Ascolta e osserva la Parola

 Luca 11,27-28

In quel tempo, mentre Gesù parlava alle folle, 
una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: 
«Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: 
«Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».



È domenica, ma la liturgia della parola interrompe il suo percorso ordinario per fare spazio alla solennità mariana dell’assunzione al cielo della Madre di Gesù
Alle solennità mariane, quando non cadono nei tempi di avvento e quaresima, spetta il privilegio di godere di questo “diritto di precedenza”.

Pochissimi sono i brani del Vangelo che ci parlano della madre di Gesù.
In questi due versetti, brevi e lapidari, sono delineati i tratti che la caratterizzano.
Poche parole per dire tutto di lei.

Innanzitutto le viene riconosciuto quello che a tutti appare evidente e naturale in lei, come in ogni altra donna: la sua identità di madre, che porta in grembo suo figlio, che lo allatta, che lo segue con amore nella sua crescita. E per questo viene elogiata, forse chissà anche con un pizzico di invidia... “Beata te! Ti è venuto su tanto bene questo figlio! Sei proprio fortunata!”.

È quello che succede a ogni madre che ha un figlio invidiabile, che è cresciuto bene, che si è affermato in società, che viene apprezzato da tutti per le sue doti. 



Su un altro piano si pongono invece le parole di Gesù. Non perché lo ha generato e lo ha cresciuto è beata sua madre, ma perché è e sarà esemplare per la sua fede e per la sua fedeltà alla parola, perché ha creduto nel progetto di Dio che si è attuato attraverso il suo sì, perché, nonostante fosse per niente comprensibile, si è fidata e abbandonata, perché ha fatto spazio nel suo cuore ad ogni suo dettaglio, anche oscuro e doloroso, e lo ha abbracciato sino alle estreme conseguenze.

Ecco la vera beatitudine evangelica che sintetizza tutte le altre e alla quale tutti possiamo aspirare. Basta solo ascoltare e osservare la parola di Dio

Non è poco e non è semplice. Ma è solo questo in definitiva che ci viene chiesto per essere discepoli di Gesù. 

Tutto il resto potrebbe essere addirittura inutile o fuorviante. 
Potrebbe darci soddisfazione, procurarci successo e notorietà, accrescere la nostra gratificazione e la stima che abbiamo di noi stessi... Ma tutto questo potrebbe alla fine farci perdere di vista ciò che è veramente essenziale e indispensabile: mettere al centro della nostra vita non noi stessi, ma la Parola, e seguirne le orme. Come ha fatto Maria che ha vissuto la sua esistenza facendo risuonare continuamente nel suo cuore le sue prime parole: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38).

Commenti

  1. Infatti, aldilà di ogni credenza e di ogni religione, aldilà di ogni disquisizione, ciò su cui dobbiamo concentrarci e ciò che conta, alla fine, sono le nostre azioni; esse sono le sole che rimangono, le sole che possano riscattarci, riservarci un posto nella mente dei nostri cari e di chi ci ha conosciuto, contattato anche per poco, ma significativamente, in questo viaggio veloce che non torna mai indietro, renderci mermorabili e quindi immortali...

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