Riconciliarsi col passato

Quando perdoni, non cambi il passato, 

ma sei sicuro di cambiare il futuro 

(Bernard Meltzer)



Per ricominciare non basta guardare in avanti protesi verso la costruzione di un nuovo futuro.


Occorre prima di tutto riconciliarsi con il proprio passato, quel passato che ci ha fatto soffrire e che, letto con occhi nuovi, riscopriamo disseminato di inganni e di mezze verità.


Quello che abbiamo vissuto a volte ci pesa enormemente e accresce il nostro dolore.  


Nonostante il passare degli anni rimane sempre vivo in noi e si intreccia con la nostra  quotidianità, di giorno e di notte, rischiando a volte di diventare persino un incubo.


Ma non si può rimanere bloccati nel passato, rimuginando ciò che è stato. Non si può sprecare il tempo coltivando rancori, trincerandosi dietro giudizi inappellabili. 


E' vero che ci sono pagine della propria storia che si vorrebbero strappare e cancellare, e questo è comprensibile e può avere anche un valore terapeutico. 


Ma il passato non può essere cancellato né dimenticato in blocco perché comunque ha plasmato la nostra vita e quello che siamo lo dobbiamo a tutto ciò che abbiamo vissuto e che ci è stato dato, nel bene e nel male, da ogni persona che abbiamo incontrato. 


La riconciliazione col proprio passato è l’unica strada che porta alla serenità interiore e alla liberazione più profonda.


Una riconciliazione che è perdono, senza smettere di essere giudizio critico sulla realtà.


Una riconciliazione che è "velo pietoso" steso sulle altrui responsabilità, senza smettere di essere consapevolezza segnata dal dolore.


È questa l’unica strada che ci fa risorgere e vivere in pienezza la vita, cogliendo tutte le possibilità che essa ci offre per rimetterci in cammino col cuore leggero e lo sguardo luminoso.


Solo così si può valorizzare quello che di buono abbiamo ricevuto e possiamo davvero costruire un futuro migliore.






Il dolore

 

E una donna parlò dicendo: 

"Parlaci del dolore".

Ed egli disse:
Il vostro dolore è la rottura del guscio che cela la vostra conoscenza.

Come il nocciolo della frutta deve rompersi, 
affinché il suo cuore possa brillare al sole, così dovete conoscere il dolore.

E se voi poteste mantenere il vostro cuore 
attento alla meraviglia dei miracoli quotidiani della vostra vita, 

il vostro dolore non vi stupirebbe meno della vostra gioia.


E voi dovreste accettare le stagioni del vostro cuore, 

come avete sempre accettato le stagioni che passano sui vostri campi.


E voi dovreste guardare con serenità attraverso gli inverni del vostro affanno.

Molto del vostro dolore è scelto da voi.


E' la pozione amara con cui il medico che è in voi guarisce il vostro stesso male.


Perciò credete nel medico, e bevete il suo farmaco in silenzio e con tranquillità;

poiché la sua mano, sebbene greve e rude, 

è guidata dalla tenera mano dell'Invisibile,

e la coppa che porta, sebbene vi bruci le labbra, 

è stata forgiata con la creta che il Vasaio ha inumidito con le sue stesse lacrime.


(K. Gibran, Il profeta)


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