Non solo lustrini

 


Ci sono persone che non hai mai incontrato, a cui non hai mai stretto la mano, ma che percepisci quasi come membri di famiglia, come compagni di cammino, con cui hai condiviso anni della tua vita e che, senza che ne fossero consapevoli, ti hanno regalato qualcosa della loro esistenza, anche solo col loro sorriso, rendendo più bella, più gioiosa, più umana la tua quotidianità.

Questi pensieri hanno accompagnato le mie giornate, alla notizia della morte di Raffaella Carrà, gli stessi che mi sono passati per la mente alla scomparsa di Fabrizio Frizzi, di Ezio Bosso, di Gigi Proietti, di Franco Battiato...

Tanti, ultimamente, ci hanno lasciato. La lista sarebbe troppo lunga... Notizie che ci sono giunte improvvisamente, inaspettatamente, e che ci hanno lasciato sempre sbigottiti, senza parole.

Così è la vita, anche se preferiamo spesso con pensarci, per non renderla più amara. Ma è questa l’unica certezza alla quale nessuno può sottrarsi. Siamo tutti in fila ad attendere il nostro turno, l’unica fila che rispettiamo senza scavalcare chi ci sta davanti... Siamo tutti attaccati a un filo che può spezzarsi da un momento all’altro, "come d'autunno sugli alberi le foglie", per usare un'espressione di Ungaretti. 


Dovremmo imparare a vivere in pienezza le nostre giornate, ma preparandoci ogni giorno a questo momento!

La scomparsa improvvisa di questi personaggi pubblici mi ha coinvolto anche emotivamente per quel di più che ognuno di essi, in un mondo di riflettori e di lustrini, ha saputo trasmettere attraverso il suo lavoro; un di più che tradisce la loro sensibilità, la loro carica umana, la loro empatia col pubblico, la loro generosità, la condivisione pur nella riservatezza di parte del loro vissuto e della loro interiorità e spiritualità.

Sono queste le “note” che hanno catturato l’attenzione di chi li ha seguiti, fino ad affezionarsi alle loro persone.

Confesso che diverse volte sono stata tentata di scrivere delle mie riflessioni su molti di loro che considero, ognuno a suo modo, dei costruttori di cultura, dei testimoni di valori, degli annunciatori di verità che superano la storia e che hanno nutrito alcune delle aspirazioni più belle del nostro popolo: il buon umore, la solidarietà, la socialità, l'amore per tutti gli aspetti della cultura, in qualche caso anche la preghiera, la contemplazione, la ricerca del trascendente... 

Penso per esempio alla musica di Ezio Bosso e ai messaggi sul valore della vita e della musica che in ogni suo concerto trasmetteva ai suoi ammiratori. Penso alle melodie e ai testi di Franco Battiato, che tradivano la sua mistica e la sua ricerca di assoluto.


In questi giorni mi ha accompagnato molto da vicino il ricordo di Raffaella Carra’. Ho scoperto alcuni tasselli della sua storia che non conoscevo. Mi ha colpito molto la riservatezza con cui ha affrontato questa tristissima prova della sua vita e la forza con cui l’ha vissuta. 

Forse anche perché molti aspetti della conclusione dolorosa della sua esistenza mi hanno riportato ad una vicenda drammatica della mia vita: la perdita, 23 anni fa, di una delle mie care sorelle. Gli anni passano! 23 sono tantissimi... Ma quando vivi queste esperienze è come se fossero accadute ieri. 

Molti di questi ricordi sono vivissimi... e pensare agli ultimi giorni di Raffaella Carra’ me li ha fatti inevitabilmente rivivere: più o meno lo stesso orribile male e lo stesso calvario, lo stesso silenzio, la stessa riservatezza... e immagino gli stessi pensieri, lo stesso dolore, lo stesso smarrimento! Del resto, quando improvvisamente scopri di avere davanti solo 6 o 9 mesi di vita, tutto questo è inevitabile. E ancora altri sorprendenti uguali dettagli: lo stesso giorno e pressoché la stessa ora... Strane misteriose coincidenze!

Tra gli ultimi pensieri di Raffaella Carrà, il lascito della sua palestra, che si trova sul promontorio dell’Argentario, alla Misericordia di Porto Santo Stefano. 
Ecco cosa rimarrà di ognuno di noi: l’attenzione e l’affetto che siamo stati capaci di regalare agli altri!


Commenti

  1. Ezio Bosso e Franco Battisto sono stati parte della colonna sonora della mia vita.Ezio ha accompagnato questi ultimi anni e la sua perdita è stato un dolore vero.L'ho visto dal vivo ad un concerto all'auditorium di Roma .Bravissimo come musicista,ma impareggiabile come uomo.Quel suo sorriso era contagioso e soprattutto un grande esempio e insegnamento: amare la vita e le persone.
    Battiato invece è stato un idolo di gioventù. Negli anni mi sono ritrovata nella sua ricerca ,ho apprezzato la sua riservatezza e il distacco dalle cose materiali. Due grandi musicisti, ma soprattutto due uomini completi che ci hanno saputo emozionare e anche insegnare qualche cosa.

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    1. È molto vero quello che scrivi! Lo condivido in ogni dettaglio. Anch’io sono stata a quel concerto indimenticabile all’Auditorium Parco della Musica di Roma e ho fatto di tutto perché altre persone a me molto vicine conoscessero questo uomo unico per il suo talento e per la sua testimonianza di vita. Ho pianto quando è scomparso dalla scena di questo mondo. Sentivo di partecipare in qualche modo alla sua vicenda umana che tanto ha colpito e stupito chi correva l’avventura di incontrarlo. La sua musica, che ascolto spesso, lo mantiene in vita, e ha il potere di trasportarmi in un’altra dimensione che credo abbia qualche cosa in comune con il suo nuovo stato di vita.

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  2. Ezio Bosso, me ne dolgo, non l'ho conosciuto. Apprendo con ammirazione le emozioni che ha saputo suscitare negli animi di persone sensibili.
    Farò una ricerca, per sapere, per capirne di più.
    Battiato, invece, l'ho conosciuito che ero giovane, col suo Cinghiale bianco e con gli altri motivi dell'epoca. Motivi e parole, apparentemente studiati a tavolino, tanto apparivano immediatamente estranei alle canzonette che venivano prodotte dai cantautori, dagli urlatori e dai melodici.
    Con gli anni la sua ricerca, che definirei filosofica, si era affinata.
    Molto riservato, come si conviene alle grandi persone, seppi tardi che portava la croce dell'omosessualità, perchè tale era negli Anni '60 e nei seguenti la condizione di "diverso". Tuttavia, fu sempre un gran signore, sostenne fino all'ultimo, con forza, l'istituzione famiglia e non si perse dietro alle assurde novità che stanno svilendo la civiltà di questo secolo.
    Fu anche politico nel Consiglio Europeo e rimase tristemente famosa una sua battuta sulle donne che gli procurò la richiesta di dimissioni dal Consiglio. Anche stavolta, sempre da gran signore, non si fece ripetere l'invito, e tornò alle sue cure artistiche, musicali, filosofiche e poetiche, in silenzio, senza clamori, senza pettegolezzi, come si conviene ad un degno rappresentante della nobile schiatta dei Siciliani.
    Il suo modo di scrivere, di musicare, di toccare con sapiente malinconia le corde nascoste dei sentimenti, rimane un esperimento riuscito ed unico nel suo genere. La sua arte è stata quella di penetrare il mistero dell'esistenza, di indicare strade migliori alla politica, di trasportare i pensieri e i sentimenti lungo sentieri impossibili, resi veri dai richiami frequenti alle millenarie vicende mediterranee, di combattimenti, di alleanze, di occupazioni, eppure di unità storica, di tradizione e di costume, in un sentimnento che unisce i popoli dai Dardanelli a Gibilterra. Tutto ciò lo si legge nelle modulazioni delle note, negli strumenti utilizzati per la sua musica, nelle immagini che tutto ciò portano alla mente: colori, profumi, tappezzerie orientalieggianti, danze elleniche ed albanesi, sete e piume, sinuosità, orgoglio, compostezza.
    Ad ascoltare i suoi motivi, le sue parole, non si finisce mai di imparare e, con una buona predisposizione d'animo, di sognare.

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