio da consumare e da vivere con indifferenza.
    Ho visto quel tombino e sono fiera di te e delle tue battaglie. Avanti tutta, amica mia, da un tombino cambieremo il mondo! Grazia Le Mura

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  2. Ciao Aurora, a volte quando meno ce l’aspettiamo le nostre richieste vengono accolte e per questo non bisogna mai arrendersi. Chissà se non sia stato anche provvidenziale il tuo errore nell’’inviare la mail al municipio I 😉. Un caro saluto. Angela Rao

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  3. Grazie Aurora, sia del racconto sia del servizio reso alla collettività! Come tu scrivi è incoraggiante sapere che basta relativamente poco per aiutare a sistemare più o meno piccole situazioni problematiche e/o di dissesto nella quotidianità della sfera pubblica. A me è capitato di dover chiamare una sera l'agenzia dell'acqua per una abbondante perdita a bordo di un marciapiede vicino casa. Anche nel mio caso sono intervenuti abbastanza in fretta (forse addirittura il giorno dopo)! Tuttavia è vero, pare che spesso la gente non si accorga più di tanto dei problemi attorno finché questi non tocchino direttamente l'interesse personale. Non intendo giustificare nessuno, ma suppongo che spesso si vada così di corsa (e forse un po' col paraocchi) da non accorgersi o piuttosto da non porsi il problema che le soluzioni possano arrivare anche da sé, dal proprio seppur piccolo ma importante intervento. Un saluto, Emanuele Croce

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  4. Comunque è incoraggiante sapere che c'è spazio per l'intervento individuale lì dove ci sia buona volontà e un po' di pazienza :-)
    Emanuele Croce

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  5. Sono felice di come sia evoluta la storia di quel tombino che sicuramente, se fosse animato, ringrazierebbe il cielo per la tua provvidenziale intercessione, visto che di lui non se ne curava più nessuno. Anzi, neanche lo avevano mai notato...
    Ci trovo qualche vago richiamo a quelle povere persone, abbandonate sulle strade, di cui, presi dai cellulari sempre attivi, non ci si accorge nemmeno...
    Comunque condivido pienamente le tue amare conclusioni, soprattutto pensando che, nel nostro paese, il maggior partito sia proprio quello degli astenuti. Povera Italia! Carlo Croce

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  6. Grazie Aurora per questo post! È consolante constatare che attivarsi e avere cura del patrimonio comune, senza lamentarsi o fare polemiche sterili, può rivelarsi vincente! Bella testimonianza di "cittadinanza attiva"! Sono le azioni responsabili dei singoli cittadini di cui tanto parliamo in classe trattando "Educazione Civica". Un abbraccio. Maria Cristina Scorrano

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  7. Segnalare i guasti alla ditta di ascensori o infornare il portiere dei piccoli e grandi problemi condominiali fa parte della routine giornaliera.
    Poi ogni tanto segnalo al giornale cittadino via mail " Lo dico a La Sicilia" , i piccoli e grandi mali, le piccole e grandi inadempienze della pubblica amministrazione.
    Oltre alla scarsa educazione civica del singolo cittadino che spesso pensa che la cosa di" tutti " sia di " nessuno " e che sia compito sempre degli altri di pulire dove loro hanno sporcato !!!
    Una piccola goccia nel mare di scarica barile sulle responsabilità sempre degli " altri " !!!
    Salvo Patane '

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