Lieto morire

 

Un altro grande protagonista della storia del Novecento ci ha lasciato e ci sentiamo tutti sempre più poveri.

Ho esitato un po’ prima di scrivere questo post sulla sua persona. Mi tratteneva da una parte la paura di ripetere cose già dette da molti in questi giorni, dall’altra, pensando di cogliere la sua figura da un’altra prospettiva, il timore di forzare troppo la mano e di piegare la realtà alle mie vedute soggettive.

Ma poi ho guardato gli eventi dall’alto, da una postazione distaccata e libera da pregiudizi e stereotipi, e le cose mi sono apparse diverse da come comunemente le si giudica.

Ho cominciato così a vedere legittima, piuttosto che come una forzatura, una lettura diversa della realtà, ripresa da una angolatura per nulla scontata.

Gli eventi infatti contengono una loro verità che non sempre riesce ad emergere in tutto il suo spessore e la sua poliedricità, perché può essere compressa entro gli angusti e limitati confini dei nostri preconcetti.

Con la nostra inguaribile miopia, molte volte pensiamo per esempio che l’aldilà appartenga solo ai credenti e che agli atei, agli agnostici, agli areligiosi ne sia precluso l’accesso.


Questi sono ahimè i parametri che guidano i nostri ragionamenti e che ispirano molti dei nostri comportamenti, facendoci pronunciare sentenze di esclusione e di emarginazione nei confronti di chi non rientra nei nostri orizzonti.

Abbiamo dimenticato la parola del vangelo che ci illumina dicendoci:
Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli “ (Mt 25,32).

Una cosa infatti è certa. Se c’è una vita oltre la morte, questa sarà una grande festa per tutti. Ma, per chi non ne sospetta l’esistenza, sarà addirittura una felice e straordinaria sorpresa, e una incredibile e sorprendente ricompensa.

Anni fa, alla domanda sull’esistenza di una vita dopo la morte, Piero Angela rispondeva: “Queste sono le domande che ci si pone ma che non hanno risposta”.


Da persona intelligente qual era, la domanda dunque, molto probabilmente, se la sarà posta anche lui e, con la sua onestà intellettuale, non ha negato l’esistenza di un’altra vita, ma ha riconosciuto il limite della mente umana davanti a un mistero che ne travalica i confini. Magari, chissà, nel suo intimo avrà nutrito anche lui questa speranza. Solo Dio sa cosa c’è nel profondo del cuore dell’uomo.

Ho voluto immaginare pertanto, in uno “spazio” non percepibile dalla mente umana, l’incontro straordinario e inatteso di Piero Angela, quest’uomo saggio e sapiente, dai tratti nobili e gentili con cui si approcciava al mondo e alla società, con Colui che è il datore della vita e il creatore di ogni cosa.

Un incontro che non possiamo certo materializzare ma che in un modo a noi misterioso e che non ci è dato conoscere, avrà avuto luogo comunque e “altrove”.


Sono incoraggiata a immaginare lo svolgersi di questo evento speciale non solo dalla statura e dal valore dell’esistenza terrena di quest’uomo eccezionale, ma soprattutto dal modo particolare, che ha suscitato in me grande ammirazione, del suo andare incontro alla morte, sereno, senza paura, senza sconforto e tristezza, col sorriso sul volto, così come l’ha descritto il suo degno figlio Alberto.

Giorni fa, davanti al feretro del padre, ci confidava di avere vissuto accanto a lui come accanto a un Leonardo da Vinci, e ci svelava come, negli ultimi anni della sua vita, avesse fatto sue le parole del grande ed eclettico scienziato che affermava: “Siccome una giornata bene spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata dà lieto morire.”

Parole e atteggiamenti positivi, dunque, nei confronti di ciò che tutti temiamo di più, la morte, e che consideriamo, anche nonostante la nostra “solida” fede, il nostro peggior nemico che ci angoscia al solo pensiero.

Parole che mi riportano istintivamente alla mente l’espressione, insolita e per noi poco comprensibile, che Francesco d’Assisi scolpì nel suo indimenticabile Cantico delle creature: “Laudato si, mi Signore, per sora nostra morte corporale”.


Il suo morire è stato “lieto” dunque, perché soddisfatto del tanto bene seminato e della ricca eredità consegnata con affetto all’umanità, e al nostro Paese prima di tutto, rendendo migliori l’Italia e gli italiani.

È questo il sigillo della sua grandezza e della sua saggezza, e la dimostrazione della sua libertà interiore e della sua profonda umiltà, che lo rendono uno dei giganti della storia. L’approccio alla morte infatti non lo si può improvvisare. Solo i grandi e i santi muoiono così.

Da uomo pienamente laico, come si è sempre definito, ha coltivato una sua particolare forma di “religiosità”. La sua lucida e lineare razionalità non gli ha impedito infatti di stupirsi in vita della bellezza e della perfezione dell’uomo e del cosmo, mentre ne scandagliava la profondità del mistero che, a modo suo, avrà contemplato.

Dallo studio appassionato del microcosmo, a partire dall’atomo, dalla molecola e dal corpo umano, allo spaziare in lungo e in largo nel macrocosmo che è l’universo intero con le sue galassie, entrava ovunque sempre in punta di piedi, con rispetto e ammirazione, come dentro un luogo sacro e inviolabile ma pur sempre raggiungibile e conoscibile all’uomo, anche se a piccoli passi.



Non avrà, probabilmente, conosciuto quel grande e antico libro che è la Sacra Scrittura, ma ha però perlustrato in ogni suo dettaglio quel secondo immenso libro che è la natura, l’uno e l’altro scritti dallo stesso Autore, come hanno sempre insegnato i Padri della Chiesa, e come è stato tramandato fino a oggi, nel corso di tutta la cristianità.

Il suo lavoro sempre entusiasta e generoso è stato un autentico e quotidiano gesto d’amore, un particolare genere di “opera di carità che l’ha spinto a donare interamente la sua vita per promuovere un continuo e profondo progresso culturale e sociale del suo popolo, a ogni livello.

La carità è per lo più intesa come solidarietà nei confronti di chi è povero e abbandonato. Ma la povertà non è solo mancanza di cibo, di casa, di vestito… È anche mancanza di cultura, di conoscenza, di sapere. È vivere nell’ignoranza e non capire il valore della curiosità per la ricerca e per la scoperta. È accontentarsi di una vita piatta, senza stimoli per la propria intelligenza, prigioniera di abitudini monotone che ottenebrano la mente.



Ed è stata proprio una scelta d’amore quella che, per così tanti decenni, Piero Angela ha voluto perseguire, una vera e propria opera di carità, quindi, per un più alto e integrale benessere della persona.

Le cose che di lui sono state raccontate e che possono essere ancora dette sono infinite, perché è ricchissima l’eredità che lascia con la sua enciclopedica opera di giornalista e divulgatore scientifico che ha svolto per 70 anni, e rimarrà per sempre un punto di riferimento luminoso per chi vorrà proseguire il suo lavoro.

Ma il mio intento qui non è tanto quello di omaggiare la sua persona commentando le grandiose e importanti imprese culturali che ha realizzato, ma piuttosto quello di immaginare (concedetemi, voi e lui soprattutto, questa licenza!) la sua vita adesso, l’accoglienza che avrà ricevuto in quel mondo nuovo che da poco ha cominciato ad abitare e a esplorare, e sul quale purtroppo non potrà progettare una nuova puntata di Super Quark.

Penso che un Grande Saggio gli sia andato incontro rivolgendogli parole di conforto, di gioia e di apprezzamento, accogliendolo nel suo abbraccio universale e cosmico.

Provo a immaginare le sue parole, ispirandomi al vangelo e a quanto ha rivelato di lui suo figlio Alberto, rendendoci partecipi dei momenti più intensi vissuti accanto a lui prima che morisse.

Colpito dall’affetto straripante manifestato coralmente da una moltitudine di amici, colleghi, alte personalità e gente comune, che non hanno risparmiato parole di elogio e di gratitudine per il padre, Alberto ha voluto ringraziare tutti così:
“Il vostro amore è il miglior vestito per l’aldilà”.


Dunque, vestito di tutto questo amore, Piero Angela si sarà presentato al suo ultimo particolarissimo appuntamento, e qui avrà ascoltato altri inattesi elogi, dopo quelli proferiti nella camera ardente, che vengono da molto più lontano, elogi che potrebbero rassomigliare a queste parole:

“Vieni servo buono e fedele, perché hai saputo investire bene i tuoi talenti e hai fatto in modo che portassero frutti abbondanti, al cento per cento, per il bene di tutti (cf Mt 25,16).

Vieni, perché hai saputo saziare la fame di conoscenza di tante generazioni, accompagnandole lungo percorsi impegnativi che hanno stimolato le loro intelligenze e forgiato le loro personalità, riempiendo la loro vita di cose che hanno valore per sempre, e distogliendole da vuote banalità e futilità.

Vieni, perché hai saputo mettere la tua intelligenza a servizio del mondo, stimolandolo a distaccarsi da fanatismi, superstizioni, ignoranza e grettezza mentale, insegnandogli a interrogarsi sulle cose, appassionandolo alla conoscenza della realtà.

Vieni, perché hai avuto sempre un approccio alla vita positivo, creativo, entusiasta, riconoscente, inclusivo, e hai saputo costruire sempre ponti di dialogo e di collaborazione con tutti, valorizzando ogni risorsa e ogni competenza, senza sentirti mai sminuito dal successo altrui, ma compiacendotene, vedendo in chi ti stava accanto una garanzia di continuità e di sviluppo per il futuro.

Vieni, perché hai fatto la tua parte fino all’ultimo giorno, per rendere il mondo migliore, spendendo ogni attimo della tua vita pensando agli altri, lavorando incessantemente senza risparmiarti.

Vieni, perché non hai trascorso i tuoi tanti anni chiuso nelle preoccupazioni del vivere quotidiano, e il tuo ultimo giorno non ti è piombato addosso all’improvviso come un laccio (cf. Lc 21,34-35).

Vieni, perché hai tenuta accesa sino alla fine la lampada della serenità, senza sconforto e senza paura, regalando pace a chi ti stava accanto, vegliando con posatezza e calma nell’attesa dell’ultima ora (cf Mt 25,1-12).

Vieni, perché sei stato fedele nel poco. Per questo ti darò potere su molto. Prendi parte alla mia gioia!” (cf Mt 25,23).



Commenti

  1. Grazie Aurora, ha reso benissimo la figura di Piero Angela .La sua garbatezza, e signorilità, il suo essere curioso e intelligente , sempre pronto a spiegare senza mai essere supponente.E grazie anche per come hai immaginato un possibile incontro con Colui che ha creato tutto ciò che Piero ha investigato tutta la vita.Sandra

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  2. Grazie Aurora. Grazie per il tuo coraggio: non è facile affrontare il tema della morte, del dopo, dell'altrove. Il tuo coraggio, lasciamelo dire, è doppio perché lo hai fatto mettendo sullo sfondo un gigante della fede laica, della fede nel creato, nella natura, nella scienza. Un uomo che ha sempre dichiarato di credere nella natura e nell'uomo perché sulla natura e sull'uomo la mente può osservare e argomentare. Un non credente credibile più di tanti credenti.
    La morte, inevitabilmente, richiama la fede in Dio e fa declinare quello che la religione ci ha insegnato. E la fede, a volte, o forse è meglio dire la religione e alcuni suoi ministri si arroccano sulle proprie categorie e chiudono ogni dialogo sui punti interrogativi.
    La morte è un grande punto interrogativo che inquieta la vita di tutti, credenti e non credenti. Sulla morte e sul dopo, le domande restano aperte e le risposte sono solo balbettii e abbozzi.
    Il confronto con la morte fa palpitare la vita.
    Appena un mese fa la morte ha toccato di nuovo da vicino la mia vita e la mia fede. Un carissimo amico credente, profondamente credente, ha chiuso gli occhi a questa vita. Ha sempre creduto, anche se la chiesa non è riuscita ad essergli madre. La moglie ha dato subito e sta continuando a dare una grande testimonianza di fede. Del resto tutti e due credevano nella Roccia e su quella Roccia hanno costruito il loro amore e la loro famiglia. Il giorno del suo funerale, lui era vestito d'Amore e si toccava nell'aria quell'Amore che aveva sperimentato e vissuto, diffuso e fatto crescere.
    Grazia Le Mura

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  3. Molto bello e originale il tuo articolo su Piero Angela. Molti in questi giorni lo stanno giustamente elogiando, anche perché è stato un intellettuale politically correct, non scomodo per nessuno. La sua vita e la sua morte sono invidiabili, ha fatto per moltissimi anni il lavoro che amava e che lo appassionava, ha avuto questa fortuna, oltre a questa capacità, si è spento serenamente ad una età veneranda, ha avuto una bella famiglia, compreso il figlio (per me incapace) che ha piazzato bene. Ha avuto successo anche in vita, anche perché in effetti non ha pestato i piedi a nessuno. Ha avuto l'intelligenza di scegliere un ambito di divulgazione che era non troppo sviluppato in Italia e lo ha fatto suo. Se mi dicessero vuoi avere la stessa carriera di Piero Angela, direi subito "dove devo firmare"? Mi viene l'accostamento con Gino Strada, un uomo grandissimo, criticato anche dopo la morte, perché schierato e scomodo. Ecco se mi dicessero di firmare per vivere la vita di Gino Strada, non so se avrei il coraggio...Clarabella

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  4. Grazie Aurora condivido appieno tutto ciò che hai scritto. Longo Ione

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  5. Che analisi profonda hai saputo fare di un uomo che si dichiarava Ateo ,ma che ha saputo con umiltà,modestia e scienza, conquistare gli Animi delle persone credenti e non credenti.
    Grazie assai, carissima Aurora . Filippo Grillo

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  6. Grazie Aurora! Sai trovare sempre le parole giuste per ogni circostanza e grazie perché ci proponi spesso modelli positivi, anche nella loro diversità, a cui ispirarci. Un abbraccio e buon fine settimana 🤗 Teresa Sindona

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  7. Ciao Aurora! Grazie! Credo anch'io che una persona come Piero Angela, che tu hai tratteggiato con delicata ammirazione, sia stato ben accolto nell'aldilà. Un abbraccio. Maria Cristina Scorrano

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  8. Grazie! È veramente una lettura diversa da quelle che si sono lette in questi giorni. Sicuramente molto più profonda. Giuseppe Savagnone

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  9. Quanto da te scritto è alta poesia. Gli accostamenti con il Vangelo sono fatti in modo giusto, senza appesantire; l’incontro con l’aldilà di questo uomo gentile, colto, saggio, laico è descritto divinamente. Aurora, l’articolo l’ho letto tutto d’un fiato e lo leggerò ancora. Sei veramente sensibile e non bigotta, e un’ottima giornalista! Un abbraccio 😘🥰 Marilia

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  10. Bella interpretazione della figura di Piero Angela… Al

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  11. C'è una logica scritta nel cosmo e nella creazione, logica che deriva da Logos, termine greco che significa ragione, logica, armonia ecc ecc Per noi credenti il Logos che era prima della creazione del mondo e per il quale e con il quale sono tutte le cose in cielo e sulla terra, è il Figlio di Dio Sapienza increata che è dentro tutte le creature. Siamo cresciuti con le bellissime ed interessanti trasmissioni di Piero Angela uomo affascinato dal Cosmo, dall'ordine delle cose e dalla spiegazione che ne ha tentato di fornire la scienza. Ho sempre avuto l'impressione di uomo molto rispettoso ed interessato agli studiosi e ai suoi studiosi che invitava nelle sue trasmissioni tv. Diceva un grande uomo e padtore, Carlo Maria Martini, che Gli esseri umani non si dividono tra credenti e non credenti, ma tra pensanti e non pensanti e Piero Angela certamente era un uomo pensante e che ha aiutato a pensare....
    Giuseppe Raciti

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  12. Piero Angela è stato un affascinante affabulatore che riusciva ad incollare allo schermo televisivo milioni di spettatori.
    Era molto abile nel suscitare domande e curiosità.
    Stimolava all' " acculturazione".
    Uno innamorato della vita, della natura, dell'ordine del " cosmo" come lui, non poteva non pensare che ci fosse un " regista" o un " direttore di orchestra " del Tutto.
    L' universo ha insito nel suo DNA la prova matematica di un ordine precostituito.
    Ed è bellissimo che " credere " o ," non credere " sia lasciato non soltanto alla nostra mente o alla nostra intelligenza, ma soprattutto al nostro cuore che è il centro della nostra anima.
    Salvo Patane'

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  13. Grazie Aurora per questa lettura profonda e veritiera del grande uomo di scienza che è stato Piero Angelo...ha trasmesso in tanti di noi il senso della ricerca e della curiosità...mi ha molto colpito questa tua espressione che pian piano vorrei fare mia nella mia vita...Vieni, perché non hai trascorso i tuoi tanti anni chiuso nelle preoccupazioni del vivere quotidiano, e il tuo ultimo giorno non ti è piombato addosso all’improvviso come un laccio (cf. Lc 21,34-35). Lucia Zoda

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  14. Grazie per la tua commemorazione religiosa di un grande uomo ha lasciato la sua impronta in tutti noi.

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  15. Ho letto questo articolo molto in ritardo. Hai descritto in maniera profonda ed evangelicamente ineccepibile questa persona che ha saputo/ voluto dare significato autentico alla cultura non solo scientifica ma ampiamente sviluppata in tanti campi!

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