Lettera a un fratello

 


di Carmelo Sarcià


Erano gli anni in cui c’era il Cursillo

LETTERA MAI SPEDITA AD UN FRATELLO DEL CURSILLO

Rinvenuta per caso tra vecchie carte e dolorosi rimpianti.

Da ormai 20 anni il Cursillo qui non c’è più. Si è spento, estinto, inquinato da istinti e pulsioni che nulla avevano a che fare con l’evangelizzazione degli ambienti, avvelenato dalla incapacità dei Cursiglisti di essere quello che avrebbero dovuto essere (evangelizzatori con l’esempio, la predicazione e la capacità di ascoltare, di lavorare insieme, di capire le ragioni degli altri e soprattutto di amare, perdonare, riconciliarsi con sé stessi e con gli altri), fagocitato quindi dalla bramosia di esercitare un potere effimero e inesistente. 


Duccio di Buoninsegna, Gesù risorto appare ai suoi discepoli per consolidare la loro fede


Caro Fratello (1), 


ho letto sull'ultimo numero del nostro periodico le impressioni che ha suscitato in te la Via Crucis lo scorso Venerdì Santo. Una meditazione equilibrata, ma insieme profonda e composta, senza ombra di retorica o invenzioni occasionali. 


Tu, Fratello, sei uno di quegli Uomini prudenti e intelligenti, sensibili e giusti, disponibili senza calcolo, consapevoli della fugacità della nostra presenza sulla terra e pur "presenti" nelle strutture in cui vivono, con la forza che nasce dal saper tacere e dal saper attendere. 


Ti stimo, ti ammiro e, se me lo permetti, ti voglio anche bene, molto di più di quanto diciamo di volerne ai fratelli nelle celebrazioni.


Ho pensato che il gesto di tenersi le mani durante il Padre Nostro è vuoto e inutile se non lo proiettiamo su tutti i fratelli, soprattutto su quelli che non ci sono amici e che, coi loro comportamenti, non si fanno amare. 



Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova, Gesù lava i piedi ai suoi discepoli 
insegnando il comandamento dell'amore


Rileggendo le tue parole mi è parso che il tuo animo nobile, capace di sostenere con i comportamenti sentimenti profondi di generosità e altruismo, ami cibarsi di legami costanti che trascendono le mani vuotamente unite e realizzano la vera amicizia in unione con lo Spirito, con la conoscenza dei fratelli, con la prudenza nel giudizio, con la capacità di comprendere e perdonare. 


Dalle tue parole ho capito, Fratello, che tu possiedi la rara capacità di amare proprio come Gesù ha spiegato agli Apostoli: "amatevi come Io vi ho amati".


Grazie, Fratello, per quella "piccola lacrima" e per la Pace che mi hai trasmesso. 


Sono le persone come te che possono ancora tenere unito questo nostro sgangherato "movimento di evangelizzazione" che ha tanto bisogno di amore. Soltanto di Amore. 


Carmelo


(1) Il Fratello cui scrivevo la lettera circa 20 anni or sono era un Agente delle Guardie Forestali dalle qualità eccelse: buono, maturo, generoso, leale e onesto. Forse l’unico nel Cursillo Diocesano con queste qualità tra la pletora di figure non certo meritevoli della medesima stima perché, più che altro, sprovvisti di cultura generale e religiosa, in alcuni casi anche invidiosi, pettegoli e falsi, ma direi soprattutto infelici.

I sacerdoti sapevano cosa stava accadendo nel Cursillo ad opera dei quattro dirigenti, tre laici ed un sacerdote; capivano, percepivano che l’aria s’era fatta pesante, ma invece di intervenire per indicare la strada migliore da seguire, per guidare una rinascita, per estirpare alle radici il Maligno, ad uno ad uno abbandonarono il Movimento e quei pochi che rimasero fino all’estinzione,  lo usarono per interessi personali e di bottega.

Commenti

  1. Grazie, sorellina Aurora, di aver ospitato questo mio ricordo, vecchio ormai di 20 anni. Aver ritrovato casualmente questo scritto tra le mie vecchie carte e vederlo adesso pubblicizzato, anche se virtualmente, mi fa pensare che il Creato sia come un puzzle di tessere tutte combacianti a formare un unico disegno ... governato da leggi uguali in ogni angolo dell'Universo. Un "gioco" immodificabile che ha in sè gli anticorpi per difendersi dalle influenze aberranti delle intelligenze perverse. Il riferimento sgorga con dolore dalla conoscenza e dalle mie tante esperienze e osservazioni (esplosioni nucleari, produzione di sostanze tossiche altamente inquinanti, immissioni nell'atmosfera di materiali gassosi che attentano alla prosecuzione della vita, esperimenti su virus, animali e persone...). Credo che la fine del Mondo, paventata da più parti, non faccia parte del Disegno generale e sovrano. Il Male viene sempre assorbito dal Bene. E credo sia questa la Legge primordiale da cui discende l'Universo.
    Ciao, Aurora e grazie ancora.

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  2. Devo essere io a ringraziarti per questo gesto di fiducia e di condivisione.
    Ho ospitato con piacere questo tuo scritto perché rivela un’esperienza della tua vita in cui hai creduto e che, sebbene si sia conclusa da tempo e non positivamente, porti ancora in qualche modo dentro di te.
    Condivido le conclusioni a cui giungi in questo tuo commento. Credo anch’io che il bene sia il cemento che tiene in piedi questo nostro mondo così martoriato e sfigurato. Tutto trova compimento nel bene, restituendoci pace e serenità.
    Come dici tu, evocando la significativa metafora del puzzle, tutti i pezzi della nostra vita alla fine si ricompongono per formare quel quadro in cui ogni forma, anche le più spigolose, ogni colore e ogni chiaroscuro trova il suo posto e il suo senso.
    Anche a me torna alla mente spesso una metafora che mi aiuta a superare le difficoltà più incomprensibili. Penso che la storia sia come un gigantesco arazzo di cui possiamo guardare la trama solo al rovescio, senza riuscire molte volte a decifrarne il senso. Quando però ci viene concesso, per grazia o per maturità conquistata, di guardarlo frontalmente, anche solo in qualche sua parte, riusciamo a comprendere e a risolvere tanti misteri ed enigmi prima per noi totalmente oscuri.
    Non sempre infatti comprendiamo il senso delle cose che ci accadono, ma a distanza di tempo, con l’animo rasserenato, guardando agli eventi con distacco emotivo, anche il dolore, l’imbarazzo, la rabbia, la delusione, la tristezza che nel passato hanno occupato i nostri pensieri e il nostro cuore, vengono ridimensionati, e scopriamo che alla fine tutto ha contribuito a creare in noi quella saggezza che ci accompagna negli anni della maturità.

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  3. Mi fa piacere leggere nella trama dei tuoi sentimenti e dei tuoi pensieri, forse più intimi... In fondo, cara sorella, noi, pur se affezionati fratello e sorella, non ci conosciamo se non per sporadici aneddoti e contatti informali e brevi anche si sentiti e partecipati. Colpa della differente età e dei differenti luioghi scelti per vivere e lavorare . Adesso questo deprecato mezzo della comunicazione cosiddetta virtuale ci avvicina al punto di portarci a codividere trascorsi separati eppure simili. Tutto merito della nostra cara madre, la cui costante cura per i nostri corpi e per le nostre anime ci ha forgiato dello stesso materiale spirituale.
    La storia del Fratello appena accennata la considero una piccola luce brillante che ancora riesco a distingiere nella caligine dei ricordi e nello stupore per le inaspettate sorprese conosciute e combattute con energica convinzione. Eppure, dalla caligine emergono spesso ricordi...storie... personaggi ... che pur non suscitando risentimenti, sono comunque emblematici di interrogativi rimasti senza risposte e di generosità da altri utilizzate per conseguire obietrtivi estranei alle intenzioni che le avevano ispirate. Ho steso da tempo un velo di pietà sugli orpelli ingenerosi e sciatti. E ringrazio la sorte che mi ha consentito di arricchire doti personali la cui pratica costa a volte troppa fatica.

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