Mi sta a cuore

 

Veduta di Roma

È impossibile vivere le nostre giornate senza vedere scorrere nella nostra mente le immagini delle città ucraine devastate dalla guerra. Quante risorse preziose rase al suolo senza alcuna pietà! 


Noi abbiamo il privilegio, almeno finora, di potere vivere nelle nostre case e di potere abitare i nostri spazi vitali, godendo delle diverse opportunità che ci offrono, seppure costretti spesso a lottare per migliorarne le condizioni di vivibilità.


La gratitudine per le cose che abbiamo e la consapevolezza del loro valore crescono sensibilmente quando temiamo che possano esserci arbitrariamente sottratte.


È una considerazione, questa, su cui mi capita di riflettere spesso. Non so quanti la condividono e avvertono come me il bisogno di essere riconoscenti. Perché è dalla riconoscenza per i doni gratuiti che riceviamo che scaturisce il bisogno di proteggerli e salvaguardarli.  

Il quartiere in cui abito è a due passi dal Grande Raccordo Anulare di Roma, ed è una vera oasi! Io lo definisco “un paradiso terrestre”! Che possa esistere a Roma un quartiere così, si stenterebbe a crederci.



Vi sono capitata, senza rendermi conto inizialmente del valore di questa scelta, nel marzo del 2018, quando improvvisamente ho dovuto cambiare casa e, in preda allo smarrimento, mi guardavo attorno passando in rassegna mentalmente i diversi quartieri di questa sconfinata metropoli. 


Il caos che regna in molte zone, dovuto all’eccessivo traffico stradale, allo scarso livello di sicurezza, alle criticità sociali e strutturali presenti in molte periferie della città, alimentava in me disorientamento e paura.


Poi credo che qualcuno dall’Alto abbia ispirato e guidato i miei passi perché nel giro di pochissimi giorni la mia ricerca è approdata in questo piccolo quartiere, a misura d’uomo, di cui non conoscevo l'esistenza, lontano dal caos, dallo smog e dai rumori assordanti, ma nello stesso tempo a “due passi” dalla città. 



Fonte Laurentina è il suo nome. Qui infatti, fino al 2004, nel piazzale dell'attuale parcheggio del centro commerciale Leroy Merlin, c’era una fonte di acqua minerale, che è stata successivamente chiusa perché inquinata da batteri dovuti a infiltrazioni di pozzi neri. 


Ma per fortuna Roma è ricca di fonti d’acqua a portata di mano: da qui, in soli 10 minuti in auto, si raggiunge la Fonte Appia, e in 20 minuti la Fonte Egeria, tutte acque dal gusto eccellente.


Il quartiere è molto giovane. La zona più “antica” risale agli inizi del 2000, ed è costituita da palazzine di 4‐6 piani e villette a schiera in cortina; la zona più recente, costruita a partire dal 2010, conta numerosi enormi palazzi a sette piani, ciascuno con più di 400 appartamenti, quasi tutti mono e bilocali. 



Le costruzioni sono tutte a risparmio energetico, dotate di pannelli solari, cancelli automatici, videocitofoni, box e posti auto, zone verdi alberate nei cortili interni e lungo i perimetri di recinzione dei palazzi.



Chi vive in questo quartiere lo percepisce come casa propria perché tutti i servizi indispensabili sono raggiungibili a piedi in pochissimi minuti: supermercato, scuole per l’infanzia, elementare e media, farmacia, studi medici, ufficio postale, bar, pizzerie, negozi di ogni genere, centri estetici, ambulatorio veterinario, assicurazioni, delegazione dell’ACI, chiesa parrocchiale e perfino due casali ristrutturati adibiti uno a Centro Giovani e l’altro di prossima apertura a Centro Anziani. 


Istituto Comprensivo De Finetti

A piedi, inoltre, in soli 15 minuti, o in bici in 5 minuti, si raggiunge fuori quartiere il Nuovo Centro Commerciale Maximo dove si trova di tutto e di più, non solo il necessario ma anche il superfluo. La zona è anche ben collegata alla città e alla Metro B con diversi mezzi di trasporto.


Lungo le strade, inoltre, non stazionano cassonetti traboccanti di spazzatura perché ogni palazzo ha la sua area ecologica recintata, con accesso consentito esclusivamente ai rispettivi inquilini.



Ma non basta! Perché la vera ricchezza di questo quartiere sono le piste ciclabili che attraversano tutta la zona e quella adiacente di Tor Pagnotta 2, e gli spazi verdi e sportivi di cui è dotata e che in molti giustamente ci invidiano.



Due sono i parchi che si estendono sul territorio: uno fiancheggia il centro di bricolage Leroy Merlin, ed è attrezzato di piste ciclabili, di campi sportivi, e di attrezzature ginniche; l’altro che si affianca a via Laurentina, inoltrandosi lungo sentieri alberati di terra battuta, con staccionate in legno, che conducono a un’alta collina dove si possono ammirare i resti della torre medievale Tor Chiesaccia (XII-XIII secolo), realizzata con scaglie di selce, frammenti di tufo e scaglie di marmo.



Sulla collina svetta anche una enorme quercia sughera secolare.


Alla stessa epoca medievale, risalgono probabilmente le sei tombe a "pseudo‐camera", situate di fronte alla torre. La loro caratteristica è la presenza di un'anticamera che precede la stanza in cui veniva deposto il cadavere. Non si esclude, comunque, una loro  origine più antica.



Peccato che questi spazi incantevoli siano alquanto trascurati e che chi li frequenta non possiede spesso il minimo grado di civiltà e di rispetto. I cani che vi circolano sono più numerosi degli abitanti del quartiere e i loro padroni si comportano da irresponsabili menefreghisti.



Molti, provenienti anche da fuori zona, scelgono questi parchi per svolgervi i loro picnic, la loro attività sportiva, le loro passeggiate con i cani, abbandonando sconsideratamente tra i cespugli e lungo i sentieri ogni tipo di rifiuto, compresi gli escrementi dei loro animali, devotamente custoditi in apposite bustine di vario colore.


All’argomento ho già dedicato il post del 25 gennaio dal titolo “Nuovi tabù”. Ma, quello che vorrei denunciare qui, travalica ogni immaginazione e supera ogni limite di sopportazione!


Le foto con cui documento il mio disappunto sono una chiara dimostrazione: i pochi cestini dei rifiuti di cui è dotata la zona sono trasformati in wc traboccanti di escrementi di cani!

È una vera indecenza, anche perché a questo danno se ne aggiunge un altro: nessun addetto alla pulizia del territorio passa mai per svuotarli. Non si sa quando il IX Municipio, di cui fa parte il quartiere, se ne prenderà cura.


Così, mentre imperversa ancora questa vergognosa guerra sterminatrice, ho deciso di iniziare anch’io la mia “battaglia” costruttiva, senza armi, a mani nude. Non so se la vincerò. Le probabilità sono davvero scarse. Non mi illudo assolutamente. Ma vorrei almeno lanciare un segnale in mezzo a tanta indifferenza, nella speranza di toccare la coscienza e la sensibilità di qualcuno.


La natura della mia indole, volitiva determinata pragmatica, non mi consente di fare il contrario.


Il mio primo intervento è stato stomachevole perché è coinciso con lo svelamento della vera natura del problema. Non immaginavo che mi sarei trovata davanti a una infinità di bustine piene dello stesso orribile contenuto. Il cestino non conteneva molti altri tipi di rifiuti!


Ho deciso così di andare oltre l’indignazione e l’attesa passiva, di superare la rabbia e lo sdegno, e di iniziare a prendermi cura del mio territorio, a cominciare dai suoi spazi verdi, almeno quelli più vicini alla mia abitazione.

Il motto di don Milani, l’indimenticabile prete scomodo degli anni 50/60, era “I care”, mi sta a cuore, il contrario di “Me ne frego”. Questa visione, l’unica che può cambiare in meglio il mondo, ha sempre guidato la mia vita e ho creduto giusto metterla ancora una volta al centro del mio operato.  


Di tanto in tanto dedico un’ora del mio tempo libero a questa attività, andando in giro col mio carrello, le mie buste della spazzatura e i miei guanti a raccogliere rifiuti e gustando poi la bellezza di questi luoghi che ritornano alla loro integrità e dignità.


Molti mi guardano e vanno oltre: indifferenti, indignati, imbarazzati? Non saprei. Ogni tanto qualcuno si ferma per elogiare la mia iniziativa: “Brava Signora! Basterebbe che ognuno facesse il suo!”. Io rispondo: “Grazie della sua sensibilità! Se vuole, sostenga anche lei liberamente quando può quest’impresa… Comunque io sto facendo “il non mio”… Potremmo farlo un po' tutti!”.

Commenti

  1. Ciao Aurora,
    complimenti per la tua attività.
    Mi auguro che possa avere la giusta visibilità e i dovuti riscontri da parte delle strutture preposte.
    Alida ❤️

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  2. Manca un'educazione civica ed ecologica. A partire dalla famiglia, continuando con la scuola e la società. I comportamenti virtuosi sono in minoranza e di rado provocano processi di emulazione. Vedo continuamente buttare rifiuti per strada, dai finestrini delle auto, solo qualche volta mancano i cestini o non vengono svuotati tempestivamente. Qualche volta ho visto volontari raccogliere rifiuti lasciati sugli scogli o sulle spiagge. E anch'io talvolta li ho imitati raccogliendone qualche busta e occupandomi di depositarli nel cassonetto più vicino.
    Ma non basta qualche intervento episodico per cambiare lo stato delle cose.

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  3. Carissima Aurora
    I tuoi messaggi mi “costringono” sempre a prendere carta e penna (ci è stata tolta anche questa espressione !) ovvero la tastiera e a ciarlare un po’ con te. E’ inutile, abbiamo gli stessi “tic nervosi”, chiamiamoli così. Io da quando sono a Levane sono costretto a portare i rifiuti in auto e fino all’anno scorso mi sono portato dietro i guanti per fare quello che fai tu. Una volta mentre toglievo la plastica dal cassonetto della carta per metterla nel cassonetto vicino, una signora si è fermata e mi ha rimproverato dicendomi: lo sa che non si può frucare dentro i cassonetti? Io le ho spiegato che stavo facendo quello che altri avrebbero dovuto fare…ho avuto l’impressione che non avesse capito!. Ma così va il mondo . Ora non lo faccio più perché non posso permettermi questi sforzi, né fisici , nè verbali. A proposito del Paradiso intorno a te ...bello, anche io non mi lamento...ma c'è tanto rumore rispetto a dove stavo prima. Ma sono convinto che bisogna avere gli occhi giusti per scoprire il Paradiso! Giuseppe Tartaro

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