Loreto: leggenda e storia


Il vangelo di domenica scorsa, solennità dell’Assunzione di Maria, conteneva due beatitudini rivolte alla madre di Gesù, la prima in quanto donna e madre, la seconda per la sua fedeltà alla Parola (Lc 11,27-28). 

Lo stesso evangelista Luca riporta, all’inizio del suo vangelo, il racconto della visita di Maria ad Elisabetta, l’incontro di due donne in attesa, che si accolgono reciprocamente con grande stupore e trepidazione a causa degli eventi che erano loro occorsi e che avevano stravolto le loro esistenze.

Anche questo incontro è segnato da due beatitudini attribuite a Maria, la prima espressa da Elisabetta: “Beata colei che ha creduto all’adempimento di ciò che il Signore le ha detto” (Lc 1,45), la seconda pronunciata dalla stessa madre di Gesù: “Tutte le generazioni mi chiameranno beata” (Lc 1,48). 


Una vera profezia! Niente di più vero e sorprendente! Tutta la storia, da allora, è disseminata di lodi, di devozione, di apprezzamenti per questa umile donna che, per la sua fede, la sua sensibilità, il suo sguardo vigile e amorevole rivolto costantemente sulle vicende dell’umanità, ha conquistato l’ammirazione e l’affetto di intere generazioni che hanno attraversato le diverse epoche storiche. 

Gli innumerevoli santuari mariani di cui è disseminato il mondo sono una eloquente testimonianza della presenza costante di Maria nella storia, della grande devozione dei popoli alla sua persona.

Ogni santuario ha una sua storia legata a una carezza di Maria all’umanità, a una sua parola rivelatrice di verità, ispiratrice di cammini di conversione, strumento di guarigione del corpo e dell’anima, sorgente di pace e di riconciliazione.

Tra i tanti santuari, che tramandano di secolo in secolo storie di apparizioni, di guarigioni, di conversioni, ce n’è uno che si distingue da tutti gli altri per la sua origine straordinaria: il santuario di Loreto, che conterrebbe la dimora stessa in cui avvenne l’Annunciazione. 


Un fatto talmente inverosimile da essere considerato da sempre una leggenda popolare, secondo la quale nel 1291 gli angeli portarono in volo le mura della casa di Nazareth, per sottrarla al dominio dei Mamelucchi d’Egitto, posandole prima nei pressi della città di Fiume, quindi nelle Marche vicino Ancona, infine nei pressi di Porto Recanati, vicino alla proprietà di una nobildonna di nome Loreta, da cui proviene il nome dell’odierna cittadina.

Al di là della leggenda, tuttavia, siamo in possesso oggi di dati storici e archeologici abbastanza attendibili che confermerebbero la plausibilità della straordinaria origine del santuario di Loreto.

Gli studi a cui ci riferiamo sono stati condotti tra il 1962 e il 1965. Essi dimostrerebbero che le tre pareti contenute nel santuario di Loreto combaciano con la parte interna della casa di Nazareth, scavata nella roccia, quello che oggi rimane in Palestina della casa di Maria.
In Galilea, ai tempi di Gesù, si usava infatti costruire così le case, addossando a una parete scavata nella roccia le altre tre pareti. Visitando l'antica città di Petra, in Giordania, troviamo la documentazione di questo particolare stile di costruzione.


 Monastero, Architettura Nabatea, Petra (Giordania)

Le pareti del santuario, inoltre, sono di pietra fino a una certa altezza, per poi proseguire, nella parte più in alto, con mattoni. Cosa ancora più sorprendente, le pietre non somigliano affatto alle altre strutture murarie costruite nelle Marche alla fine del XIII secolo, e richiamano piuttosto una tecnica di lavorazione di un’antica popolazione presente in Palestina ai tempi di Gesù, i Nabatei. 

Sulla loro superficie, inoltre, sono stati scoperti dei graffiti simili a quelli ritrovati nella grotta di Nazareth.


Tutte queste rilevazioni, però, non spiegano come queste pietre siano potute giungere  nella nostra terra più di 700 anni fa. Il viaggio effettuato dagli angeli non può ovviamente soddisfare la nostra curiosità. Tuttavia si è fatta strada a riguardo un’ipotesi che, se dimostrata, ci offrirebbe un fondamento storico e dunque una spiegazione più convincente.

Negli archivi vaticani si conserverebbero dei documenti in cui si parla di una certa famiglia Angeli (o De Angeli), della dinastia di Costantinopoli, con vasti possedimenti in Terra Santa, che nel 1291 avrebbe pensato al trasferimento delle mura della casa di Nazareth, prima che cadesse nelle mani dei musulmani. Smontate tutte le pietre, esse sarebbero state trasportate su una nave in Epiro, feudo di questa nobile famiglia, e da qui in Italia, presumibilmente come dono al Papa.


Dietro ogni devozione popolare, le cui origini molte volte si perdono nel tempo, c’è sempre un nucleo di verità, anche se poi, lungo il corso della storia e grazie alla prolifera fantasia popolare, spesso non supportata da alcuna istruzione, esso si  arricchisce di particolari leggendari e poetici, ma pur sempre nutriti da una fede semplice e totale, e per questo cieca, come a volte è l’amore, che domande troppo razionali non se ne fa.

La scoperta di nuovi dati scientifici, tuttavia, non impoverisce la fede, ma la rende più autentica e più solida.


Commenti

  1. Grazie Aurora!... Di avere accolto il mio invito a relazionare sull'argomento.
    Ho visitato tante volte il Santuari di Loreto e vi ho assistito a Sante Messe domenicali negli anni passati, quando era più assodua la presenza a Portorecanati della mia framiglia. Come sai, per esserci stata anche tu, ho infatti una piccola casa vacanze a Portorecanati e quando nel 1980 ho scelto l'appartamento cho ho poi acquistato, fra i tanti disponibii ho scelto, d'accordo con mia moglilie, quello che si affaccia direttamente sul Santuario, piuttosto che sul mare, di conseguenza il Santuario è divenuto per tutti noi famiiare e oggetto di riprese fotografiche ogni anno.-
    Naturalmente ho appreso, già da anni, tutto il contenuto della tua puntuale e particolareggiata relazione, dalla leggenda, al servizio reso, a quanto pare, dalla framiglia Angeli, fino alle caratteristiche fisiche dei materiali ed alla loro inquietante corrispondenza con i luoghi e le tradizioni del territorio palestrinese da cui la Santa Casa sarenbbe pervenuta.
    Quanto ai tuoi commenti sull'importanza e sui benefici della fede, pur se indotta ed acquisita attraverso leggende e narrazioni antiche, talvolta incredibili, o da ritrenere impossibili, non mi trovi del tutto convinto del fatto che la via per giungere alla fede possa anche passare attraverso infingimenti creati a bella posta nei cosiddetti Secoli Bui, per avvicinare alla Chiesa quanta più gente possibile. Questo poteva ottenere consenso fin quando le masse popolari erano povere e ignoranti e sottomesse ai Signori, proprietari della terre, purtroppo anche cinici soggetti capaci di esercitare diritti non compatibili con la religione e con la fede, quali il diritto di vita e di morte, di schiavitù e persino di iure primae noctis.
    Lentamente, con fatica, facendo pagare un prezzo altissimo in vite umane e persecuzioni a poveri ed umili individui del popolo, che si trovarono alla mercè della forza bruta e irragionevole anche del braccio armato del potere temporale della Chiesa, anche sotto la spinta illuministica delle classi scientifiche e dirigenti degli ultimi secoli, la Chiesa ha cominciato a prendere atto dell'importanza di rendere fruibille da parte dei fedeli i doni della ragione e del libero pensiero.
    La Chiesa ha ancora molto da fare per realizzare appieno, pur con i contrasti che ogni giorno si presentano da ogni parte, il disegno del Creatore.

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  2. In effetti, poiché la fede non è un processo razionale, ma istintivo/suggestivo, in quanto cieca accettazione di una "verità ", proposta o imposta, non dimostrabile, è ovvio che essa possa essere alimentata anche da trascinanti storie vere, come da affascinanti miti e leggende ....

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