Insegui ciò che ami


 “Insegui ciò che ami o finirai per amare ciò che trovi”. 

L’espressione è attribuita a Carlo Collodi, ma non so da quale dei suoi personaggi sia pronunciata. Non l’ho rintracciata tra le pagine de Le avventure di Pinocchio benché il suo contenuto calzi a pennello con la “filosofia” dell’opera: la storia, cioè, di un burattino che si fa distogliere continuamente dai diversi “inganni” che lo attraggono lungo la strada, e che rischia di non raggiunge mai il vero obiettivo della sua vita. 

Probabilmente la frase appartiene invece a un altro grande autore della letteratura, Marcel Proust, ed è contenuta nella sua monumentale opera Alla ricerca del tempo perduto, ipotesi verosimile, in piena sintonia con la vita e il pensiero del suo autore. Ma, essendo abbastanza impegnativo rileggere 3000 pagine per avere una conferma, rinuncio ovviamente all'iniziativa. 

Comunque sia, indipendentemente dal suo autore, è il suo messaggio che mi sta a cuore e che mi fa riflettere.

Questa breve espressione accompagnava un piccolo e gradito regalo che ho ricevuto da una mia cara amica. Da allora questa frase, che racchiude nella sua essenzialità un vero progetto di vita, mi frulla per la testa. Mi sembra di rivedere in essa, come in uno specchio, la mia vita. Eppure fino a quel momento non avevo preso ancora pienamente coscienza dell'insegnamento che essa contiene. 



Tante scelte che compiamo sono, senza che ce ne accorgiamo, scelte di ripiego. Persone, situazioni, esperienze, proposte si interpongono spesso tra noi e la meta che intendiamo perseguire, e a volte riescono ad attrarre così fortemente la nostra attenzione e a catturarci, fino a farci perdere di vista la vera meta e a farci credere di avere raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissato, quando in realtà alla fine ci ritroviamo su tutt'altre sponde.

Ci crogioliamo, così, in quello che abbiamo trovato lungo il nostro cammino, anche se non lo abbiamo in realtà né cercato né desiderato, e che, come per un abbaglio, ci appare corrispondente, se non  addirittura superiore, alle nostre stesse aspettative.

Magari lo scambiamo con l’oggetto dei nostri sogni, perché in qualche aspetto lo richiama, gli assomiglia. E cadiamo invece in una trappola. Perché, tutto sommato, quello che ha conquistato il nostro cuore ci dà anche soddisfazione, riempie comunque la nostra vita, ci infonde gioia e appagamento, ci sembra un miracolo averlo trovato e speriamo che duri per sempre. 

Così vi mettiamo radici e finiamo per dimenticare la direzione verso cui marciava la nostra vita. E anche quando incontriamo dei segnali che ci fanno sentire come dei pesci fuor d’acqua e che ci disorientano, perché ci procurano disagio, sofferenza, frustrazione, continuiamo imperterriti a rimanere fedeli al nostro posto e addirittura ci sentiamo ingrati per il bene ricevuto e in colpa per le nostre fragilità.


Tanto più questo può accadere quanta più fretta abbiamo di “trovare” quello a cui aspiriamo, per lasciarci alle spalle la realtà in cui viviamo, perché ci stiamo male o perché non ci soddisfa pienamente.

Come, dunque, inseguire ciò che si ama veramente?

Non credo che esista un prontuario per riuscire in questa impresa! 

Forse è l’esperienza stessa che può insegnarci a farlo. 

C’è sempre tempo, infatti, per cambiare strada e riprendere il cammino. Non bisogna mai scoraggiarsi. Da un errore si può sempre imparare. Da un fallimento ci si può sempre rialzare e ricominciare. 

L’importante è conoscere ciò che si ama davvero e non rinunciarvi mai, perché è solo qui che possiamo trovare la nostra serenità e la nostra pace. Tutto il resto ci può solo depistare, ingannare, rubarci la vita.


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